lunedì 8 luglio 2013

Grizzana Morandi si riappropria delle sue ‘radici’ Etrusche con l’inaugurazione del percorso naturalistico-archeologico di Monteacuto Ragazza.


La stipe votiva rinvenuta negli scavi di Monteacuto Ragazza,
ora esposta al Museo Civico Archeologico di Bologna


Di Carla Conti

Sono riaffiorate dalle ceneri del tempo, riesumate  dal vento della storia, le belle tracce  lasciate dalla presenza etrusca nella valle del Reno. Tracce che inorgogliscono e fanno sentire i valligiani del Reno eredi di un passato importante e bello, così che affascinati assistono gli Etruschi riappropriarsi della loro storia, delle tradizioni e dei siti che li videro protagonisti del passaggio dall’Italia dei villaggi, all’ Italia delle città.
Dopo la recentissima escursione alle cascate di Labante per la presentazione dei riti etruschi legati  all’acqua, domenica prossima 14 luglio, alle 11, sarà la volta di una visita a Monteacuto Ragazza, frazione di Grizzana Morandi, per percorrere il tragitto storico naturalistico che porta alla cima del monte della bella frazione, dove aveva sede  un santuario etrusco che per la sua posizione dominante era evidentemente più vicino al mondo divino e raccoglieva quindi i voti e le suppliche dei viandanti impegnati nel difficile tragitto appenninico.
La camminata nel bosco è di circa 1 chilometro e impegna per 30-35 minuti. Arrivati, si avrà di fronte le valli del Setta e del Brasimone, di fianco l’imponente massiccio del Vigese e in lontananza, sullo sfondo, la valle del Reno. Alla suggestione della storia si aggiunge quindi il piacere della vista che può spaziare in un orizzonte appenninico dalla rara bellezza.
Nulla è  visibile in superficie del sacro luogo di 2500 anni fa. Testimoni discreti ed eloquenti di quella storia , il cippo e i bronzetti rinvenuti negli scavi e esposti da anni al Museo Civico Archeologico di Bologna.
Eppure da qui gli Etruschi non hanno mai traslocato: uguale il paesaggio che ammiravano, identica la suggestione e la magia del sito.
Per questo il Comune e i Lions Club di Grizzana Morandi, unitamente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna hanno creato un nuovo percorso naturalistico-archeologico che consenta di conoscere caratteristiche e vicende di questo luogo sacro agli antenati etruschi.

L’inaugurazione ufficiale del percorso avverrà proprio domenica  alla presenza del Sindaco di Grizzana, Graziella Leoni, di Aldo Minghetti, Antonio Bolognesi e Anna Ardizzoni Magi, dei Lions Club, del Direttore Generale alle Antichità, Luigi Malnati, del Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, di Don Roberto Pedrini, Parroco di Burzanella e Monteacuto Ragazza, e delle archeologhe Paola Desantis e Silvana Sani che illustreranno la storia del sito e le prospettive di valorizzazione.

Protagonisti anche i rievocatori del gruppo “Methlum Kainual” di Marzabotto che in perfetto abbigliamento etrusco renderanno ancora più reale questo salto nel tempo di 25 secoli.
A seguire, aperitivo offerto da Pietro Vicinelli al Ristorante Cavanella di Monteacuto Ragazza.
Dalle 9.50 alle 10.10, un incaricato dell'organizzazione (riconoscibile dal logo raffigurante un bronzetto etrusco) sarà presente nella Piazza del Municipio di Grizzana Morandi per accompagnare il pubblico al luogo dell'inaugurazione

Il santuario etrusco di Monteacuto Ragazza fu individuato casualmente nel 1882 grazie alla scoperta di alcuni bronzetti a figura umana che dettero il via, negli anni immediatamente successivi, a ricerche più approfondite.
I risultati di questi scavi, sommati a quelli delle indagini più recenti (1997-98), hanno permesso di identificare nella parte meridionale del pianoro, quella affacciata sul massiccio del Monte Vigese, il punto centrale del culto. Una fondazione quadrangolare che circoscriveva il pozzo da cui provengono 14 bronzetti e un cippo con iscrizione etrusca, oggi conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna.
All’estremità settentrionale del pianoro sono stati individuati i resti di un’ampia costruzione quadrangolare, la cosiddetta “torraccia”, in cui sono stati trovati resti di granaglie e oggetti d’uso quotidiano.
Il percorso naturalistico-archeologico, con i suoi pannelli e didascalie, vuole facilitare a tutti l’accesso a questo luogo di grande suggestione e favorire una ripresa delle ricerche per approfondire la conoscenza di questo sito sacro agli etruschi.

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