Dopo la birra ottenuta dalle
castagne di Granaglione, è arrivata, a sorpresa e molto gradita, la birra ricavata dalla Mela Rosa Romana dell’Appennino. Chi ha
avuto modo di assaggiarla la descrive in termini molto lusinghieri, dal sapore
accattivante che ben si accompagna con molte pietanze, in particolare con la
pizza.
Una ragione in più per
riavvicinarsi alle produzioni appenniniche notoriamente molto gustose.
La Mela Rosa Romana è da
tempo alla ricerca del ruolo che le spetta nell’olimpo della categoria. In
Appennino si lamenta una produzione insufficiente a soddisfare la domanda. Si
sollecita quindi l’avvio di nuovi impianti.
Chi propone da tempo il frutto e ne ha studiato le qualità nutrizionali, scrive:
Siamo eredi di una antica, millenaria coltivazione, una mela che non ha
confronti: la Mela Rosa Romana dell’Appennino Tosco Emiliano.
Forma inconfondibile leggermente appiattita; mirabile colorazione
rosso-rosata; polpa compatta e soda; gusto dolce-acidulo equilibrato;
eccezionale alla spremitura e impareggiabile nella conservazione in ambienti
non refrigerati. Buona cruda e cotta! Una vera regina, la regina dei frutti del
nostro Appennino.
Ma non solo: la nostra mela è oggetto di studi scientifici da parte
dell’Università di Bologna: gli aspetti salutistici e nutrizionali sono al
centro dell’attenzione.
Valorizzare le straordinarie proprietà salutistiche di un frutto ultra
millenario".
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