L’intervento prevede anche la sistemazione della sponda sinistra del fiume Reno.
La Regione informa:
Nuovi lavori per il consolidamento della frana
di Marano, nel territorio comunale di Gaggio Montano, finanziati con 1
milione 200mila euro di fondi del Pnrr.
Interventi che si collocano in piena continuità
quello già in corso, finanziato dalla Regione con 400mila euro, sulla storica
frana dell’Appennino bolognese. L’obiettivo è l’ulteriore stabilizzazione del
dissesto che nel 2018 ha pesantemente investito il territorio e la sistemazione
della sponda sinistra del fiume Reno. Le opere sono progettate e
dirette dall’Ufficio territoriale di Bologna dell’Agenzia regionale per la
sicurezza territoriale e la Protezione civile.
Il progetto dei nuovi lavori di consolidamento della
frana di Marano è stato predisposto a partire dai risultati di specifiche
indagini geologiche e di costanti monitoraggi eseguiti sul dissesto. Oltre alle
opere di consolidamento e alla sistemazione della sponda, è previsto l’ampliamento
della sezione idraulica dell’alveo del fiume Reno, ai piedi della frana,
per consentire il passaggio in sicurezza delle piene. È invece ancora in corso
la posa di una rete metallica con funzione anti-erosione, su un’area estesa per
quasi cinque mila metri quadrati, a protezione della nicchia di frana. La struttura
verrà fissata alla parete con ancoraggi in acciaio e funi.
I precedenti interventi sulla frana di Marano
Fin dalla prima riattivazione della frana di Marano,
la Regione ha svolto interventi con l’obiettivo di stabilizzare il dissesto,
esteso per circa 700 metri, e sistemare il tratto di fiume ai suoi piedi, in
parte ostruito.
Oltre ai lavori in somma urgenza svolti da subito
proprio per impedire la completa occlusione dell’alveo, si sono poi realizzate
campagne di indagini geologiche (dal 2018 al 2020) e interventi di drenaggio
nella parte alta del dissesto finanziati con 100 mila euro.
Tra il 2020 e il 2023 sono stati realizzati due
importanti interventi: con il primo, finanziato con 580 mila euro, è stata
innalzata la quota di fondo dell’alveo con la posa di massi ciclopici per
raccordarla con quella di valle, limitando il rischio erosione e stabilizzando
il letto del fiume. Una scogliera sulla sponda sinistra del Reno e la
sistemazione di quella a destra hanno completato l’opera.
Successivamente, un intervento da 1 milione e 200
mila euro ha permesso di consolidare la zona medio-alta del dissesto con un
rimodellamento morfologico, drenaggi e una paratia di pali collegati da trave e
tiranti in acciaio.
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