lunedì 16 luglio 2012

La siccità 'mette in ginocchio' l'ortofrutticoltura.


Caldo torrido: la siccità mette in ginocchio l’agricoltura, i danni alle colture sono ingenti e la situazione sta peggiorando. A lanciare l’allarme è Pietro Sabbioni della Direzione provinciale CIA (Confederazione italiana agricoltori) di Bologna che ha inviato questo comunicato:

I danni da siccità sono, purtroppo, ormai un dato di fatto anche nella nostra Provincia. Le risorse idriche non sono sufficienti a coprire il bisogno d’acqua e le campagne sono le prime ad essere colpite dagli effetti disastrosi di questo caldo torrido, dove a subire le conseguenze peggiori sono soprattutto il mais, soia e girasole. Problemi gravi si stanno registrando sulle colture orticole, in questo caso per effetto combinato alle elevate temperature di queste ultime settimane.
Anche la frutta sta subendo danni più o meno gravi a causa prima di Scipione, Caronte e Minosse, ed ora dal colpo di calore che provoca un forte “stress” con effetti di sviluppo delle drupe e delle bacche,  ( è il caso di albicocche, pesche, pomodori ), alle scottature che provocano danni e deprezzamento un po’ u tutte le specie, mele e pere comprese.
Questo quadro,  dimostra senza ombra di dubbio come, considerati gli evidenti cambiamenti climatici in atto, sia necessario dare priorità al potenziamento dei piani irrigui in essere. Diventa indispensabile prevedere invasi collinari per conservare le acque in eccesso nel periodo invernale. Non è più possibile tollerare che un bene prezioso come l’acqua, venga disperso nei momenti di maggiore disponibilità.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E' giunta anche l'ora di vietare i giardini all'inglese (che richiedono battelli d'acqua per il gusto di vedere quatro fili d'erba verde rimanere tali anche in questi periodi di caldo) e dove assennati proprietari di giardini la utilizzano privandosi (come provocazione) di utilizzare l'acqua per la tazza del cesso.

Questo deve valere anche per i giardini pubblici.

Qui non siamo in Inghileterra dove piove molto.
Con la tropicalizzazione dei nostri mari e la desertificazione sarà il caso al piu' presto di obbligare chi ha un giardino a immettervi piante idonee al clima che cambia e vietare i giardini all'inglese.

dario mingarelli ha detto...

E'giunta l'ora che la regione cambi la sua demenziale politica sulla gestione dell'acqua.Si cominci a pensare a Castrola,si smetta di prelevare acqua dalle falde,non si usi acqua potabile per pulire le strade.....Si stanno costruendo invasi inutili spacciandoli per necessari coprendo altri interessi ....basta!!! Si pensi al bene pubblico finche' siamo in tempo.....

Anonimo ha detto...

L'allevamento di galline a Vergato, su via veneto credo altezza del civico 357 continua a persistere contro il divieto imposto dal regolamento di polizia urbana.

Cesare Zecca ha detto...

Il bacino di Castrola non può generare l'acqua delle precipitazioni assenti o trattenutta a monte.

Non ha alcun senso realizzare un nuovo bacino artificiale quando esistono decine di fattispecie di usi demenziali e di colossali sprechi dell'acqua oltre al problema di fondo del consumo che cresce senza limite a dispetto della finitezza della risorsa.
Uno tra i peggiori, ovvero il problema molto grave costituito da migliaia di giardinetti con prati all'inglese (questo è uno degli effetti della scellerata colata cementizia edilizia che ha fatto scempio di questa valle e portato qui masse (di cittadini e non) che non hanno più alcun senso dei cicli naturali di questa zona (Wendel Berry direbbe “completamente sradicati dalla Terra”), i prati all'inglese altrimenti si chiamerebbero prati all'appenninica se fossero tradizionali di queste parti) ultrainnaffiati fuorilegge in barba a tutte le ordinanze comunali, un pessimo esempio di illegalità tanto grave quanto diffusa.
Altri casi gravi sono una legislazione che permette usi artigianali o industriali (ad esempio gli autolavaggi, gli usi per il raffreddamento di impianti industriali anche se di falda superficiale, etc.) senza riuso come obbligatorio invece in paesi del Nord Europa.
La zootecnia intensiva è pure un problema come alcune sue tecniche, come stalle a fondo cementizio pulito con acqua sono del tutto insostenibili e incompatibili con il siccitoso clima locale.
Le tariffe che non sono pesantemente progressive (ora Hera prevede tre fasce con costi al metro cubo sulle due fasce superiori che sono ridicolmente bassi, le fasce devono essere più numerose con costi pesantissimi dalla seconda, tariffe che dovrebbero essere di decine di euro al m3 su quelle medie e fino a centinaia di euro al metro cubo su quelle superiori ) né inibiscono dallo sprecare né inducono una riduzione dei consumi idrici.

