Oggi
per la chiesa cattolica è la festa di 'Tutti i Santi' e il parroco
di Sasso Marconi, don Paolo Russo, ha voluto far precedere la
festività da una sua testimonianza sull'ultimo dei santi canonizzati
da Papa Francesco, Papa Paolo VI.
Don
Paolo (nella foto), nell'incontro tenutosi in chiesa alcuni giorni fa, ha
raccontato che durante un viaggio in America latina con un gruppo di
seminaristi, ebbe modo di conoscere il segretario personale di Papa
Paolo VI, John Magee, e di apprendere da lui molti degli
accadimenti che caratterizzarono l'apostolato del Papa ora
dichiarato ufficialmente santo.
Magee,
di origine irlandese, si trovò a Roma per concludere la sua
preparazione sacerdotale e per una fatalità fu chiamato in Vaticano
per sbrigare la posta irlandese del Papa. La sua collaborazione fu
molto apprezzata dal Santo Padre che lo volle quale segretario
personale, incarico che ricoprì fino alla morte di Paolo VI. Ciò
lo mise in contatto quotidiano con il Pontefice ed ebbe modo così di
essere testimone di tanti avvenimenti che provano il grande zelo
nell'adempimento del suo mandato e il grande amore per la Chiesa e
il per mondo cattolico.
“Magee
mi raccontò di episodi inquietanti e straordinari”, ha detto don
Paolo e ne ha fatto alcuni esempi.
“In
Vaticano c'era una cartellina verde dove venivano riposte le
lettere dei sacerdoti che chiedevano di tornare laici. Il Papa ne
prendeva visione settimanalmente per rispondere. Un giorno in cui non
usciva più dall'ufficio, il segretario volle entrare per capire la
ragione di questo ritardo. Entrato, vide il Papa molto addolorato e
provato e si accorse che stava sudando sangue. In un'altra occasione,
il 27 novembre 1970, poco prima di un viaggio (Paolo VI fu il primo
Papa viaggiatore), il Santo Padre mandò il segretario a comprare
due medaglie della Madonna. Una la tenne per sé e la mise
direttamente al collo, l'altra la diede al segretario che fece
altrettanto. Arrivati a destinazione, durante un incontro con i
fedeli, dalla folla improvvisamente uscì un uomo armato di un
pugnale che si scagliò contro il Papa colpendolo al petto. Fu la
medaglia a salvarlo : il pugnale la trapassò e, siccome era molto
spessa, ferì il Pontefice solo leggermente”.
Riferisce poi don
Paolo che la morte di Paolo VI, avvenuta dopo
una travagliata malattia, fu segnata da un altro fatto straordinario.
La mattina del 7 agosto 1978, infatti, il segretario si accorse che
il Pontefice non aveva ritirato la colazione che le suore, come tutti
gli altri giorni, gli avevano lasciato fuori dalla stanza, e quindi
entrò e lo trovò morto, con un'espressione serena in volto. Era
seduto sulla sua poltrona con ancora un libro tra le mani. Era
deceduto alle 21.41 del giorno prima e a testimoniarlo fu anche
l'orologio della camera che inspiegabilmente si era fermato proprio a
quell'ora. Il segretario ha raccontato al nostro parroco che fu egli
stesso a prepararlo per il funerale e nel vestirlo scambiò la sua
medaglia della Madonna con quella del Papa danneggiata
dall'attentatore. E' un ricordo che egli conserva gelosamente. Papa
Paolo VI è ricordato anche per la sua sentita battaglia contro
l'aborto. Proprio la sua lotta per la salvaguardia della vita e della
maternità gli ha assicurato la prova per la santità: due donne che
per la medicina ufficiale non avrebbero potuto avere bambini,
pregando il Papa hanno avuto entrambe la gioia di concepire un
figlio.
John
Magee ha ora 82 anni. Dopo essere stato segretario personale di Paolo
VI, ha ricoperto l'incarico di sottosegretario di Papa Luciani e poi
di cerimoniere per Giovanni Paolo II.
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