venerdì 5 gennaio 2024

Quale futuro per la ferrovia Porrettana?

Il consulto,  la diagnosi e la cura per garantire un servizio efficiente nel tempo


Valerio Giusti, del Comitato per la Ferrovia Porrettana, scrive:

 

Per festeggiare i vent'anni di battaglie epistolari che abbiamo condotto dalla costituzione di questo Comitato, vogliamo utilizzare i primi giorni del nuovo anno per scrivere una lettera pubblica alle istituzioni, in primo luogo ai nostri Sindaci, per riportare l’attenzione sul buon funzionamento e sulle prospettive della linea ferroviaria Porrettana così importante per tutti gli abitanti della Valle del Reno e dei territori limitrofi.

Da quando fa parte del Servizio Ferroviario Metropolitano, la gestione della linea Porrettana è strettamente condizionata dalle esigenze e dalle priorità della cintura bolognese e questo non ha sempre aiutato lo sviluppo della nostra linea appenninica e non possiamo nascondere che alcune scelte potranno diventare determinanti per assicurare un trasporto ferroviario efficace agli abitanti della Valle del Reno.

Il primo punto è il potenziamento delle infrastrutture. La maggior parte delle cause dei disservizi sono proprio legate ai guasti patiti da deviatoi, passaggi a livello e impianti vari e questo sta inficiando il completo rinnovamento del materiale rotabile. Non sappiamo se questi guasti siano causati dalla mancanza di manutenzione o dall’obsolescenza della linea in quanto i Comitati degli utenti ferroviari della nostra regione non hanno più rapporti diretti con RFI e siamo preoccupati della completa assenza di progetti volti a finanziare e sviluppare la nostra linea soprattutto nella parte a monte, quella completamente mono-binario.

Tranne l’importante interramento della stazione di Casalecchio che dovrebbe risolvere molti disservizi occorsi al passaggio a livello e risolvere molti problemi di viabilità stradale, non si conoscono i tempi per il raddoppio dei binari fino a Sasso Marconi che sarebbe utile per il tratto fino a Bologna ma non potrà risolvere più di tanto la drammatica fragilità della linea nella parte alta dove basta un nonnulla per bloccare i pendolari per ore negli orari di punta. Non c’è più traccia di eventuali progetti per raddoppiare altri tratti, eliminare ulteriori passaggi a livello o i rallentamenti che costringono i treni, in alcuni brevi tratti, a viaggiare a passo d’uomo.

E’ quasi fastidioso dover ripetere in tutte le occasioni che per garantire un'efficiente servizio ferroviario in una linea mono-binario con tante stazioni e mezzi incrocianti che trasportano quotidianamente circa 10.000 saliti (dati pre-covid) occorre una gestione perfetta dei mezzi e delle infrastrutture; in caso contrario ci troveremo a rivivere infauste giornate come quella del 2 gennaio o del 7 dicembre u.s.

Questo mancato potenziamento aumenta le perplessità che abbiamo ripetutamente espresso in merito al progetto passante, fortemente voluto dalla città metropolitana, di spostare gli orari dei treni in avanti di 15 minuti (senza tener in alcun conto gli attuali equilibri relativi all’entrata e all’uscita degli studenti dalle scuole o degli orari di ingresso dei lavoratori) e far proseguire i treni di Porretta fino a Pianoro.

Moltissimi anni fa i treni della linea Porrettana furono incanalati al piazzale ovest proprio per evitare tutti i ritardi cagionati dal transito dal complesso nodo centrale di Bologna; oggi si tornerebbe indietro senza alcuna garanzia che l’allungamento della tratta non comporti un drammatico raddoppio dei ritardi e dei disservizi generando una devastante penalizzazione degli abitanti di un territorio che hanno una necessità insostituibile di arrivare in tempo nei luoghi di lavoro e studio. Un progetto deciso unilateralmente dalla Città Metropolitana e comunicato al Comitato dei pendolari e ad alcuni Sindaci il 16 marzo 2023, senza alcun confronto o dibattito pubblico preventivo, che non prevede alcun miglioramento dei servizi o dei tempi di percorrenza dei cittadini che già oggi impiegano da Porretta almeno 74/75 minuti all’andata e altrettanti al ritorno per raggiungere Bologna: praticamente i capostipiti della bassa velocità.

Una prospettiva completamente ribaltata rispetto alle parole dell’allora sindaco Merola che, il 31/07/2021, venne a spiegarci che diminuire e velocizzare i tempi di percorrenza ferroviaria e stradale significava aumentare lo sviluppo economico e culturale degli abitanti della montagna, attraendo turismo e investimenti produttivi: appare evidente che tali obiettivi non sono più una priorità per la città metropolitana.

Assieme al passante ferroviario, il 16 marzo ci fu annunciato l’inizio della sperimentazione di un servizio notturno di cui il Comitato chiedeva l’introduzione da circa vent’anni!!! Anche su questo importantissimo servizio nessun coinvolgimento preventivo; ci siamo trovati due bus piazzati in due giorni del fine settimana senza conoscere quale strumento di pianificazione sia stato utilizzato per individuare gli orari di partenza, quale tipo di utenti si volesse intercettare e perché sia stata esclusa la domenica dove potevano attrarre un po’ di turisti e cercare di diminuire le incessanti le colonne di auto che rientrano in città la domenica sera (il trasporto pubblico non avrebbe dovuto limitare l'utilizzo dell'automobile??)

