giovedì 1 novembre 2018

San Paolo VI raccontato da don Paolo, parroco di Sasso Marconi


Oggi per la chiesa cattolica è la festa di 'Tutti i Santi' e il parroco di Sasso Marconi, don Paolo Russo, ha voluto far precedere la festività da una sua testimonianza sull'ultimo dei santi canonizzati da Papa Francesco, Papa Paolo VI.

Don Paolo (nella foto), nell'incontro tenutosi in chiesa alcuni giorni fa, ha raccontato che durante un viaggio in America latina con un gruppo di seminaristi, ebbe modo di conoscere il segretario personale di Papa Paolo VI, John Magee, e di apprendere da lui molti degli accadimenti che caratterizzarono l'apostolato del Papa ora dichiarato ufficialmente santo.
Magee, di origine irlandese, si trovò a Roma per concludere la sua preparazione sacerdotale e per una fatalità fu chiamato in Vaticano per sbrigare la posta irlandese del Papa. La sua collaborazione fu molto apprezzata dal Santo Padre che lo volle quale segretario personale, incarico che ricoprì fino alla morte di Paolo VI. Ciò lo mise in contatto quotidiano con il Pontefice ed ebbe modo così di essere testimone di tanti avvenimenti che provano il grande zelo nell'adempimento del suo mandato e il grande amore per la Chiesa e il per mondo cattolico.
Magee mi raccontò di episodi inquietanti e straordinari”, ha detto don Paolo e ne ha fatto alcuni esempi.


In Vaticano c'era una cartellina verde dove venivano riposte le lettere dei sacerdoti che chiedevano di tornare laici. Il Papa ne prendeva visione settimanalmente per rispondere. Un giorno in cui non usciva più dall'ufficio, il segretario volle entrare per capire la ragione di questo ritardo. Entrato, vide il Papa molto addolorato e provato e si accorse che stava sudando sangue. In un'altra occasione, il 27 novembre 1970, poco prima di un viaggio (Paolo VI fu il primo Papa viaggiatore), il Santo Padre mandò il segretario a comprare due medaglie della Madonna. Una la tenne per sé e la mise direttamente al collo, l'altra la diede al segretario che fece altrettanto. Arrivati a destinazione, durante un incontro con i fedeli, dalla folla improvvisamente uscì un uomo armato di un pugnale che si scagliò contro il Papa colpendolo al petto. Fu la medaglia a salvarlo : il pugnale la trapassò e, siccome era molto spessa, ferì il Pontefice solo leggermente”. 

Riferisce poi don Paolo che la morte di Paolo VI, avvenuta dopo una travagliata malattia, fu segnata da un altro fatto straordinario. La mattina del 7 agosto 1978, infatti, il segretario si accorse che il Pontefice non aveva ritirato la colazione che le suore, come tutti gli altri giorni, gli avevano lasciato fuori dalla stanza, e quindi entrò e lo trovò morto, con un'espressione serena in volto. Era seduto sulla sua poltrona con ancora un libro tra le mani. Era deceduto alle 21.41 del giorno prima e a testimoniarlo fu anche l'orologio della camera che inspiegabilmente si era fermato proprio a quell'ora. Il segretario ha raccontato al nostro parroco che fu egli stesso a prepararlo per il funerale e nel vestirlo scambiò la sua medaglia della Madonna con quella del Papa danneggiata dall'attentatore. E' un ricordo che egli conserva gelosamente. Papa Paolo VI è ricordato anche per la sua sentita battaglia contro l'aborto. Proprio la sua lotta per la salvaguardia della vita e della maternità gli ha assicurato la prova per la santità: due donne che per la medicina ufficiale non avrebbero potuto avere bambini, pregando il Papa hanno avuto entrambe la gioia di concepire un figlio.
John Magee ha ora 82 anni. Dopo essere stato segretario personale di Paolo VI, ha ricoperto l'incarico di sottosegretario di Papa Luciani e poi di cerimoniere per Giovanni Paolo II.




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