giovedì 5 agosto 2021

Preoccupazione per il Fantini di Vergato



Il consigliere della Città Metropolitana Marta Evangelisti invia:

 


Da notizie apprese in questi giorni pare 
 che  saranno applicati tagli all’ Istituto di Istruzione Secondaria “Luigi Fantini” di Vergato: nonostante infatti le dichiarazioni rese dalla classe dirigente nazionale e regionale in merito al PNRR, non vi saranno le promesse maggiori risorse, almeno in termini di spazi e personale.

Dopo il trascorso anno di emergenza pandemica, durante il quale i risultati parlano chiaro a favore dell’Istituto Fantini, l’Ufficio Scolastico Provinciale non pare aver concesso l’organico per il corso serale. Questa scelta risulta inaccettabile perché spetterebbe di diritto in base ai numeri degli iscritti, e secondariamente perché la mancata assegnazione di personale per il corso serale comporta due opzioni: o chiudere il corso – con un danno inestimabile per la funzione sociale che svolge nella zona montana – o garantirlo solo in parte con le risorse del diurno, che ne risulterebbe ovviamente privato.

Ed ancora l’USP,  pare che invece di sostenere la scuola nell’abolizione delle “classi pollaio”, non abbia concesso la terza sezione per la prima liceo (considerata anche la presenza di ragazzi disabili) e ha accorpato, a partire dall’anno scorso, diverse classi, con il risultato che attualmente al Fantini molte aule sono affollatissime (28-30 studenti). 

È del tutto evidente come detta condizione oltre ad essere pregiudizievole per la didattica, soprattutto nelle classi del primo biennio, non permetterà una condizione di maggior sicurezza in caso di ripresa della pandemia, oltre a destare riserve rispetto alla effettiva realizzazione delle attività finalizzate all’inclusione. Infine occorre stigmatizzare come la mancanza di spazi dedicati ha determinato, già dallo scorso anno, la sospensione di tutte le attività laboratoriali che rappresentano per gli studenti con disabilità più complessa, l’ occasione di incontro e condivisione con i compagni. 

Ma la mancanza di spazi grava in generale sulla didattica ordinaria di tutte le classi, non solo per il sostegno: il record di iscrizioni raggiunte quest’anno è un aspetto da considerarsi positivo per tutta  la valle del Reno. 

Auspico quindi che la Città metropolitana, nella persona del Consigliere delegato, sappia trovate adeguate soluzioni, con magari 

la concessione di vani di bioedilizia per dotare l’Istituto di almeno due/tre  aule in più ma anche in termini di ripristino delle risorse umane di organico oggi sospese, attivandosi in tutte le sedi e con tutte le modalità necessarie affinché vengano riconosciute le condizioni per continuare la progettualità formativa a sostegno del territorio”.

 

 

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