Audizione sul progetto di legge alle Camere di Pd, IV, Lista Bonaccini e ER Coraggiosa a cui è abbinato un progetto di legge della Lega
Sindacati, industriali e Enti locali promuovono le
proposte di fiscalità di vantaggio per le aree montane.
È quanto emerso nel corso dell’audizione in commissione
Bilancio in merito ai due progetti di legge per interventi fiscali a
favore dell’Appennino: il testo base è un progetto di legge alle Camere
del Pd sottoscritto anche da Lista Bonaccini, Italia Viva e ER
Coraggiosa, a cui è abbinata una proposta di legge della Lega.
Il Presidente di Uncem Gian Battista
Pasini parla di “grande apprezzamento per questa iniziativa che stimola
l’interesse sui temi della montagna”. L’auspicio è che “ciò che uscirà dal
dibattito regionale possa portare un contributo anche nel contesto nazionale ed
essere di riferimento per altre regioni”. “Più che di incentivazione fiscale –
ha detto Pasini -, bisogna ragionare in termini di contrasto allo svantaggio
fiscale. Se un esercizio chiude in montagna, quel territorio perde vitalità,
perde un servizio e un elemento di aggregazione. La detassazione deve derivare
dalla funzione sociale assolta da queste attività”. “Bene dunque agire sulla
leva fiscale, ma c’è anche il tema del contrasto allo spopolamento. Dopo il
Covid, la montagna ha ricominciato ad attrarre residenti per la sua qualità
della vita e bisogna lavorare su questo”. Promossa da Uncem anche la proposta
di una aliquota Iva agevolata al 5% per i Comuni e le Unioni di Comuni che
effettuano interventi di ripristino o di prevenzione del rischio idrogeologico.
Parere positivo anche da parte dei sindacati
confederali.
Natale Vitali (Cgil Emilia-Romagna) sottolinea
come “la priorità assoluta deve essere la salvaguardia dell’occupazione. Per
questo chiediamo di condizionare l’erogazione di finanziamenti e incentivi
all’impegno di non chiudere e delocalizzare le attività produttive. Abbiamo
assistito a troppi casi di imprese che hanno deciso unilateralmente di chiudere
stabilimenti nelle aree appenniniche e solo grazie all’impegno delle
lavoratrici, dei lavoratori e della Regione è stato possibile salvaguardare i
posti di lavoro. A questo va accompagnato un piano generale di investimenti che
possa portare in queste aree infrastrutture, servizi sanitari, educativi e
culturali perché una pura incentivazione fiscale rischia, nel migliore dei
casi, di avere effetti limitati e nel peggiore effetti perfino distorsivi. È
inoltre indispensabile indicare con chiarezza le fonti di questi finanziamenti
affinché non siano toccate risorse da altri capitoli come sanità, istruzione,
trasporto pubblico, evitando il rischio di una frantumazione del tessuto
economico e sociale”. Sulla stessa linea Manuel Michelacci (Uil
Emilia-Romagna) per il quale “è bene che ci sia una proposta di legge alle
Camere perché serve una legge nazionale, ma nel caso in cui il Parlamento non
legiferi non possiamo non fare una ragionamento a livello regionale. Serve un
forte impegno per le piccole imprese evitando contributi a pioggia e riservando
i fondi solo a chi rispetta le norme a tutela del lavoro e della salute sui
posti di lavoro e utilizza i contratti nazionali di lavoro sottoscritti con i
sindacati”.
Netta la posizione dei rappresentanti delle
associazioni di categoria.
“Da sempre siamo al fianco della montagna,
apprezziamo quello che sta facendo e ha fatto in questi anni la Regione
Emilia-Romagna”, spiega Francesco Zanoni (Confcooperative Emilia-Romagna) che
ricorda come “la Regione ha fatto bene due anni fa ad approvare una legge sulle
cooperative di comunità perché danno forza al territorio. Condividiamo la
proposta di introdurre forme di fiscalità di vantaggio per le aree montane
perché è una nuova forma di approccio”. “Il Fondo Monetario Internazionale
ha ribadito ancora ieri che l’Italia deve intervenire per ridurre il proprio
debito pubblico: entrambe le proposte di legge sulla fiscalità di vantaggio in
Appennino hanno dei costi per le pubbliche finanze quindi avanziamo la proposta
che l’intervento per l’Appennino sia il primo provvedimento che, in maniera
bipartisan, la Regione deve approvare un minuto dopo l’approvazione
dell’autonomia differenziata”, spiega Gianluca Rusconi (Confindustria).
