Il Gruppo consiliare di Lega Nord in Regione ha presentato un progetto di legge sulla 'fusione dei Comuni'
che si propone di tutelare la reale volontà dei cittadini e di rispettare la scelta del singolo comune e non della globalità della
popolazione. Altrimenti, secondo il gruppo consiliare, si rischia di sopraffare la volontà di comuni contrari.
“Rivedere
la vigente normativa regionale in materia di fusione dei Comuni
andando a tutelare il reale volere dei cittadini”, spiega il
consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti , " è la finalità del progetto di legge, che si propone il rispetto della volontà dei
cittadini valutati percentualmente in riferimento ad ogni singolo
Comune e non nella totalità dei voti dei residenti interessati
dall’eventuale fusione. Negli ultimi anni – spiega - abbiamo
assistito ad alcune fusioni di Comuni. In alcuni casi il referendum
consultivo ha confermato il diffuso consenso della popolazione
interessata al processo di fusione; in altri casi, invece, pur
raggiungendo la maggioranza assoluta dei consensi, i risultati
referendari hanno mostrato come, in alcune realtà, la maggioranza si
è espressa in modo negativo. E’ chiaro che il referendum in
questione è di tipo consultivo e che formalmente non impone
all’Assemblea Legislativa il rispetto del volere popolare, ma per
ovvie ragioni politiche la Regione difficilmente si esprimerebbe in
antitesi rispetto al volere popolare. Tuttavia – chiarisce - si
sono verificati casi come, ad esempio, la fusione che ha portato alla
creazione del comune di Valsamoggia, dove in alcuni dei Comuni
interessati, nella fattispecie Bazzano e Savigno, la maggioranza si è
espressa in modo negativo circa la fusione. E qui si nasconde il
problema. L’Assemblea Legislativa ha, infatti, legiferato in base
ai numeri complessivi del referendum. In questo modo, però, i Comuni
le cui maggioranze si erano espresse negativamente hanno, di fatto,
subito l’imposizione delle maggioranze degli altri comuni
interessati”.
“Con
questo sistema, paradossalmente – sottolinea Marchetti -, un Comune
o un gruppo di Comuni potrebbero imporre la fusione con un altro
Comune trasformando, nei fatti, un processo di fusione in
un’acquisizione coatta. Per questo – chiarisce - anche se la
natura prettamente consultiva della consultazione referendaria è
costituzionalmente sancita, nulla vieta all’Assemblea Legislativa
di introdurre, per mezzo di una legge, ulteriori limiti al
proprio potere discrezionale, dando maggiore peso e rilevanza alle
posizioni espresse mediante le consultazioni popolari. Esattamente
quello che si chiede invitando la Regione a rafforzare l’autonomia
degli Enti locali, e delle relative popolazioni, ampliando gli spazi
che l’ordinamento riconosce alla loro libera determinazione”.
“Stabilendo
che la votazione si intende favorevole in caso di conseguimento, in
ogni Comune interessato, della maggioranza dei voti validi
favorevolmente espressi, daremo il giusto valore a un referendum che
altrimenti, rischia di essere falsato”.
2 commenti:
Molto giusto! Dovremmo pensarci tutti, domani potrebbe toccare al nostro comune... e con chi sarebbe fuso? Inoltre le modalita' di uscita non esistono, vedi Valsamoggia che gia' se ne pente. Cosi' come sono, si tratta di consultazioni-farsa!
Molto giusto, queste sono consultazioni-farsa! E non esiste piu' la possibilità di uscire da unioni sbagliate, vedi Valsamoggia! Oh, PD, il divorzio lo abbiamo da decenni!
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