Riduzione dei cinghiali per diminuire i rischi di diffusione del virus. Stanziati quasi 1,2 milioni per il depopolamento
di Olga Cavina
La Regione
Emilia-Romagna rafforza l’impegno al contrasto della diffusione della Peste suina africana (Psa) e
alla riduzione della
presenza di cinghiali sul
territorio, che favoriscono la circolazione del virus, causando pesanti
danni alle produzioni agricole.
Il punto sulle strategie di contrasto messe in atto dalla Regione e attuate
dalle Province, in prima linea nelle azioni di contenimento e di controllo
della specie e dei piani di depopolamento, è stato fatto a Bologna nel corso di un incontro che l’assessore
regionale all’Agricoltura Alessio
Mammi ha tenuto con i Presidenti
delle Province dell’Emilia-Romagna.
Una plenaria che ha fatto seguito a una serie di incontri tenuti nelle singole
amministrazioni nel corso degli ultimi mesi. Questi appuntamenti hanno permesso
di discutere e pianificare le misure necessarie per contrastare la diffusione
della Peste suina africana e ridurre la presenza di cinghiali, coinvolgendo
attivamente le autorità locali e i rappresentanti del settore agricolo.
“Il confronto costante
con le Province ha consentito di monitorare l'efficacia delle misure adottate e
di coordinare gli sforzi tra Regione e autorità locali, rimuovendo le criticità
incontrate a fronte di una situazione in continua evoluzione”, ha
affermato Mammi,
sottolineando “l'importanza di questa collaborazione per garantire un'azione
tempestiva ed efficace nel fronteggiare la crisi sanitaria e proteggere le
produzioni agricole regionali”.
Tra le questioni
affrontate nell’incontro, le risorse
assegnate alle Province per il triennio 2022/2024: la Regione partecipa
finanziariamente all’esercizio delle funzioni con un importo annuo di 4,8 milioni di euro per il
pagamento del personale occupato nella gestione della fauna selvatica. Inoltre,
per quanto riguarda le risorse per
i piani di controllo, sono stati erogati 600 mila euro nel 2023 e
quasi 1,2 milioni di euro nel
2024.
Una novità arriva dal
fronte del commissario straordinario. È stata aggiudicata la gara per il primo servizio di depopolamento di
cinghiali tramite operatori esperti. Il tutto attraverso un bando, che utilizzerà una prima tranche dei due milioni assegnati dalla
Regione, a dicembre 2022, alla struttura commissariale. Le prime attività
saranno avviate a giorni nelle province di Piacenza e Parma coordinate dai Got
locali. È inoltre stato istituito la scorsa settimane il Gruppo operativo
territoriale di Bologna.
L’assessore ha poi
illustrato le recenti modifiche del Decreto-legge Agricoltura, che hanno
recepito alcune richieste portate avanti dalle Regioni, tra cui
l’Emilia-Romagna. “Le proposte avanzate per avere una maggiore incisività di
azione- spiega Mammi- sono
state accolte, ci aspettiamo pertanto che ora si possano aumentare gli sforzi
per ottenere risultati maggiori sia nelle attività di controllo che durante
l’attività venatoria. Allo stato attuale abbiamo due priorità assolute: evitare
che l’area epidemica si estenda ed impedire che il virus entri in contatto con
gli allevamenti, per farlo serve la collaborazione di tutti gli organi
istituzionali di ogni livello. Come concordato nel corso dell’incontro i
prossimi giorni invieremo la sintesi di quanto discusso al Governo e al
Commissario, chiedendo inoltre che siano individuate risorse aggiuntive per le
aziende che già da ora sperimentano difficoltà a causa della diffusione del
virus”.
Si tratta, in
dettaglio, dell’allungamento di un mese dei tempi per la caccia collettiva al cinghiale, che
sarà possibile a partire dal mese
di ottobre fino al 31 gennaio.
Poi l’ampliamento fino a mezzanotte
dell’attività di selezione con utilizzo dei visori, anticipata nelle
attività consentite nel calendario venatorio regionale, e i maggiori poteri al Commissario straordinario
per la Peste suina africana, ad esempio con la possibilità di agire al
di fuori delle zone di restrizione per la posa di recinzioni e barriere.
1 commento:
Continuiamo ad assistere ad una rappresentazione teatrale che ha aspetti deludenti e drammatici. Prima, quelli che hanno operato nella stanza dei bottoni, hanno concretizzato lo scempio a danno del territorio, dei coltivatori e allevatori sperperando denaro pubblico, con la scusa dei risarcimenti ai danni di quest'ultimi, e concedendo ai selettori e simili di giocare con le armi a suon di battute di caccia! Ora, con la peste suina africana, la rappresentazione dello spettacolo continua, gli attori sono gli stessi, e la caccia continua come prima più di prima! Dimenticavo, nei menù dei ristoranti non mancano prelibatezze a base di carni di cinghiale e capriolo. Evviva!
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