Noi chiedevamo il treno e ci hanno piazzato due bus, ci hanno imposto gli orari e non sappiamo quale sarà l'esito della sperimentazione e quando e se verranno introdotti davvero i treni notturni, tant'è che qualche buontempone ha pensato che li avessero buttati lì come contentino per farci digerire il passante per Pianoro. Noi crediamo, invece, che sia stata una semplice incomprensione dovuta alla fretta di darci questo agognato servizio e che prima o poi qualcuno si deciderà di consultare gli utenti che dovrebbero utilizzarlo; per questo motivo preghiamo i Sindaci di pretendere delle risposte sui tempi previsti per consolidare il servizio notturno, pubblicizzarlo in maniera decente e sviluppare idee che portino a rafforzarlo.

In realtà siamo stati abituati male dalla precedente legislatura quando l'assessore regionale alla mobilità organizzava frequenti incontri preventivi con i comitati degli utenti, con i sindaci e con i cittadini per presentare e condividere i progetti prima che fossero definitivamente approvati in modo che si potesse costruire assieme un prodotto più soddisfacente. Preso atto che la nuova legislatura preferisce le informative e i comunicati stampa, siamo tornati alla nostra attività principale di denuncia pedissequa dei disservizi chiedendo il supporto dei Sindaci, offrendo la nostra ventennale cocciutaggine,

Impossibile affrontare il tema dell’informazione agli utenti nelle stazioni o a bordo treno visto che i Comitati non hanno più rapporti diretti con RFI che è l'azienda del gruppo FS che gestisce anche i flussi comunicativi. Nel comunicato del 2 gennaio abbiamo pedissequamente riportato le parole dei nostri compagni di viaggio e appare incontrovertibile a tutti che così non possa funzionare ma ogni protesta appare vana. In caso di disservizi, i pendolari diventano una sorta di naufraghi che navigano sulla nostra pagina Facebook per cercare le informazioni pubblicate dagli altri pendolari, sperando di attingere qualche notizia anche dal comitato che cerca di fornire qualche aiuto grazie all’impagabile disponibilità della direzione commerciale di Trenitalia Tper.

Per non parlare di quello che succede a chi si presenta alle emettitrici a cavallo del mese per rinnovare gli abbonamenti, trovando spesso disfunzioni e malfunzionamenti che a fine anno raddoppiano. Dal 31 dicembre a Riola la macchinetta non legge la carta Mi Muovo e ancora questa mattina dava errore di sistema e niente abbonamento, mentre arrivano proteste quasi identiche anche da altre stazioni (compresa Vergato che non rilascia scontrino fiscale per mancanza di carta). È inutile riportare che in questi anni abbiamo denunciato decine di volte alla regione la cattiva qualità di quel software ricevendo come risposta quella di suggerire gli utenti di comprare gli abbonamenti in anticipo: sempre grati del consiglio fummo!!

Così come non possiamo tralasciare di citare il nuovo biglietto digitale regionale che rappresenta uno strumento flessibile che permette di modificare giorno e orario di partenza ma che vede nella validazione digitale un elemento estremamente negativo perché il check in è configurato sull'orario partenza tabellare e non su quello effettivo. Questo comporta che il 2 gennaio, se un utente fosse arrivato in stazione a Vergato e avesse preso il treno partito dal primo binario in ritardo di mezzora, avrebbe preso la multa.

Questo perché, a differenza dei treni ad alta velocità, chi acquista un biglietto digitale regionale è impossibilitato a fare il Check trascorso l’orario di partenza “virtuale” del treno. Una penalizzazione incomprensibile che si potrebbe evitare permettendo di fare il check-in entro l’orario di effettivo di arrivo del treno: ci spiace davvero apparire petulanti nel ripetere che se fossimo stati coinvolti preventivamente avremmo potuto dare un contributo costruttivo, ma speriamo sempre in un virtuoso ravvedimento.

Chiudiamo questa lunga lista di argomenti con la richiesta di ricevere abitualmente le frequentazioni, ovvero il numero dei passeggeri che salgono e scendono nelle diverse stazioni della linea. Conoscere il flusso dei pendolari nei diversi orari e giorni della settimana è necessario a qualsiasi considerazione di carattere politico progettuale e permette di analizzare e individuare le fasce di punta e la miglior rotazione possibile del materiale da utilizzare disponibile (treni Rock, Pop e Stadler), per garantire un viaggio soddisfacente. 

Ringraziamo di cuore tutti coloro che avranno avuto la costanza di leggere le nostre prolisse considerazioni che riportiamo in un sintetico vademecum riepilogativo dei temi proposti.

1) Potenziamento delle infrastrutture, anche attraverso piani di miglioramento e programmi di manutenzione straordinaria;

2) Tempi certi del raddoppio dei binari sino a Sasso Marconi ed eliminazione della maggior parte dei passaggi a livello e dei rallentamenti;

3) Riduzione dei tempi di percorrenza e avvio dei progetti di passanti ferroviari solamente al momento in cui potrà essere garantito un servizio ferroviario puntuale ed efficiente;

4) Introduzione di un vero servizio ferroviario notturno o un potenziamento mirato e condiviso del servizio bus-sostitutivo;

5) Condivisione preventiva coi comitati degli utenti e con gli abitanti della Valle del Reno dei progetti di Regione e Città Metropolitana;

6) Apertura di un tavolo tecnico per un miglioramento effettivo dell’informazione agli utenti;

7) Aggiornamento del software affinché non vada in panne ogni fine mese;

8) Check-in del biglietto digitale regionale legato agli orari effettivi;

9) Verifica delle frequentazioni e della rotazione dei treni.


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