Fogacci Lolli Becca Prantoni |
Turismo e sport in Appennino sono stati i temi al centro del meeting conviviale organizzato alcune sere fa a Sasso Marconi, al Ristorante “L’Oasi”, dal Panathlon Club “Valle del Reno”. A confrontarsi su queste tematiche e sulle possibilità di sviluppo del territorio appenninico attraverso il turismo e lo sport, sono stati Graziano Prantoni, già Vice Presidente e Assessore al Turismo della Provincia di Bologna (nonché maratoneta per passione, al suo attivo anche tre maratone di New York), il delegato CONI per la provincia di Bologna Rino Lolli, e il giornalista sportivo Matteo Fogacci.
E’
noto come il turismo da sempre rappresenti un’importante veicolo di promozione del
territorio. Lo è anche per l’Emilia-Romagna e per Bologna, e i dati lo
confermano: dopo la riviera adriatica, Bologna è la piattaforma turistica più
gettonata in Regione, con 1.600.000 arrivi e 3.300.000 presenze (di cui il 50%
straniere) nel 2014. “Il turismo ha
enormi potenzialità, da solo rappresenta oggi il 10% del Prodotto Interno Lordo
italiano, ma lavorando meglio questa percentuale potrebbe tranquillamente
raddoppiare”, ha sottolineato Graziano Prantoni. “A impedirlo è stata finora la mancanza di una seria politica di
promozione turistica: negli ultimi anni si sta cercando di recuperare il
terreno perduto, ma non è semplice perché in questo Paese mancano la cultura
dell’accoglienza e soprattutto la capacità di fare rete”, ha ammonito l’ex
Vice Presidente della Provincia. L’Emilia-Romagna e l’Appennino bolognese nello
specifico, non fanno eccezione: “Penso a
una struttura come le Terme di Porretta: come può non avere un collegamento con
la più importante stazione sciistica bolognese, il Corno alle Scale, per
intercettare i turisti che - neve permettendo - salgono in Appennino nel
week-end? Dei circa 3 milioni di turisti che ogni anno arrivano a Bologna,
quanti visitano l’Appennino? Pochissimi, e per quale motivo? Perché il ‘nostro’
territorio è penalizzato dalla mancanza di infrastrutture moderne e dall’approccio
sbagliato da parte degli operatori di settore: oggi non si può pensare di poter
fare promozione turistica in modo efficace senza un’offerta di servizi
competitiva, senza un’adeguata qualità dell’accoglienza, senza le necessarie
competenze e la conoscenza delle lingue straniere”.
Prantoni
ha accennato a una possibile svolta per il rilancio delle Terme di Porretta (“c’è una trattativa in corso con un
importante gruppo italiano, disposto a rilevare la proprietà soprattutto ora
che la concessione delle acque è stata trasferita in via definitiva al gestore
della struttura”), e ha chiuso rimarcando l’importanza di fare rete. “Il movimento turistico è in continua crescita,
ci sono mercati esteri in grande espansione, penso alla Cina, all’India e
all’Est europeo. Fare rete è allora indispensabile, ma attenzione non basta più
farlo a livello provinciale o regionale, bisogna fare ragionamenti di più ampio
respiro: solo attivando sinergie a livello nazionale, oggi il brand Italia può
essere accattivante per il turista, soprattutto straniero, che spesso e
volentieri non sa dove siano né l’Emilia-Romagna né tantomeno Bologna e il suo Appennino”.
Ma
lo sport come si inserisce in queste dinamiche? Parlando nello specifico del
nostro territorio, lo sport può contribuire al rilancio dell’Appennino
bolognese, anche in chiave turistica? Lo ha chiesto il presidente del Panathlon
‘Valle del Reno’, Mario Becca, e dal conseguente dibattito, è emerso come il
tema dell’impiantistica sia fondamentale per qualificare lo sport come
strumento di promozione turistica. Se Sasso Marconi rappresenta per certi versi
un’isola felice, disponendo di un centro sportivo di prim’ordine e una pista
d’atletica che ha ospitato anche un meeting giovanile a livello internazionale,
con la presenza di delegazioni spagnole e polacche (“L’atletica leggera qui è un’eccellenza - ha fatto notare Matteo
Fogacci - e non è un caso: la presenza di
impianti funzionali favorisce l’attività delle associazioni locali e richiama
anche società provenienti da altre realtà”), diversa è la situazione che si
registra a Bologna e provincia, dove - sono parole di Rino Lolli - “ci sono molti impianti datati per non dire
obsoleti, che necessitano di manutenzione e adeguamenti normativi”.
La
situazione del CONI non aiuta: il processo di trasformazione avviato un paio
d’anni fa con la soppressione dei comitati provinciali e l’introduzione della
figura dei delegati (uno per provincia), ha contribuito a rendere ancor più
gravosa l’attività di gestione amministrativa e a penalizzare il rapporto con
il territorio. La sensibilità delle Amministrazioni locali diventa allora una
delle chiavi di volta per avviare comportamenti virtuosi in materia di gestione
degli impianti ma anche in questo caso, senza un lavoro in sinergia e il
coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, diventa difficile ottenere
risultati concreti.
Lolli Becca Prantoni |
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