domenica 11 aprile 2010
Le frane in Appennino sono tante.
Le frane rilevanti che martirizzano l’Appennino bolognese sono oltre 500 di cui una percentuale altissima è attiva e minaccia di ampliare la ferita sul tessuto collinare o montano. Il dato preoccupa e si cerca una possibile soluzione poiché il ‘conto’ per contenere il danno, se non per arrivare a una situazione stabile, è salato. Per il Cia (Confederazione italiana agricoltori) la soluzione è da affidare a un ritorno dell’uomo all’utilizzo dei territori montani poiché l’attività agricola pretende una regimentazione efficace delle acque. “La maggior parte delle frane è da addebitare alla mancata cura dei terreni da parte dell’uomo che sta progressivamente abbandonando l’attività agricola” denuncia il vicedirettore della Cia bolognese Pietro Sabbioni. “La spesa a carico dell’erario pubblico è altissima. Sarà opportuno affrontare il tema e individuare i modi per cui si riprenda l’attività in collina cui seguirà anche un contenimento dei costi per l’ente pubblico”.
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