sabato 9 aprile 2016

Fusione dei Comuni: Lega Nord chiede una legge che assicuri il rispetto della volontà popolare.

Il Gruppo consiliare di Lega Nord in Regione ha presentato un progetto di legge sulla 'fusione dei Comuni' che si propone di tutelare la reale volontà dei cittadini e di rispettare la scelta del singolo comune e non della globalità della popolazione. Altrimenti, secondo il gruppo consiliare,  si rischia di sopraffare la volontà di comuni contrari.  

Rivedere la vigente normativa regionale in materia di fusione dei Comuni andando a tutelare il reale volere dei cittadini”, spiega il consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti , " è la finalità del  progetto di legge, che si propone il rispetto della volontà dei cittadini valutati percentualmente in riferimento ad ogni singolo Comune e non nella totalità dei voti dei residenti interessati dall’eventuale fusione. Negli ultimi anni – spiega - abbiamo assistito ad alcune fusioni di Comuni. In alcuni casi il referendum consultivo ha confermato il diffuso consenso della popolazione interessata al processo di fusione; in altri casi, invece, pur raggiungendo la maggioranza assoluta dei consensi, i risultati referendari hanno mostrato come, in alcune realtà, la maggioranza si è espressa in modo negativo. E’ chiaro che  il referendum in questione è di tipo consultivo e che formalmente non impone all’Assemblea Legislativa il rispetto del volere popolare, ma per ovvie ragioni politiche la Regione difficilmente si esprimerebbe in antitesi rispetto al volere popolare. Tuttavia – chiarisce - si sono verificati casi come, ad esempio, la fusione che ha portato alla creazione del comune di Valsamoggia, dove in alcuni dei Comuni interessati, nella fattispecie Bazzano e Savigno, la maggioranza si è espressa in modo negativo circa la fusione. E qui si nasconde il problema. L’Assemblea Legislativa ha, infatti, legiferato in base ai numeri complessivi del referendum. In questo modo, però, i Comuni le cui maggioranze si erano espresse negativamente hanno, di fatto, subito l’imposizione delle maggioranze degli altri comuni interessati”.
Con questo sistema, paradossalmente – sottolinea Marchetti -, un Comune o un gruppo di Comuni potrebbero imporre la fusione con un altro Comune trasformando, nei fatti, un processo di fusione in un’acquisizione coatta. Per questo – chiarisce - anche se la natura prettamente consultiva della consultazione referendaria è costituzionalmente sancita, nulla vieta all’Assemblea Legislativa di introdurre, per mezzo di una legge, ulteriori limiti  al proprio potere discrezionale, dando maggiore peso e rilevanza alle posizioni espresse mediante le consultazioni popolari. Esattamente quello che si chiede invitando la Regione a rafforzare l’autonomia degli Enti locali, e delle relative popolazioni, ampliando gli spazi che l’ordinamento riconosce alla loro libera determinazione”.
Stabilendo che la votazione si intende favorevole in caso di conseguimento, in ogni Comune interessato, della maggioranza dei voti validi favorevolmente espressi, daremo il giusto valore a un referendum che altrimenti, rischia di essere falsato”.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto giusto! Dovremmo pensarci tutti, domani potrebbe toccare al nostro comune... e con chi sarebbe fuso? Inoltre le modalita' di uscita non esistono, vedi Valsamoggia che gia' se ne pente. Cosi' come sono, si tratta di consultazioni-farsa!

Anonimo ha detto...

Molto giusto, queste sono consultazioni-farsa! E non esiste piu' la possibilità di uscire da unioni sbagliate, vedi Valsamoggia! Oh, PD, il divorzio lo abbiamo da decenni!