domenica 31 gennaio 2010

Primo Monari è ora anche al freddo


Quarantacinque giorni fa è rimasto isolato perché la straordinaria piena del Reno di quei giorni gli ha portato via la strada che metteva in comunicazione la sua casa con la comunale. Riusciva comunque a raggiungere a piedi, attraversando i campi del suo vicino, i negozi dei Borghetti sulla Porrettana e rifornirsi dei generi di prima necessità. Dalla piena vive comunque come un eremita poiché ha trasferito il resto della sua famiglia a Bologna da un conoscente per risparmiare ai suoi famigliari i disagi di quella situazione. E’ rimasto nella casa per difendere i suoi beni da eventuali malintenzionati. A rendere la sua missione prossima al ‘caso disperato’ è stata la nevicata di ieri che lo ha chiuso in casa e per di più al freddo poiché ha finito il gas che alimentava il riscaldamento e la mancanza della strada non consente più il rifornimento al suo bombolone. L’unico allacciamento con il mondo esterno è il telefono con cui vince il suo triste isolamento. L’imprigionato al freddo è Primo Monari che abita in zona Chiù di Sasso Marconi in una bella casetta sulle rive del fiume Reno. Continua a chiedere aiuto, ma rimane inascoltato. “Ho persino telefonato al prefetto” dice a chi riceve la sua richiesta di aiuto. “Mi hanno detto che mi avrebbe richiamato perché impegnato, ma quella chiamata non è mai venuta. Anche in Comune a Sasso Marconi tergiversano. Ma almeno lì il sindaco mi ha ricevuto”. Il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti precisa di aver fatto quanto era possibile per aiutare Monari: “Abbiamo provveduto con un mezzo speciale a rifornire la casa del signor Primo del gas per il riscaldamento” ha detto il primo cittadino. “Ora però con venti centimetri di neve non è possibile raggiungere la sua casa. La strada sparita era di tipo privato. Stiamo comunque valutando tragitti alternativi a quello che fiancheggia il Reno. La prima necessità è quella che la Regione destini le risorse necessarie”. Insomma al momento al povero Primo non rimane che sperare che un aumento della temperatura sciolga la neve, che la riserva di legna di cui dispone sia sufficiente e che un’anima buona con un gatto delle nevi gli porti pasta e pane.

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