Comando Provinciale Carabinieri Bologna rende noto:
La Gendarmeria Nazionale Francese ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di un 42enne italiano. La richiesta di procedere all’arresto dell’uomo era stata fatta dall’Autorità giudiziaria italiana, a seguito di un’indagine antidroga dei Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Vergato (Operazione Metano – comunicato stampa inviato il 08/08/2020). Latitante all’epoca dei fatti, il 42enne è stato individuato questa mattina a Rennes, capoluogo della Bretagna, dagli uomini della Gendarmeria Nazionale Francese, grazie alle indicazioni dei militari di Vergato che lo stavano cercando da agosto. Il 42enne è stato arrestato e tradotto in carcere, in attesa delle pratiche previste per avviare l’estradizione in Italia, dove sarà sottoposto a una misura cautelare coercitiva per i fatti descritti.
Il comunicato stampa sull'Operazione 'Metano' dell'8 agosto scorso.
Dalle prime luci di questa mattina i militari del Comando Provinciale di Bologna, e dei Comandi Provinciali di Reggio Emilia, Pistoia, Pisa, con l’intervento di unità cinofili dei Nuclei di Bologna, Firenze e Pisa, stanno eseguendo, in quelle provincie, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bologna , dott. Alberto Gamberini, nei confronti di sette persone (6 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenute responsabili, in concorso tra loro, a vario di titolo, all’importazione, detenzione e cessione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
Origine dell’indagine.
Il 30 Aprile 2020, nel corso di avviate attività info-investigative, coordinate dal Sostituto Procuratore dr.ssa Rossella Poggioli, la Compagnia Carabinieri di Vergato ha proceduto all’arresto di un soggetto residente nell’alta valle del Reno trovato in possesso di 101 Kg di Hashish, confezionati in ovuli ed occultati all’interno di un capannone ubicato in una zona isolata dell’appennino bolognese.
Lo stupefacente sequestrato, analizzato, è risultato avere una purezza del 37% ed utile al confezionamento di oltre 1.500.000 dosi.
Sin da subito apparve che il soggetto arrestato facesse parte di un più ampio gruppo organizzato e che la sua funzione principale fosse quello di depositario dell’ingente quantitativo di stupefacente.
Le attività successive
Da qui il proseguo delle indagini che, con l’analisi di molteplici elementi già emersi nella fase prodromica dell’attività info-investigativa, la verifica di molteplici riscontri telematici e lo studio delle immagini degli impianti di video sorveglianza dei Comuni dell’Emilia Romagna e Toscana, ha permesso di individuare tutti i soggetti coinvolti nel traffico ed il particolare modus operandi adottato.
I sodali, provvedevano a procurarsi autovetture usate, alimentate a metano, e dopo avervi fatto installare il numero massimo di bombole, organizzavano viaggi turistici in Marocco ove provvedevano a rifornirsi di ingenti quantitativi di stupefacente, importandoli in Italia via mare, occultandoli nei recipienti dell’impianto a metano di cui l’autovettura era dotata, cosi rendendo più improbabile la scoperta del carico durante i controlli effettuati alle frontiere.
Lo stupefacente, portato in Italia, veniva immediatamente occultato presso locali anonimi ubicati in zone isolate e nascoste, ove poi provvedevano al confezionamento secondo le varie esigenze di successiva vendita. In tale seconda fase venivano adottate ulteriori accortezze al fine di evitare che controlli casuali, effettuati anche con l’utilizzo di cani antidroga, facessero scoprire il carico trasportato. Lo stupefacente, infatti, dapprima veniva confezionato in sottovuoto, le cui confezioni venivano accuratamente pulite, e poi racchiuse in involucri di legno appositamente fabbricati per il successivo trasporto fino alla località di destinazione.
Durante le attività di perquisizioni sono stati rinvenuti ulteriori Kg 2,5 di marijuana, 20 grammi di cocaina e 15 grammi di hashish ed è stato tratto in arresto un ulteriore soggetto per la coltivazione di circa 50 piante di cannabis.
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