Il
Comune ha stanziato 40 mila euro per tagliare i costi alle imprese
in crisi per via della quarantena e del calo dei consumi. Per i
cinema e i teatri lo sconto arriva al 75%.
di
Carmine Caputo
Il
Comune di Castiglione dei Pepoli ha stanziato 40 mila euro per
ridurre la Tari alle attività commerciali colpite dalla crisi legata
all’emergenza sanitaria.
Oltre
al 25% di sconto sulla parte variabile della Tari a tutte le attività
che hanno dovuto chiudere durante la quarantena, secondo
l'indicazione generale di Arera, l’Autorità di Regolazione per
Energia Reti e Ambiente, il Comune ha previsto un ulteriore sconto
del 25% della parte variabile per la Tari 2020 a chi, nonostante
abbia riaperto, vede ridotti i propri ricavi a causa delle
limitazioni e del distanziamento obbligatorio, quindi bar,
ristoranti, alberghi, negozi, botteghe di parrucchieri o estetisti.
Un
ulteriore sconto del 25%, che porta la riduzione complessiva al 75%
riguarderà i cinema e i teatri, tra le attività più colpite da
questa emergenza anche perché in tanti non hanno nemmeno riaperto:
per loro oltre tutto la riduzione della parte variabile della Tari è
estesa all’anno 2021 e 2022.
Le
riduzioni sono immediatamente applicabili già nei prossimi
bollettini, visto che la giunta ha deliberato d’urgenza in attesa
poi della ratifica del consiglio. In questo modo la riduzione sarà
garantita a tutti senza le necessità di ulteriori domande,
graduatorie o pratiche burocratiche. Si tratta del secondo intervento
voluto dall’amministrazione comunale a sostegno dopo le riduzioni
sulla Cosap di maggio.
Il
primo cittadino Maurizio Fabbri spiega le ragioni di questa
scelta:«Abbiamo voluto applicare riduzioni superiori a quelle
previste da ARERA, perché siamo consapevoli della difficoltà di
tante imprese e del loro ruolo strategico per il nostro territorio. È
vero che c'è un crescente interesse per l'Appennino, ma per poterlo
cogliere serve un tessuto produttivo commerciale che regga l'urto di
questa crisi, che va quindi aiutato il più possibile. Questa
operazione è molto onerosa per il nostro bilancio, ma la riteniamo
necessaria».
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