Riceviamo:
Si
è tenuta a Bologna la presentazione del Dossier Statistico
Immigrazione 2018, in contemporanea alle presentazioni in tutte le
Regioni e Province Autonome d’Italia ad opera delle redazioni
regionali del Dossier.
Organizzata
dall’associazione
Africa e Mediterraneo con il patrocinio del Comune di Bologna, ha
visto una grande partecipazione da parte di giornalisti,
operatori
del settore sociale, esponenti del sindacato e di fondazioni
bancarie, politici locali, rappresentanti dell’associazionismo
culturale e religioso, studenti...
Il
Dossier, nato nel 1991 per raccogliere e riflettere sui dati relativi
al fenomeno migratorio, si è avvalso del contributo di oltre un
centinaio di ricercatori e studiosi, con competenze e retaggi
culturali differenti, in una coralità di approcci che fanno la
ricchezza interpretativa e contenutistica
del
volume. La vasta e diversificata serie di dati, provenienti sia da
archivi amministrativi sia da ricerche sul campo e indagini
qualitative, opportunamente elaborati e correlati, ha consentito una
lettura puntuale, aggiornata e articolata dell’immigrazione in
Italia, oggi più che mai urgente e necessaria.
A
curare il dossier il Centro Studi e ricerche IDOS insieme al Centro
Studi Confronti, con il sostegno dei fondi dell’Otto per Mille
della Chiesa Valdese e la collaborazione di UNAR.
Sandra
Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha moderato gli
interventi e presentato alcuni dati sul fenomeno migratorio a livello
nazionale e internazionale. In particolare, ha sottolineato che,
sulla stessa linea degli ultimi anni, l’Italia non è né il paese
con il numero più alto di immigrati né quello che ospita più
rifugiati e richiedenti asilo.
Infatti,
con circa 5 milioni di residenti stranieri (5.144.000 a fine 2017,
secondo l’ISTAT), il nostro paese viene dopo la Germania, che ne
conta 9,2 milioni, e il Regno Unito, con 6,1 milioni, mentre supera
di poco la Francia (4,6 milioni) e la Spagna (4,4).
I
rappresentanti istituzionali hanno dato il benvenuto ai partecipanti
e aperto l’evento sottolineando l’importanza, nel contesto
sociale e politico contemporaneo, di ricercare e rifflettere su dati
che rappresentano la realtà.
L’assessore
al Lavoro Marco Lombardo ha invitato le amministrazioni e
istituzioni
locali impegnate nella gestione del fenomeno migratorio
a
curare con egual impegno non solo l’accoglienza, ma anche la
comunicazione.
Maria
Adele Mimmi, capo area Welfare del comune, ha ribadito l’impegno
delle istituzioni locali a rafforzare il sistema d’accoglienza
locale e a promuovere l’utilizzo di un nuovo linguaggio per parlare
di migrazioni.
Andrea
Stuppini, redattore del Dossier, si è focalizzato sull’impatto
economico e lavorativo dell’immigrazione in Emilia Romagna, dove
oltre 255.000 lavoratori stranieri versano contributi superiori alle
spese previdenziali loro dedicate.
Inoltre
ha sottolineato come i cittadini stranieri abbiano risentito del
la
crisi economica maggiormente, con un tasso di occupazione
inferiore
a quello degli italiani (dieci anni fa la situazione era inversa), e
un guadagno medio inferiore del 23% rispetto alla media italiana.
Valerio
Vanelli, dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione
Emilia-Romagna, ha illustrato i dati regionali ed evidenziato come il
fenomeno vada verso la stabilizzazione e il radicamento. In base al
rapporto sui dati 2017, i cittadini stranieri residenti in
Emilia-Romagna al 1° gennaio 2018 sono 538.677, pari al 12,1% della
popolazione complessiva.
Nonostante
quasi 6.000 persone in meno rispetto al 2016 abbiano ottenuto la
cittadinanza in Emilia-Romagna, un quarto dei
bambini
nella fascia d’età dei 5 anni nati in Emilia-Romagna hanno
genitori stranieri.
Alcuni
aggiornamenti sul pluralismo religioso in rapporto alle migrazioni
sono
stati quindi offerti da Alessia Passarelli, del Centro Studi
Confronti,
ad
esempio la notazione che,a differenza del pensiero comune, la
maggioranza
degli immigrati, il 52,6%, è di fede cristiana, mentre i credenti
musulmani sono il 32,7% del totale e la percentuale di immigrati atei
o agnostici è del 4,7% e in costante aumento. Passarelli ha inoltre
sottolineato come la mancanza di dialogo fra le istituzioni pubbliche
e
le
comunità religiose presenti sul territorio potrebbe risultare in una
chiusura di queste comunità e nella nascita al loro interno di
percorsi poco controllabili. “Spesso fermarsi significa anche fare
un passo indietro” e perdere l’occasione di fare del pluralismo
religioso una ricchezza per la società.
Annalisa
Faccini, rappresentante di ASP Città di Bologna, ha presentato i
dati aggiornati del sito Bologna Cares! sul sistema d’accoglienza
SPRAR a Bologna, sottolineando la progettualità innovativa e
complessa che ha portato alla sua organizzazione a partire da
settembre 2017. Ha evidenziato in particolare l’impatto positivo
sugli ospiti, in particolare per quanto riguarda i servizi volti
all’inserimento nell’ambito lavorativo, che hanno portato molti
beneficiari ad attivare tirocini formativi.
Sarà
presto online il nuovo sito del Dossier, www.dossierimmigrazione.it
,
completamente rinnovato grazie alla collaborazione di coop.
Lai
- momo, che conterrà dati e informazioni e la possibilità di
acquistare
il dossier online.
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