In occasione della XXIV Giornata del Sollievo, AMRER, l’Associazione Malati reumatici Emilia-Romagna, il 25 maggio a partire dalle 10, presso la Casa del Quartiere Scipione dal Ferro di Via Sante Vincenzi 50 a Bologna, organizza un incontro medici-pazienti su come affrontare il dolore cronico, con terapie farmacologiche e non
Comunicato congiunto Azienda USL di Bologna associazione AMRER
Il dolore cronico
affligge in Italia circa 14milioni di persone, di questi circa 1
milione sono nella Regione Emilia-Romagna. Non fa
distinzioni di sesso, e per alcuni può durare in media più di 8 anni
mentre per altri può protrarsi per più di 20 anni. Se non trattato e
affrontato adeguatamente, compromette seriamente la qualità di vita di chi ne
soffre, non solo dal punto di vista fisico ma anche sotto il profilo
psicologico, lavorativo e relazionale.
Ma che cos’è il dolore
cronico e quando lo si può definire tale? Si tratta di un dolore che persiste o
ritorna a essere presente in un arco temporale di 3 mesi, oppure che rimane
presente per un mese dopo la risoluzione di un danno tissutale acuto o si
associa a una lesione che non guarisce. Quali le cause? Principalmente è
associato a malattie croniche, come le artriti, la fibromialgia, neuropatie, o
anche le neoplasie. Ma ci sono anche le cefalee, dolore addominale cronico,
lombalgie e tanto altro. Le malattie reumatologiche possono presentare più
complicanze, come per esempio più autoimmunità contemporaneamente o un
interessamento gastro intestinale oltreché muscolo-scheletrico.
Ma come lo si tratta?
«Oggi abbiamo diversi strumenti a disposizione, e non solo farmacologici»,
premette Emanuele Piraccini, direttore dell'U.O. di Terapia
del dolore della Ausl di Bologna. «A seconda dei casi, si può optare per
antiinfiammatori e corticosteroidi o farmaci più potenti e impegnativi come gli
oppiacei, gli antiepilettici o gli antidepressivi utilizzati per alcuni tipi di
dolore neuropatico. Ma c’è anche la cannabis terapeutica, che è uno strumento
farmacologico utilizzato dalla terapia del dolore per controllarne alcuni non
responsivi ad altre terapie farmacologiche. E si può arrivare
anche a infiltrazioni eco e radio guidate, o tecniche di neuromodulazione con
dispositivi a radiofrequenza o di neurostimolazione con dispositivi
impiantabili, sia al di fuori del midollo spinale che al di fuori dei nervi
periferici». E tra le scelte non farmacologiche? «Ci sono l’agopuntura, la
ginnastica posturale, l’autogestione psicologica per il dolore, l’attività
motoria adattata, l’ozonoterapia, e non ultimo alcuni nutraceutici che possono
essere indicati dal medico». No al fai da te con gli integratori, avverte
Piraccini, sottolineando anche che le scelte farmacologiche e le altre opzioni
terapeutiche possono essere utilizzate dal medico in combinazione.
Ma come viene preso in
carico il paziente che manifesta un dolore cronico dal SSN? «La persona viene
inviata alla Terapia del dolore dal MMG, oppure da uno specialista. Dopo una
prima valutazione del terapista del dolore viene proposto o consigliato un
trattamento, che può includere diversi approcci, tra cui quello psicologico e
nutrizionale. Perché il dolore va aggredito su più fronti, per
permettere alla persona di avere una vita sociale e lavorativa senza difficoltà
o quantomeno con minori difficoltà», sostiene Piraccini.
Chi ha dolore cronico,
spesso, non riesce a fare una regolare attività fisica, con il rischio che il
peso aumenti e il quadro si complichi. Per questo, le scelte da fare a tavola
vanno riviste nell’ottica di un cambio di stile di vita, che comprende anche
un’attività fisica adeguata al quadro clinico della persona. E bisogna
sfatare il mito che basta muoversi: ogni caso ha un’attività fisica più
indicata, come farà notare Stefania Degli Esposti, Direttore
della UOC di Medicina Riabilitativa Sud dell’AUSL di Bologna, durante
l’incontro medici-pazienti organizzato in occasione della XXIV Giornata del
Sollievo da AMRER ODV, l’Associazione Malati Reumatici
Emilia-Romagna, il 25 maggio presso la Casa del Quartiere Scipione dal
Ferro di Via Sante Vincenzi 50 a Bologna.
«Il dolore è una
malattia e cercare strategie farmacologiche e non per affrontarlo, oltre a
divulgare sul come adottare un corretto stile di vita sostenibile e duraturo è
un compito che a noi sta a cuore. Molti pazienti reumatologici
convivono con situazioni di dolore cronico e in alcuni casi si ritrovano
costretti anche ad abbandonare il lavoro. Se non trattato, il dolore ha
implicazioni anche psicologiche e relazionali, innescando un circolo
vizioso da cui può diventare difficile uscirne», afferma Daniele Conti,
direttore di AMRER. Che invita a partecipare all’incontro di sabato 25
maggio, «Fare sensibilizzazione su questi temi, non solo a chi convive con il
dolore cronico ma anche ai caregiver e alle persone che vogliono saperne di
più, aiuta a creare una società più consapevole».
All’evento, oltre a
Emanuele Piraccini e a Stefania Degli Esposti saranno presenti anche Enzo
Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione presso l’Università di
Bologna, e Marco Monti, direttore della UO Psicologia Ospedaliera,
AUSL di Bologna
L’evento è gratuito e si può partecipare in presenza fino a esaurimento posti. Per chi non può fisicamente raggiungere la sede dell’incontro, potrà seguire lo streaming sui canali social Facebook e YouTube di AMRER.
Nessun commento:
Posta un commento