Le istituzioni li riconoscano e creino un quadro operativo più moderno ed efficiente
I droni,
nelle mani di volontari formati e organizzati, non rappresentano più una
promessa per il futuro, ma una realtà già concreta nel presente della
Protezione Civile. Questa tecnologia sta rendendo il territorio più sicuro e la
risposta alle emergenze più rapida ed efficace.
Un’interrogazione presentata dal consigliere regionale Marco Mastacchi (Rete Civica) al Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna riconosce e valorizza l’impegno dell’associazione Rescue Drones Network OdV (RDN), una rete di volontari specializzati nell’uso dei droni (APR), attiva in regione dal 2020. L’associazione mette a disposizione i propri mezzi e le proprie competenze per supportare la Protezione Civile, e chiede che questo movimento innovativo venga finalmente riconosciuto e strutturato in un quadro operativo stabile.
I volontari di RDN stanno di fatto cambiando le regole del gioco nella
gestione delle emergenze. Nei casi di persone scomparse, dove ogni minuto è
prezioso, i droni si sono rivelati strumenti straordinari per accelerare le
operazioni di ricerca e soccorso (SAR – Search
and Rescue), aumentando sensibilmente le probabilità di successo,
soprattutto in aree impervie o in condizioni di scarsa visibilità.
Dopo terremoti o alluvioni, i droni consentono di valutare rapidamente l’entità dei danni senza esporre i soccorritori a rischi inutili. Possono effettuare rilievi interni di edifici pericolanti, fornendo immagini e dati cruciali ai tecnici e ai vigili del fuoco per valutare la stabilità strutturale.
L’innovazione portata dai droni non
sostituisce le competenze tradizionali, ma le potenzia. Ne è esempio la recente
collaborazione tra Rescue Drones Network e le unità cinofile K9 dei Cinofili di Sassuolo, con
l’obiettivo di creare protocolli di
intervento integrati che combinino le capacità dei due mondi.
Questa sinergia rappresenta non solo un’ottimizzazione tattica, ma anche un cambio culturale: un linguaggio
comune tra competenze diverse, al servizio di un obiettivo condiviso.
Il contributo più innovativo dei
droni non riguarda solo la gestione delle emergenze, ma anche la prevenzione. Le associazioni come RDN
adottano un approccio sempre più proattivo, monitorando le fragilità del
territorio per anticipare le crisi.
È in fase di studio, su richiesta
dell’Unione dei Comuni del Sorbara,
un progetto per la sorveglianza degli argini dei fiumi Secchia e Panaro,
attraverso droni e tecniche di fotogrammetria
– una tecnologia che consente di creare modelli 3D e mappe dettagliate da
immagini fotografiche.
Recentemente, su richiesta del Comune di
Ravenna e in collaborazione con l’associazione AARI CB Lugo, sono già stati mappati
circa 25 chilometri di argine del fiume
Santerno, un’attività cruciale per il controllo idrogeologico. È
inoltre in definizione un progetto per il censimento delle frane nell’Appennino bolognese, con
l’obiettivo di aggiornare costantemente la mappa dei rischi.
RDN ha proposto la creazione di un tavolo tecnico regionale per coordinare
tutte le associazioni che utilizzano i droni, con l’obiettivo di definire un protocollo unico di ingaggio. In questo
modo, chiunque necessiti di supporto tecnologico potrebbe attivarlo in modo
rapido, standardizzato e sicuro.
Il consigliere Mastacchi chiede alla Regione di valutare l’istituzione del tavolo tecnico e di sostenere progetti pilota analoghi a quelli già avviati per il monitoraggio delle fragilità territoriali, estendendo le sperimentazioni ad altri contesti critici.

4 commenti:
I droni possono essere utili anche in campo civile ma certi comuni impediscono di usarli affermando come causa i parchi.
Ormai non si può volare più da nessuna parte, zone rosse ovunque, sembra la nazione dei divieti, ogni cosa e scusa è buona per vietare tutto
Per quello che non l'ho comprato. Enac, patentini e varie cazzate, si spende per niente.
Non volate sopra casa mia perchè lo abbatto.
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