Segnalato
da Marco
E’
l’obiettivo del progetto messo a punto dall’Assemblea
legislativa in collaborazione con l’Associazione dei Famigliari
delle vittime, in occasione del 36° anniversario della strage:
ovvero raccontare ciò che i numeri non riescono a trasmettere.
L'idea è semplice: distribuire ai partecipanti al corteo di
commemorazione di oggi, martedì 2 agosto, le cartoline, tutte diverse, con
le ottantacinque biografie delle vittime della strage.
L'iniziativa-
che poggerà prima di tutto sui volontari dell'associazione, ma
l'appello a collaborare è esteso a ogni cittadino che sarà in
piazza- è stata presentata stamane dalla presidente
dell'Assemblea legislativa Simonetta Saliera, da quello
dell'associazione dei famigliari delle vittime, Paolo Bolognesi,
in collegamento dalla Camera dei Deputati, dalla vicepresidente
dell'associazione, Anna Pizzirani e dalla storica Cinzia
Venturoli, che ha curato materialmente la redazione delle
biografie.
Ogni
numero rappresenta “esistenze finite, sogni interrotti e famiglie
distrutte”: una narrazione che deve essere fatta per far rivivere
nel nostro immaginario ogni persona vittima della strage. Da qui, la
decisione di riprodurre in ottantacinque cartoline, una per ogni
vittima, il loro ricordo. In ognuna di queste cartoline troviamo
quindi, da un lato, la storica immagine della stazione colpita, e,
dall’altro lato, il breve racconto che ci riporta alla mente chi
era e cosa faceva la persona a cui è dedicata.
“Vogliamo
la verità su tutte le stragi, ogni amnesia nasconde una sommaria
amnistia”.
E’
la frase stampata a lettere cubitali, rosse, su ogni cartolina e
firmata dalla presidente dell’Assemblea, Simonetta Saliera.
"E' sempre più importante ricordare il momento della strage e
ciò che ha significato per Bologna, ma soprattutto per chi era lì,
magari per caso" ha detto Saliera. "Crediamo- ha aggiunto-
che sia un contributo alla conoscenza di questi morti, ma anche un
monito e un richiamo agli atti di terrorismo e alle stragi che
accadono in tutto il mondo. Si tratta sempre di vite, sentimenti,
storie che si interrompono improvvisamente senza sapere il perché”.
“Un’idea
molto bella”. L’apprezzamento per il progetto è arrivato da
Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione, intervenuto
durante la conferenza stampa, in collegamento skype dal Parlamento.
Bolognesi ha anche ricordato la recente approvazione del reato di
depistaggio che rappresenta, a suo avviso, “un fatto molto
rilevante per tutti”.
La
vicepresidente dell’Associazione dei Famigliari, Anna
Pizzirani, ha ringraziato l’Assemblea per l’impegno costante
mirato a ricordare questa “strage efferata”, anche promuovendo
incontri nelle scuole medie e superiori per far conoscere i fatti, e
all’obiettivo di giungere alla completa verità.
Cinzia
Venturoli, la storica che si è occupata materialmente di
compilare la storia di ogni vittima attingendo da fonti
giornalistiche e dagli archivi del Comitato, ha raccontato alcuni
aneddoti delle vittime, brevi flash di vita quotidiana ritrovati nei
documenti. Tra questi, la storia di Lina, poco citata nella stampa
di allora e che ora, dopo 36 anni, è diventata più nitida e
precisa nel ricordo del figlio.
"Personalizzare
i numeri", come spiega Venturoli, significa far capire di che
cosa parliamo, di cosa significhi una strage.
E
storia è anche il breve scritto, stampato nella cartolina, dove si
ricorda che le vittime provenivano da 50 città diverse: 9 erano
stranieri, 19 gli studenti, 5 insegnanti, 14 operai, 12 impiegati, 7
pensionati, 11 casalinghe. E c’erano artigiani, militari,
ferrovieri, tassisti, dirigenti, altri lavoratori, disoccupati. La
vittima più piccola, Angela Fresu, aveva 3 anni; quella più
anziana 86. Il più lontano di origini, uno studente giapponese in
visita a Bologna che scriveva nel suo diario "Prendo il treno
che parte alle 11.11. Ho preso un cestino da viaggio che ho
pagato cinquemila lire. Dentro c'è carne, uova, patate, pane e
vino. Mentre scrivo sto mangiando".
- Cartoline biografiche delle vittime del 2 Agosto 1980 — pdf, 5.8 MB
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