Firmata l’ordinanza dei ministri della Salute Roberto Speranza e
delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli per fermare la diffusione della
peste suina africana. La peste, la cui presenza è stata riscontrata in diversi
comuni fra il Piemonte e la Liguria, può
colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi
animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani.
Il
provvedimento prevede il divieto di ogni attività venatoria salvo la caccia
selettiva al cinghiale nella zona stabilita come infetta da Peste Suina
Africana. Nell'area circoscritta sono altresì vietate la raccolta dei funghi e
tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre attività di
interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti. L'ordinanza in vigore
per sei mesi si pone l’obiettivo di "porre in atto ogni misura utile ad un
immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela
della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli
interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i
Paesi terzi di suini e prodotti derivati".
“Siamo
costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di
prevenzione e contenimento. Di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che
invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia dove si contano ormai più
di 2,3 milioni di esemplari” ricorda il presidente della Coldiretti Ettore
Prandini nel sottolineare l’importanza ora “di vigilare oltre che sul piano
sanitario anche contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e
del sistema economico ed occupazionale. Abbiamo più volte evidenziato il
rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i
cinghiali e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale
attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92
articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Adesso
serve subito – avverte Prandini – un’azione sinergica su più fronti anche con
la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e
delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare
e difendere gli allevamenti e compensare i danni economici alle imprese. Si
ravvisa infine la necessità di avviare iniziative comuni a livello europeo
perché – conclude Prandini – è dalla fragilità dei confini naturali del paese
che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare
portatori di peste
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