martedì 31 ottobre 2023

L'agricoltura montana ha troppi nemici

 

La ripresa agricola dell’Appennino ha troppi nemici a due gambe e a quattro zampe: è la sintesi dello sfogo del presidente dell’associazione ‘Progetto Mela Rosa Romana’, Dario Mingarelli, espressa nel suo intervento all’incontro che si è tenuto a Grizzana Morandi sul lavoro dei “Custodi della Biodiversità”. Con questo termine ci si intende riferire ai protagonisti ed eredi della civiltà contadina, riscopritori e salvatori dei prodotti dimenticati,  come frutti e cereali antichi.

La denuncia di Mingarelli è partita dalla constatazione che diversi operatori, pur disposti a impegnarsi e già disponendo delle risorse necessarie a realizzare impianti di frutteti, in particolare meleti di Rosa Romana, di cui c’è una notevole richiesta, desistono nella certezza che il loro lavoro sarebbe vanificato in poco tempo dal passaggio impietoso degli ungulati.

A ciò si aggiunge una pesante burocrazia che  impedisce lo svolgimento sereno di ogni operazione agro-forestale.

“La ricerca universitaria sulla identificazione della Mela Rosa Romana dell’Appennino bolognese”, ha detto nel suo intervento Mingarelli, “e sulla constatazione delle qualità che la rendono unica, ha notevolmente interessato il mercato e il mondo della cucina. La richiesta è di 30 quintali l’anno e ne disponiamo di solo 10”, ha spiegato. “L’incremento della sua coltivazione costituirebbe quindi una risorsa economica per queste zone. Purtroppo qui è ormai impossibile fare impresa, persino quella forestale”, ha rincarato il presidente. “Vincoli sono necessari, ma non possono essere scoraggianti. I principali operatori ecologici sono i contadini e non è ammissibile che la disciplina sull’operato in collina e in montagna sia tale da farli desistere”.

Mingarelli ha proposto l’istituzione di un tavolo in cui mettere  a confronto politici, imprenditori e operatori al fine di trovare una via d’uscita dallo stallo e consentire il riavvio dell’attività agricola in Appennino. Ha poi fatto un accorato appello alle organizzazioni sindacali di categoria perché mettano in campo la loro forza a sostegno dell’imprenditoria agricola, soprattutto quella dei giovani che oggi, in numero sempre maggiore, si avvicinano a questo tipo di attività, svolta a contatto con la natura e garante di una continuità nella difesa ambientale. A margine dell’intervento, Mingarelli  ha poi proposto la realizzazione di un monumento al contadino da porre in una posizione centrale di Grizzana Morandi. Proposta che è stata accolta con grande interesse dal presidente della Pro Loco di Grizzana, Cesare Calisti, il quale ha aggiunto che andrebbe completato con la figura della donna contadina, per ricordare che tutta la famiglia dell’agricoltore contribuisce alla buona riuscita della attività. La famiglia contadina è stata protagonista del passato agricolo montanaro e  aspetta ora i degni successori.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cittadini artificializzati, ammalati (vegani) credono che la natura sia un parco waltdisneyano.
No grazie.