Noto con piacere che inizia ad essere più comune la percezione di usi e sprechi insostenibili citando alcuni esempio e che qualche voce inizia a sostenere che è necessario diminuire il consumo della preziosa risorsa.

Anonimo ha detto...

zecca,
sono il parlatore del bar.
mi hai copiato l'esempio dei giardini all'inglese.
Bravo.

dario mingarelli ha detto...

Egregio Zecca..io non so dove Lei viva...ma quello che sostiene mi pare delirante.Se ho ben capito la siccita' da noi gia' molto grave,chieda alla regione quanto costa l'approvigionamento di acqua a chi ne ha bisogno.si risolverebbe con l'eliminazione dei giardini all'inglese (io ne vedo pochissimi) o con l'impedire il lavaggio delle stalle o, lei ha sostenuto in altro commento,con la diminuzione dei residenti....Ma le sembrano soluzioni sensate...?La vera demenzialita' è non trattenere, per gli usi che tutti sanno, 30 milioni di metri cubi di ottima acqua,adducendo ridicole giustificazioni nemmeno degne di qualche nostalgico verde post ssessantotto..Ma le pare sensato proporre aumenti cosi' vertiginosi di una risorsa che abbiamo noi,nel nostro territorio,una nostra ricchezza che dovrebbe essere pagata da chi,come la citta' ne fa un uso illimitato ...??Noi dovremmo,secondo Lei.pagare una nostra risorsa che viene sprecata da altri...Mi creda non è certo la montagna che spreca...sono quelli ,come Lei che in bacino vedono il diavolo e la deturpazione del paesaggio e tutte le altre stupidaggini dette che preferiscono vedere piccoli invasi inutili costosi e di ipocrita realizzazione piuttosto che un opera, come Castrola che risolverebbe il problema...anzi tutti i problemi....Chi spreca sono quelli che hanno speso milioni di euro di un opera gia' progettata e condivisa per poi toglierla dal piano acque regionale..In termini elettorali andava meglio Ridracoli che Castrola..Mi dice poi che Castrola non puo trattenere l'acqua delle assenti precipitazioni o trattenute a monte....ma,secondo Lei perche' dovrebbero farlo i piccoli bacini...? Mi dispiace che ancora tanti siano i nemici della nostra montagna...ma esselo anche in buona fede ritengo sia di una tristezza incommensurabile..

Cesare ha detto...

E' necessario portare la mente e le azioni sul fatto di consumare MENO risorse anche perché questo è imposto dal mutamento climatico che sta erodendo porzioni importanti (-200mm quest'anno, dopo anni precedenti di siccità ripetute, in Emilia Romagna siccità PEGGIORE di quella del 2003) della piovosità.
Non si può accumulare acqua che non viene, è molto semplice, direi elementare; inoltre l'acqua esistente è trattenuta a monte, quale acqua dovrebbe accumulare Castrola? Quella del DMV (Deflusso Minimo Vitale) rilasciata per legge da Suviana?

"Questi collassi rapidi avvengono quando avviene un disallineamento tra le risorse disponibili e quelle consumate."
Jared Diamond (8:32 nel video)

In un video divulgativo appunto dello scienziato californiano (purtroppo in rete non è più disponibile un documentario di Nature "Civiltà al collasso" in cui sempre Diamond e altri colleghi spiegano ciò che avvenne con gli Anasazi e pure ora, in California (e nel resto degli Stati Uniti ora nel 2012! - osservare qui anche i laghi vuoti - dove enormi bacini rimangono vuoti per la siccità e in cui la società collassa dopo aver consumato le ultime riserve di acqua fossile (di falda).

Tutto ciò è molto semplice e sensato.
E ora anche noto, non potete/potrete dire "ma noi non lo sapevamo".

Prima è necessario prendere atto del problema. Poi possiamo passare ad analizzare i demenziali mal-usi e sprechi, il PROBLEMA del consumo idrico complessivo che DEVE DIMINUIRE e possibili soluzioni.
Prima però prendere atto del problema.