La Giunta dice no al progetto per realizzare un impianto di stoccaggio di rifiuti speciali contenenti amianto: “Proposta non sostenibile dal punto di vista ambientale e urbanistico”. L’assessore Priolo: “Abbiamo fatto una valutazione di impatto ambientale approfondita, seria e trasparente. Ci sono criticità insuperabili, abbiamo posto la parola fine alla vicenda”
Non si farà una discarica di rifiuti speciali contenenti
amianto nel comune di Valsamoggia, nel bolognese. Stessa
sorte per l’impianto sperimentale che doveva servire al loro trattamento.
La Giunta regionale ha alzato il cartellino rosso contro l’ipotesi avanzata
per il sito di Rio d’Orzo, nei pressi della località Castello
di Serravalle, da parte della società Unirecuperi S.r.l. (poi divenuta
Unieco Holding Ambiente).
“Il no arriva al termine di un percorso di valutazione dell’impatto
ambientale ampio, partecipato e trasparente- spiega Irene Priolo,
assessore regionale all’Ambiente-. Come prevede la legge, si è approfondito il
progetto, è stata data la possibilità al proponente di illustrarlo e ogni ente
coinvolto ha manifestato la propria posizione”.
In particolare, la richiesta dell’impresa privata era di attivare una
discarica dalla capacità complessiva di 852 mila metri cubi, adatta ad accogliere
una quantità massima di 1 milione 330 mila tonnellate di rifiuti,
da affiancare appunto a un impianto di trattamento termico.
Ma, come ha spiegato l’assessore all’Ambiente, la Conferenza dei
servizi, dopo un anno e mezzo di lavoro, ha giudicato il progetto
non conforme alla pianificazione urbanistica comunale e a quella
territoriale. E questo in ragione del fatto che è interessata un’area forestale
tutelata ed estesa, senza soluzione di continuità, sui due versanti della valle
del Rio Vulpazza.
Negative sono state giudicate anche le conseguenze dell’impianto sulla
viabilità locale, così come gli impatti su paesaggio, aria, suolo, sottosuolo e
acque, dovuti alla vulnerabilità e fragilità del sito.
Tutte ragioni che hanno indotto la Regione a respingere la proposta,
proprio perché non sostenibile dal punto di vista ambientale e
urbanistico.
“In questo modo si pone definitivamente la parola fine sulla
vicenda, contribuendo a salvaguardare un angolo del territorio emiliano di
particolare valore ambientale e paesaggistico- conclude l'assessore-. La
Regione è consapevole che il trattamento dei rifiuti speciali sia una priorità
e a maggior ragione questa vicenda ci dimostra la necessità di disporre di
ambiti che siano ottimali. Il nuovo Piano dei rifiuti intende essere di
supporto a questa problematica, ma la compatibilità ambientale rimane
fondamentale".
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