Rontini: “Superata la prova delle piogge, un risultato non scontato e importante”. Stanziati oltre 3 milioni di euro per la sicurezza idraulica e la stabilizzazione del versante
È tornato a funzionare il sistema di condotte
sotterranee realizzato nel 1994 a San
Benedetto Val di Sambro , gravemente compromesso dal riattivarsi, lo
scorso autunno, di una delle frane più
estese dell’Emilia-Romagna. Dopo l’intervento della Regione Emilia-Romagna, le condotte sono
nuovamente operative, garantendo lo scarico
dell’acqua in eccesso e riducendo il rischio di innalzamento dei
livelli dell’invaso formatosi a monte.
Il Settore Sicurezza territoriale e Protezione civile – Distretto Reno sta completando gli interventi per la messa in sicurezza del torrente Sambro, dopo che il movimento franoso, riattivatosi nell’autunno 2024 dopo circa trent’anni di quiescenza, aveva interrotto la continuità idraulica del corso d’acqua. Le opere in corso mirano proprio a ripristinare la piena funzionalità del sistema idrico.
«La prova dell’efficacia dell’intervento è arrivata con le piogge di questi giorni – ha commentato Manuela Rontini, sottosegretaria con delega alla Protezione civile –. Il recupero delle antiche condotte, posizionate trent’anni fa e compromesse dalla frana, non era affatto scontato. Le precipitazioni hanno di fatto ‘collaudato’ il sistema, confermando la bontà delle scelte progettuali».
Il recupero delle condotte sotterranee storiche,
sepolte e danneggiate dal movimento franoso, rappresenta uno dei risultati più significativi
dell’intervento. Per individuare i tratti sepolti sotto metri di terreno, sono state
condotte indagini geofisiche basate sulla
conducibilità elettrica, seguite da scavi mirati e dalla posa di nuove sezioni di tubazioni per ristabilire il
collegamento funzionale.
Il ripristino si inserisce in un piano più ampio di messa in sicurezza, avviato
già nella fase di emergenza attraverso motopompe
ed elettropompe, che hanno garantito temporaneamente il deflusso
dell’acqua. Oggi il sistema delle condotte, basato sul principio dei vasi comunicanti, consente lo
smaltimento delle acque in modo autonomo, senza costi energetici e con portate superiori rispetto alle pompe meccaniche.
Il progetto prevede anche la realizzazione di uno sfioratore di superficie,
operativo in caso di portate eccezionali: un canale a cielo aperto che
convoglierà l’acqua non transitabile nelle condotte, già funzionante ma in fase
di consolidamento e completamento.
Ad
oggi, l’Agenzia regionale per la
Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha investito oltre 1,4 milioni di euro per mitigare
gli effetti della frana e mettere in sicurezza l’area. A questi si aggiungono i
lavori del Comune di San Benedetto Val di
Sambro per 480mila euro,
finanziati con risorse regionali, e ulteriori 590mila euro provenienti dai Piani di Protezione civile avviati a ottobre.
Complessivamente, il programma di
interventi per la sicurezza idraulica e
la stabilizzazione del versante appenninico ammonta a 3,14 milioni di euro, e prevede anche nuove indagini geologiche e idrauliche
per approfondire la conoscenza del fenomeno franoso e ottimizzare la regimazione delle acque, limitando
l’infiltrazione delle precipitazioni negli strati più profondi del terreno.


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