martedì 1 settembre 2009

Per il Campo sportivo di Stanco


Maccheroni al ragù e tigelle farcite con la ‘coppa’ per giocare a pallone. Non è una nuova dieta per atleti ma la formula adottata dagli ‘Amici di Stanco’ per raggranellare il necessario con cui sostenere l’onere di rimettere in funzione il loro campo sportivo. Già si è tenuta una prima serata ‘culinaria conviviale’ e la risposta ha soddisfatto gli organizzatori. “La strada è lunga, ha detto il presidente Mauro Tiviroli, “ ma la buona volontà dei soci è tanta per cui contiamo di raggiungere il traguardo e ad avere per la prossima estate il campo completamente rifatto. Potremo così accogliere i vacanzieri in un modo migliore. Non è che Stanco non abbia attrazioni. Si trova in una delle più belle parti della Valle del Reno. Ma i giovani amano diversificare le loro attività e noi faremo tutto il possibile per dare loro spazi adeguati ed attrezzati”.

Il campo sportivo di Stanco si trova nella parte bassa del caseggiato. Fu realizzato nel 1976 e l’anno successivo fu inaugurato con una prima partita i cui protagonisti, allora bambini, sono oggi i severi componenti dell’associazione Amici di Stanco. Il campo rimase in perfetto stato fino al 1993 quando, una defezione di soci indebolì l’associazione e il campo non fu più curato fino a diventare inutilizzabile. Ora è iniziato il recupero con la pulizia dell’area dalle infestanti (al posto delle reti e dei pali della porta vi erano infatti rampicanti di ogni tipo).

Sono entrati in azione i ragazzi di Stanco armati di accette e tanta buona volontà. Il piano è ora sgombero, ma ci si è accorti che un danno ben maggiore lo aveva portato la presenza dei cinghiali che nella ricerca di tuberi con il muso avevano sollevato l’intero mando erboso. Si è quindi provveduto al rifacimento del fondo con una adeguata aratura e con la risemina dell’erba da prato. Ora si punta a ottimizzare la recinzione, a cambiare le porte (ormai inaffidabili) e a sostituire la struttura mobile degli spogliatoi perché obsoleta e malandata. Fra le ipotesi anche quella di trasformare il campo in due campi da calcetto. Questo tipo di gioco è infatti ora il più seguito, anche perché, richiedendo meno giocatori, le squadre si formano più facilmente.

“Non possiamo tornare ai primi tempi del campo quando gli atleti, per la carenza di strutture, utilizzava il vicino castagneto per cambiarsi” ha sottolineato ancora il presidente. “Mancava la doccia e non sempre i tronchi assicuravano la copertura dagli sguardi indiscreti dei curiosi”.

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