Inspiegabile
il rinvio e legittime le preoccupazioni dei cittadini della
provincia, soprattutto di Vergato
di
Marta Evangelisti
Consigliere
metropolitano per 'Uniti per l’Alternativa '
La
risposta alla interpellanza che ho depositato per conoscere le sorti
dell’ospedale di Vergato nel periodo post Covid non soddisfa e
lascia invece molte perplessità. Purtroppo la città metropolitana
nel rispondere fa proprie le valutazioni espresse dal Direttore
generale della Azienda, questa volta come la precedente, ma le
risposte non sono ne' univoche ne' rassicuranti. Infatti, a proposito
del tema importantissimo del pronto soccorso che si vorrebbe riaperto
H24, prima si dice che la contrazione di orario non è dovuta ad una
nuova mission dell’ospedale e che cesserà dopo lo stato di
emergenza, poi si afferma che proprio la sussistenza del
reparto COVID rappresenta un motivo ostativo tanto che si cita
testualmente.
Si ritiene di poter riattivare il Pronto Soccorso
notturno al momento della chiusura del reparto COVID ed alla
conseguente riapertura dell’attività di ricovero e degenza per
acuti della Medicina Interna. Non risulta tuttavia possibile
definire, ad oggi, tale data con precisione. Ecco che dunque la
presenza del reparto COVID pare essere diventata la causa o la scusa
del mancato ripristino di un servizio fondamentale come l’apertura
del pronto soccorso H24.
Quanto
poi ai rimanenti servizi riguardo alle aree ospedaliere da
ristrutturare ed in particolare l’ultimo piano e la parte al primo
piano, da ampliare per la fisiatria e riabilitazione, era stato
riferito come si stesse già lavorando per mettere in atto gli
interventi per i quali era già stata confermata la copertura
finanziaria, ma l’emergenza Covid aveva imposto un momentaneo
arresto a questo tipo di attività. Oggi si risponde
invece che, quanto ai futuri scenari per l’Ospedale di
Vergato, si ritiene che non appena la situazione si normalizzerà, si
potranno riprendere i progetti di ristrutturazione sopra indicati e
tale Stabilimento Ospedaliero, al pari degli altri ospedali
periferici.
Quello
che pare ignorare la Città metropolitana, anche nella espressione
formulata dal comunicato della CTSSM, è come l’emergenza sanitaria
sia in realtà terminata l’8 maggio, così come ha detto il
commissario Venturi con anche il placet del Governatore. Appare
evidente quindi come invece i ritardi organizzativi non si
giustifichino, come l’Ospedale di Vergato, che al pari di altri
Ospedali dell’Azienda USL di Bologna, ha contribuito e tuttora
contribuisce alla gestione della crisi pandemica, non possa
continuare ad essere paralizzato e non valorizzato, adducendo come
“causale o scusa” la cessata emergenza Covid.
Contrariamente
a quelle che paiono essere le intenzioni della Azienda si ritiene
fondamentale riattivare tutte le attività presenti prima della
pandemia, ed anche lo sviluppo di ulteriori ambiti dovrà subito
essere preso in considerazione a Vergato come negli altri presidi
ospedalieri della provincia, in quanto parte di una rete complessiva
di area metropolitana. Le visite, gli esami di laboratorio,
l’attività di prevenzione deve ricominciare insomma,
come i progetti di ampliamento della offerta e dei reparti laddove
era stato promesso: sennò si abbia il coraggio di dire che le idee
sono cambiate e non si prendano in giro i cittadini.
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