Per Eugenia Fazio (Coldiretti) “il
progetto di legge è ricco di spunti e auspichiamo che siano trovate le risorse
per le proposte di fiscalità incentivante, ma dobbiamo anche chiederci, una
volta approvata, se la legge sta funzionando e se c’è una risposta dal territorio,
in modo tale che la medicina possa diventare un domani cura per tutto il
comparto. Ad oggi vantiamo il 40% di imprese agricole che lavorano in montagna
e concordiamo sul fatto che non si possa declinare il concetto di ‘montagna’
solo in funzione dell’altimetria”. Coldiretti proporrà un emendamento affinché,
in luogo della deduzione delle spese, possa essere riconosciuto un credito di
imposta pari al 40% dei costi che le imprese agricole, in quanto tali, non
possono dedurre.
Nel corso del dibattito il Pd evidenzia la
scelta di presentare una proposta di legge alle Camere al fine di intraprendere
“un lavoro corale che ci veda protagonisti ma che possa coinvolgere tutte le
realtà interessate, anche di altre Regioni. Un progetto trasversale, lungimirante,
che nel contempo adotta un approccio decentrato con competenza alle regioni per
individuare le peculiarità delle singole aree. Per tale individuazione
proponiamo di fare riferimento all’IFC ‘Indice di fragilità comunale’ che
tiene conto delle difficoltà demografiche, economiche e sociali e non solo del
criterio dell’altitudine”. In sintesi, l‘obiettivo della proposta dei
democratici è promuovere lo sviluppo economico dell’Appennino con una fiscalità
di vantaggio per cittadini e imprese, con particolare attenzione al personale
sanitario e docente al fine di attrarre personale per avere servizi sanitari e
sociali adeguati, incentivi alla residenzialità sia in affitto che per
acquisto, sul trasporto e altre spese scolastiche, sui Comuni che devono avere
le risorse per poter realizzare e gestire i servizi indispensabili per i propri
cittadini.
“La sensibilità su questo tema per noi è
fondamentale. Siamo partiti ragionando da un punto di vista della fiscalità
regionale ed è importante che oggi, sulla spinta del nostro progetto di legge,
sia nato questo percorso, nell’auspicio che la proposta alle Camere non sposti
l’attenzione rispetto al tema. Sullo spopolamento delle aree montane occorre
agire e dare risposte e pensiamo soprattutto a quanto accaduto con l’alluvione.
Dobbiamo riportare nelle zone montane, a rischio idrogeologico, persone che
siano in grado di mantenere il presidio e ciò deve avvenire con incentivi
fiscali”, spiega la Lega. La proposta del Carroccio, infatti,
mira a istituire le zone economiche speciali dette Zama (Zona area-montana
autonoma) entro le quali sia possibile usufruire di agevolazioni normative,
amministrative e fiscali da finanziarsi con risorse proveniente dal Bilancio
della Regione. Attenzione particolare da riservare ai territori colpiti dalle
alluvioni di maggio 2023. Fra le proposte, l’esenzione dall’Irap per gli
esercenti dei territori montani con meno di 3.000 abitanti, benefici fiscali
per le nuove aziende a patto che mantengano l’attività sul territorio per
almeno 10 anni, riduzione del 50% del bollo auto per i residenti nella Zama,
esenzione della tassa regionale per il diritto allo studio universitario.
(Brigida Miranda e Luca Molinari)
(Segnalato da Dubbio)
8 commenti:
Bla, Bla, Bla, non dite niente, anatre mute, siete solo chiacchiere e distintivo.
Intanto a GRIZZANA MORANDI la mia TARI è aumentata del 100%, bravi, poi andate a raccontare che lavorate per agevolare chi vive in appennino, IL CENTOPERCENTO CAPITO?
Intanto a GRIZZANA MORANDI la mia TARI è aumentata del 100%, bravi, poi andate a raccontare che lavorate per agevolare chi vive in appennino. IL CENTOPERCENTO CAPITO?
Ottimo, adesso tutti sappiamo che lo sbroccato del CAPS-LOCK risiede a Grzzana Morandi.
Hai votato PD cazzi tuoi.
PD? Troppo a destra.
SI SONO DI GRIZZANA, E ALLORA CHE CAZZO VUOI?
...embeh?
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