lunedì 30 gennaio 2012
Alla difesa dei Prati di Mugnano.
Nato come parco agricolo con lo scopo di salvare una grossa azienda dallo scorporo e dalla conseguente vendita dell’area per singolo fondo, il parco dei Prati di Mugnano è sovrastato di nuovo da spesse nuvole nere, cariche di pioggia che già tuonano e saettano il loro conflitto con la terra e con l’uomo.
Gli oltre 200 ettari, per circa la metà acquistati allora dal Comune di Bologna e l’altra metà dalla cooperativa agricola che si era impegnata a gestire i propri e i terreni del parco, potrebbero ora essere alienati. L’andamento economico recessivo e la poca remunerabilità delle produzioni agricole hanno consigliato il Comune di Bologna di fare cassa con l’alienazione di una proprietà al di fuori dei propri ambiti territoriali e l’azienda agricola a disfarsi di ciò che non rende. Quello che negli anni settanta si è voluto evitare, si propongono di metterlo in atto gli attori che allora lo impedirono.
Segno dei tempi che cambiano e cambiano certamente non in meglio.
A questo progetto scellerato si cerca di mettere ‘una pezza’ e sono scesi in campo, intenzionati ad arrivare al salvataggio, il Comune di Sasso Marconi, il Cai – Bo Gruppo Medio Reno, coordinato da Piero Mutinelli, il Gruppo di Studi Progetto 10 righe, la Pro loco di Sasso Marconi e i tanti estimatori del parco, bello, silenziosamente servizievole e attento testimone di un tempo che fu, quello in cui l’arte di produrre cibo era senza discussione l’attività primaria dell’uomo.
Fra coloro che hanno imbracciato scudo e lancia per difendere il difendibile , Emilio Veggetti, erede naturale dell’indimenticato e indimenticabile Luigi Fantini. Veggetti fu, giovane fresco di studi, tecnico della cooperativa agricola che gestì il parco. Vero cultore dell’Appennino bolognese, che conosce intimamente in tutti i suoi aspetti. Con l’intento di sensibilizzare i pubblici amministratori e l’opinione pubblica, ha organizzato una mostra fotografica sul ‘parco’ e ha tenuto una seguitissima conferenza, affascinando gli intervenuti per la semplicità dell’esposizione e la conoscenza profonda degli argomenti trattati.
“Il parco di Mugnano è la porta del Contrafforte pliocenico”, ha detto Veggetti, “ e la sua presenza è complementare all’area protetta di Badolo e Battedizzo. Mugnano offre ristoro e una ottima base di partenza grazie ai suoi parcheggi, per chi vuole percorrere le due aree utilizzando la ricchissima rete sentieristica curata dal Cai. Gli escursionisti possono così visitare, e incroceranno nelle loro passeggiate, immersi nella ‘grazia’ dell’Appennino, i resti della ‘linea gotica' (prima foto dall'alto) le cui tracce più significative (trincee e postazioni) sono ancora come le lasciarono i tedeschi in ritirata nel 1945, il colombario romano di Badolo ( seconda foto dall'alto- gli studiosi stanno cercando di datarlo poiché potrebbe essere anche medevale), attraversare spiagge plioceniche ricchissime di fossili e godere delle rocce caratterizzate dalle erosioni del vento fra cui le note torri di Monte Adone e la strada romana Flaminia Minor (rilevanti tratti del selciato sono stati riportati alla luce da recenti scavi)”.
“Chi volesse partire da Bologna e dirigersi a piedi verso Firenze percorrerebbe la cosiddetta Via degli Dei che attraversa il Parco dei Prati di Mugnano, “, ha poi aggiunto il coordinatore Cai Mutinelli. “Il percorso è molto apprezzato non solo dai Bolognesi, ma anche da molti stranieri”.
Anche Bologna ci perderebbe moltissimo se il parco dei Prati di Mugnano, strettamente legato a questo patrimonio storico-ambientale, conservato grazie al sacrificio di molti, venisse alienato.
Il successo della mostra e l’interesse mostrato dal pubblico hanno incoraggiato i vari soggetti che si sono riproposti la difesa del parco a formare un ‘tavolo permanente’ che si riunirà a breve, per avanzare proposte ed eventuali collaborazioni per la gestione dell’area.
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