domenica 17 luglio 2022

FINESTRE SULLA FILOSOFIA

 Giovedì prossimo, 21 luglio, sarà un anno da quando Marco Leoni è mancato.

Oltre all’amico, compagno di una gioventù spensierata trascorsa nei ‘favolosi anni 60’, è mancato un efficace collaboratore di questo blog. La sua vivace curiosità verso argomenti vari di cultura e stile lo portò ad interessarsi di architettura, ambiente e negli ultimi anni di filosofia, materia da cui era rimasto profondamente affascinato. Si era reso tramite della divulgazione di lezioni del professor Saudino sui principali pensatori dell’antichità e su filosofi anche più recenti. Purtroppo la sua prematura scomparsa ha interrotto questi suoi contributi arrivando solo fino ai giganti della filosofia medievale.

In occasione dell’anniversario, pubblichiamo uno degli ultimi articoli, rimasti inediti, quello che illustra in breve i principali contenuti del pensiero di Guglielmo Ockam ( 1285circa- 1347)



di Marco Leoni





IL RASOIO DI OCKHAM 

( lezione di Matteo Saudino , fantastico prof. di filosofia )

Guglielmo Ockham è il filosofo che sancì la crisi della filosofia scolastica e portò all’interno della scolastica una svolta di stampo empirista: la conoscenza egli afferma si fonda sulla Esperienza concreta , gli oggetti sono colti mediante una intuizione diretta dei sensi .

Nel mondo della scolastica fu dirompente la posizione di Guglielmo da Ockham perché introdusse il concetto che la conoscenza si fonda sulla esperienza compiuta dai cinque sensi , questi portano ad avere una intuizione diretta del mondo circostante. Con l’udito, con la vista, con il tatto, il gusto e l’olfatto si ha dunque il materiale necessario alla conoscenza.

E’ un recupero anche di un certo empirismo Gnoseologico tipico di Epicuro e di Democrito ma nel mondo della cristianità, della filosofia cristiana scolastica, è una vera e propria novità , è una voce fuori dal coro .

E che ruolo ha il linguaggio rispetto alla conoscenza?

Il linguaggio è fondamentale per la conoscenza, io non potrei conoscere senza il linguaggio perché il linguaggio costituisce l’insieme dei segni che mi permettono di comunicare, parlare e di ragionare .

Dunque Guglielmo da Ockham nel dibattito realisti-nominalisti è un nominalista. Per i realisti il linguaggio, i concetti, non sono

segni o strumenti inventati dall’uomo, segni convenzionali ma rimandano a delle realtà, a delle entità reali. Esistono degli enti reali e le parole ne sono un collegate, legate fortemente: alla parola corrisponde il concetto, corrisponde un quid, un ente.

Per i nominalisti, quelli più radicali come Rosellino, le parole sono ‘flatus vocis’ cioè sono suoni che stanno al posto delle Cose . E’ un nominalista anche Guglielmo da Ockham :

Il Linguaggio è l’insieme dei segni, cioè convenzioni, che servono a comunicare, che servono a ragionare e hanno un valore strumentale.

E’ questa la modernità di Guglielmo da Ockham, lo possiamo capire noi che siamo di fronte a delle lingue che sono totalmente delle convenzioni che cambiano costantemente . Le lingue che usate sui social non sono le lingue che usate nelle mail e non sono quelle che usavate un tempo per le cartoline , le lingue cambiano perché i linguaggi sono delle convenzioni.

Per Guglielmo da Ockham dunque il linguaggio ha un valore strumentale e questo permette di arrivare alla sua celeberrima teoria del rasoio di Ockham.

In cosa consiste ?

Guglielmo da Ockham elabora un metodo conoscitivo

decostruttivo: prima di conoscere e per conoscere bisogna

decostruire.

Decostruire tutto ciò che è stato costruito in maniera inutile, artificiale.

La filosofia ha costruito nozioni e ha elaborato pertanto emozioni, teorie che non sono verificabili empiricamente e che sono completamente inutili , fra queste ci metto il ‘mondo delle idee’ di Platone .

Il mondo delle idee lo possiamo verificare come esistente ? NO .

A cosa ci serve il mondo delle idee per conoscere le piante , gli animali o per conoscere le emozioni degli uomini.

Voglio salvare un po’ il grande Platone che è un modello ideale verso cui tendere: per Platone ipotizzare l’esistenza del mondo delle idee ha fatto sì che gli uomini si muovano verso la bellezza interiore ed esteriore, verso la giustizia interiore e politica. Era un modello.

Ma molti come lo hanno interpretato questo modello, come realmente esistente, metafisico al di là della natura .

Cosa ci dice Guglielmo da Ockham : tutte le teorie le filosofiche, le nozioni non verificabili non sono conoscibili per cui vanno eliminate , vanno potate vanno tagliate: RASOIO DI OCKHAM .

Non bisogna moltiplicare gli enti oltre il necessario: alla parola cavallo, alla parola cane devo far corrispondere un ente che esiste al di là della natura che esiste nell’iperuranio o nella mente di DIO , la parola cavallo è un segno che mi serve per conoscere tutti quegli animali che hanno quelle caratteristiche che anziché dire quel quadrupede erbivoro che può essere cavalcato , dico cavallo, che raccoglie tutte le caratteristiche della cavallinità. Non deve esistere l’idea di cavallinità, deve esistere la parola cavallo , dunque il rasoio di Ockham è quella modalità che tende alla semplificazione gnoseologica della Conoscenza.

Lo stesso concetto di ‘sostanza prima’, di ‘sostanza seconda’, di sostanze derivate di Aristotele e di Tommaso viene criticato da Guglielmo da Ockham: perché devo moltiplicare le sostanze, cioè esiste la sostanza naturale, poi esistono le determinazioni della sostanza cavallo , la sostanza albero , la sostanza uomo ma non si può fare delle sostanze una graduatoria moltiplicandole lungo una scala verticale , esiste ‘la sostanza’ .

Il rasoio di Ockham è proprio una modalità di decostruzione delle conoscenze tendenzialmente non verificate, non fondate, tra cui le conoscenze filosofiche tradizionali che anziché portare alla conoscenza della realtà , l’hanno resa confusa hanno moltiplicato gli enti anziché conoscere gli enti .

La moltiplicazione degli enti da conoscere non rende più conoscibili gli enti ma rende più difficile conoscere realmente quali siano gli enti e la natura appunto propria .

Ecco, e concludo, il rasoio di Ockham è un inno anche al futuro Empirismo gnoseologico : per conoscere bisogna fare esperienza, l’esperienza è la base della conoscenza e quando io penso di poter conoscere baipassando l’esperienza, fondo una conoscenza su sé stessa. Ma una conoscenza non può essere fatta su sé stessa deve essere fondata su una realtà che va conosciuta con un metodo altrimenti saremmo di fronte a una tautologia .

In chiusura DIO , poiché va oltre l’esperienza, non può essere conoscibile , la via a DIO per Guglielmo da Ockham non è la via della ragione ma è la via della mistica medioevale: per conscere DIO dobbiamo perseguire una via di misticismo.

E il misticismo è irrazionale, il misticismo ha a che fare con le emozioni e il misticismo è una via verso DIO, che si diffonde nel medioevo, fatta di adesione incondizionata a DIO: io scelgo DIO , aderisco a DIO , mi do a DIO perché DIO sarà sovrabbondanza che mi rapisce che mi porta a sé , non arrivo a DIO con la ragione , ma mi abbandono a DIO .



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