giovedì 9 gennaio 2025

E’ allarme Peste Suina Africana a Piacenza

Caso Confermato in un Allevamento del Piacentino: verranno abbattuti tutti gli animali allevati


Un nuovo caso di Peste Suina Africana (PSA) è stato confermato in un allevamento da riproduzione a Vigolzone, in provincia di Piacenza. Lo ha comunicato la Regione Emilia-Romagna, evidenziando l’attuazione immediata delle misure previste dal Regolamento europeo per contenere il virus e prevenirne la diffusione.

Conferma del Caso e Misure Immediate

Le analisi virologiche, condotte inizialmente dalla sezione di Parma dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna su carcasse di suini deceduti, sono state confermate dalla sede centrale di Brescia e dal Centro di referenza nazionale dell’Istituto Zooprofilattico di Umbria e Marche.

Secondo il Regolamento europeo, in caso di PSA accertata, è obbligatorio abbattere tutti i suini presenti nell’allevamento infetto. La misura può essere estesa, in base a valutazioni del rischio, ad altre strutture che abbiano avuto contatti diretti con l’azienda coinvolta. L’unità di crisi regionale, riunitasi con la partecipazione del Ministero della Salute e del Centro di referenza nazionale, ha deciso di applicare immediatamente tali protocolli.

Massima Attenzione e Impegno Istituzionale

“La nostra attenzione è massima,” dichiarano in una nota gli assessori regionali Massimo Fabi (Politiche per la salute) e Alessio Mammi (Agricoltura, Agroalimentare, Caccia). “Non appena confermato il caso, è scattata la profilassi per isolare il virus e salvaguardare lo stato sanitario dell’area.”

Gli assessori ricordano che, negli ultimi due anni, la Regione ha investito oltre 11,1 milioni di euro per potenziare la biosicurezza degli allevamenti, finanziando interventi in oltre 150 aziende su tutto il territorio regionale. “Il nostro impegno al fianco degli allevatori prosegue e resterà costante,” assicurano.

Area a Rischio

L’allevamento colpito si trova in una zona boschiva che già in passato aveva registrato casi di PSA tra i cinghiali. Lo scorso novembre, l’area era stata declassata da “zona di restrizione” dopo un periodo di positività nei cinghiali abbattuti.

La Situazione in Evoluzione

La Regione Emilia-Romagna sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione, in stretta collaborazione con gli enti nazionali competenti. L’obiettivo prioritario è contenere la diffusione del virus e limitare le ripercussioni economiche e sanitarie per il settore suinicolo regionale. 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se non avessimo avuto negli ultimi due o tre decenni la proliferazione di questi ungulati, non avremmo conosciuta la peste suina africana! Ma ha avuto il sopravvento la mala politica e la mala gestione dei territori appenninici a beneficio di pochi e ai danni di molti.
Pensate che la Regione ha pure impegnato oltre 11 milioni di euro per potenziare la BIOSICUREZZA, grazie ai nostri assessori! Intanto i cacciatori si divertono.....

Anonimo ha detto...

Bah... apriamo le reti, lasciamo girare ovunque maiali e cinghiali: quelli che restano vivi saranno di base per la ripartenza del settore.
È la via più veloce ed economica per risolvere il problema.