La sorte ha dato alla Città di Sasso Marconi un
ambitissimo privilegio, quello di essere stata la ‘culla della Radio’ e prima
testimonial della nascita dell’era delle
telecomunicazioni: a Pontecchio riecheggia ancora lo scoppio di fucile che
annunciava per la prima volta la concreta possibilità di comunicazione a
distanza senza fili, via etere.
Sasso Marconi può vantare di essere stato il
paese prediletto dell’inventore della radio.
Infatti Guglielmo Marconi, giovanissimo ricercatore, a Villa Griffone fece gli
esperimenti che lo portarono alla scoperta che ha rivoluzionato le relazioni
mondiali avvicinando uomini e stati. Sasso Marconi ha poi accolto il suo grande
cittadino offrendogli l’ultima dimora, nel mausoleo di Villa Griffone.
Un curriculum che tutti i paesi del mondo vorrebbero
avere ma di cui Sasso Marconi pare non accorgersi. La cittadina svizzera di
Salvan, nel Canton Vallese testimonia la ricerca affannosa di legare luoghi alla
presenza del padre del wireless. Partendo dalla presunta permanenza di Marconi
nella città, dove avrebbe effettuato prove di trasmissioni senza fili (presunta
in quanto poi si è dimostrata impossibile), Salvan ha ottenuto di essere
accreditata quale ‘Città della Radio’ dall’Unesco, ha realizzato un qualificato
museo della radio ed è divenuta una frequentatissima città marconiana in cui
propone visite ai luoghi degli esperimenti. Insomma, sul nulla, ha saputo
realizzare un redditizio ‘business’ che Sasso Marconi, pur offrendo numerose
verità marconiane e di ben maggior calibro, non riesce a cogliere.
Tutti di questo sono coscienti e si propongono di
mettere a frutto e di giocare , anche
per i benefici economici che ne deriverebbero, la ‘carta Marconi’, ma da
sempre, alla dichiarata volontà non seguono i fatti.
Recentemente con una interpellanza i consiglieri della
lista Dimmi di Sasso Marconi hanno portato il tema all’attenzione del Consiglio
comunale lamentando la disattenzione
verso l’inventore della radio e proponendo, fra l’altro, una installazione
del busto di Marconi nella piazza del paese. Inoltre hanno messo l’accento sul
rischio di perdere il museo di Palagalli (ora alloggiato a Bologna), da tempo alla ricerca di una sede consona alla
ricchezza della raccolta, eccezionale per la qualità e la quantità degli
oggetti legati alla trasmissione via etere, dai primi passi alla sua evoluzione
marconiana.
Il sindaco Roberto Parmeggiani (nella foto), in risposta, ha
elencato una lunga serie di iniziative dedicate a Marconi, fra cui il Marconi Days,
la rievocazione della prima trasmissione radio fra Roma e Rio de Janeiro ad
opera di Marconi, la creazione di percorsi marconiani attrezzati nei luoghi che
calpestò l’inventore.
Tutto vero, però manca ciò che possa fare di Sasso
Marconi una frequentata meta turistica. Villa Griffone, che ospita le spoglie
del grande inventore e un bel museo della radio, non è inserita nel circuito turistico
bolognese. Sembra quasi ci si vergogni di presentarla.
Il sindaco Parmeggiani, pur ammettendo la evidente
negligenza, ha subito chiarito che la responsabilità non è del Comune di Sasso Marconi, perfino
escluso dal consiglio della fondazione
che gestisce Villa Griffone. Per portare Villa Griffone al livello desiderato occorrono
risorse che il comune non ha. Non lo dice apertamente, ma egli si aspetta
attenzioni maggiori dalla Città Metropolitana, dalla Regione e dal Ministero
della Cultura, a cui fa capo la Fondazione. “ Ora si galleggia” egli dice per
dare una immagine dello stato di fatto attuale. Aggiunge poi che si punta al 2024 quando ricorrerà il 150esimo della
nascita di Marconi. E’ stato formato un ‘tavolo di lavoro ’ cui è demandata la
preparazione del programma per festeggiare la ricorrenza e in quel contesto ci sarà
occasione per sollecitare le dovute attenzioni a Marconi sotto ogni profilo.
Altri invece auspicano l’arrivo alla guida del
Ministero della Cultura di un bolognese, certamente più vicino e più sensibile
sulla tematica. Qualcun altro lo dice apertamente: sperano che il ministero sia
affidato a Lucia Borgonzoni che in più occasioni ha sottolineato la necessità
di valorizzare nei termini che merita la presenza di Marconi a Bologna e i territori che lo videro protagonista nell’avvio
dell’era delle telecomunicazioni.
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