sabato 26 settembre 2009

Artisti di Sasso Marconi






Guido Sammarchi ha esordito come pittore tra gli anni cinquanta e sessanta e nella lunga carriera artistica ha espresso la sua ispirazione sia nella pittura sia nella scultura di cui ha prodotto apprezzate opere come le installazioni che ha collocato a Sasso Marconi: quella davanti alla scuola elementare, quella nell’atrio del teatro comunale e quella dedicata alle giovani vittime sassesi dell’Istituto Salvemini nell’atrio della scuola Media. Quest’ultima opera è in metallo e vetro e rappresenta il globo terrestre squarciato da una traiettoria metallica. Dagli esordi artistici, dominati dal naturalismo , è oggi approdato al futurismo: “Cerco il nuovo nel campo della pittura. Ho riscoperto da qualche tempo il futurismo al quale vorrei aggiungere qualcosa di nuovo. Quello che pare più probabile è il ripensare ciò che ho fatto in passato incorporandolo nel mio attuale futurismo”, ha detto. E’ nato a Bologna e vive a lavora a Sasso Marconi in una abitazione a Ponte Albano facilmente riconoscibile per le maestose opere d’arte installate nel suo giardino.



Enrico Tonelli, sassese doc, espone in questi giorni all' ex-ACI Club di Bologna di via Marzabotto 2. La mostra, intitolata ‘ conFUSIONI ordiNATE: Arte o design,arte e design’, raccoglie il meglio del giovane artigiano che ama la materia con cui realizza oggetti di design e d'arredamento. L'attitudine verso l'oggettistica e l'artigianato, l’ha portato ad aprire la prima bottega creativa a Badolo nel piano terra della sua abitazione, dove ha organizzato un piccolo laboratorio artistico. L’esposizione esalta l'estro artigianale dell’artista che con la sua tecnica di assemblaggio dei materiali rende omaggio al precursore delle moderne installazioni con oggetti di recupero, Kurt Schwitters, a cui Enrico aggiunge una vena organicista con l'utilizzo di ferro, alluminio, resina e legno che sono i principali materiali utilizzati. La mostra resterà aperta fino al 10 ottobre ogni giorno L'inaugurazione si terrà venerdì 25 settembre alle ore 18.30. La mostra sarà visitabile fino al 10 ottobre dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 o su appuntamento concordato con l’artista: tel 349 4917168.


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Fin da bambina, giocando con la creta del fiume Reno vicino alla città etrusca di Marzabotto, Mariangela Cerasi creava forme dalla sua fantasia. Poi crescendo ha sviluppato il suo talento artistico che mette in opere materiche, delle ‘pitto-sculture’ che, fra l’accalcarsi della materia, fra protuberanze e cavità, celano le tracce di un passato cui infondono nuova vita. L’artista, che vive e opera a Mongardino di Sasso Marconi, vuole infatti recuperare il passato, non farlo morire e assurgerlo a pretesto per una nuova idea. “Qualsiasi cosa io veda, che sia il greto di un fiume, un albero, un vecchio merletto”, spiega, “ nella mia mente rappresenta un recupero di qualcosa che poi si trasforma e diventa altro. In questo modo il reperto non muore: diventa nuova vita trasformato dalla nuova idea che è riuscito ad ispirarmi”. Per questo nelle sue opere ricorre spesso l’ovoide, simbolo etrusco di rinascita: il passato universale che vive in tutte le cose e che l’artista vuole reincarnare in un ciclo infinito, capace di annientare la morte. La Cerasi ha partecipato e ha allestito numerose mostre in Italia e all’estero.


Maria Rosa Baladelli, è nata a Bologna dove ha sempre vissuto. E diplomata maestra all’Istituto d’Arte di Bologna ed è figlia d’arte. La madre Marta Minoccheri, oltre ad essere conosciuta per aver gestito a Bologna una galleria, è una pittrice apprezzata. Maria Rosa è ‘la pittrice della collina’. I suoi paesaggi strappano infatti il colore alle macchie di boschi e campi e fissano sulla tela le belle case della prima cintura bolognese dando testimonianza del loro abbandono che prende un alone di vivace tristezza. Maria Rosa riconosce alla madre il ruolo importante che ha avuto anche nella sua vita artistica: “Ha individuato con certezza la mia vena artistica e mi ha spinto a intraprendere questa attività che oggi trova nell’impressionismo il primo appagamento della mia tensione artistica” ha sottolineato l’artista. “Da alcuni anni mi sono trasferita in collina e ho incontrato nella serenità e nella bellezza dell’ambiente ulteriori stimoli. La collina ha scorci paesaggistici ancora inesplorati e sconosciuti e molto attraenti per l’ispirazione ”.


Gian Paola Degli Esposti risiede a Sasso Marconi da sempre e sottolinea subito di ‘amare senza riserva il verde delle colline sassesi e il magica Rupe d’arenaria che vigila con possenza l’incontro dei fiumi Setta e Reno’ . “ Il paesaggio che si colora al mutare delle stagioni è ispiratore per ogni tipo d’arte”, ha detto Paola. Disegna, dipinge e manipola terra creta da cui ottiene figure e paesaggi, collage e terre cotte. Nelle sue opere si legge la fantasia e l’originalità nel creare esprimendo interesse per lo spazio, la luce, la natura e i suoi tempi e il profumo di un mondi interiore alla ricerca di un approdo sicuro. “La tecnica che uso è la più varia” spiega l’artista. “Dall’immediatezza di una pennellata ad acquerello, alla materica del cartone stracciato, dalla pittura ad olio a fantasiosi collage, e spesso, manipolando la creta , dò il meglio di me stessa. Ho partecipato a diverse mostre d’arte, a concorsi ed estemporanee. In questi giorni sono presente con opere ad acquarelli, in una collettiva a Villa Aretusi di Bologna. Da hobbista, il mio motto per l’arte è : continuare!”

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