giovedì 7 aprile 2011

La ricerca du idrocarburi in Appennino anima il dibattito politico.


Ricerca di idrocarburi “Fiume Reno” e “Fiume Panaro”. Il capogruppo PD Monari presenta una interrogazione e una risoluzione

Il presidente del Gruppo PD in Emilia-Romagna Marco Monari ha presentato una interrogazione e una risoluzione a proposito della richiesta della società texana Hunt Oil Company of Italy alla Regione di permessi per la ricerca di idrocarburi nelle zone circostanti i fiumi Panaro, Secchia e Reno. «E’ terminata con esito positivo la procedura autorizzativa per l’ambito denominato“Fiume Secchia” e sono attualmente in corso di istruttoria le procedure di VIA inerenti i permessi di ricerca idrocarburi “Fiume Reno” e “Fiume Panaro”» ricorda Monari, che però non manca di sottolineare anche «le legittime preoccupazioni espresse dalle popolazioni locali e dai Comuni in merito all’impatto delle attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi»

L’Interrogazione sollecita la Giunta per sapere «se siano stati condotti tutti gli studi necessari a verificare l’effettiva idoneità del sito all’attività di estrazione degli idrocarburi; se ed in quali maniere sia stata e sarà garantita la partecipazione delle popolazioni locali al processo che condurrà alla decisione in merito alle autorizzazioni; se si abbiano notizie in merito al tipo di procedura estrattiva che la compagnia Hunt Oil Company of Italy abbia intenzione di utilizzare e quali limitazioni prescrittive la Regione possa imporre alla compagnia».

La Risoluzione invita la Giunta «a seguire con la massima attenzione, a livello tecnico e politico, le procedure di via inerenti le richieste di permesso di ricerca denominate “Fiume Reno” e “Fiume Panaro” e ogni altra analoga richiesta, garantendo la trasparenza e l’informazione alle popolazioni secondo le vigenti disposizioni normative, in collaborazione con gli Enti Locali; ad applicare con rigore e responsabilità, nel rispetto dei diritti tutelati dalla legge, il Principio di Precauzione laddove gli interventi non offrano- anche in presenza di dettagliate prescrizioni- garanzie sufficienti di tutela della sicurezza e della salute della popolazione, dei beni storici, del paesaggio, del territorio e dell’ambiente; a predisporre, ove non fossero già esistenti ed adeguati, gli approfondimenti scientifici necessari a valutare gli effetti della “coltivazione degli idrocarburi” nei siti specifici ove ne venisse fatta richiesta con particolare attenzione ai rischi di sismicità, indotta dalle esplorazioni e/o dalle eventuali estrazioni».

Sull’argomento interviene anche Andrea Defranceschi, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle con accuse rivolte all’assessore alle attività produttive Muzzarelli.
“O ci sono due Gian Carlo Muzzarelli in Regione, oppure l’Assessore alle attività produttive che favoleggia di ‘tutela dell’ambiente’, di ‘rispetto del territorio’ e di ‘salvaguardia della salute dei
cittadini’ è peggio del famoso Giano Bifronte, in cui una faccia dice una cosa e l’altra l’esatto contrario” – scrive Defranceschi – “Il 28 marzo scorso, Muzzarelli fungeva da segretario, è stata approvato la Delibera 424 con la quale si autorizzava la Hunt Oil a trivellare nella zona del Secchia. Bene, leggendo la delibera le conclusioni sono agghiaccianti” – continua il Capogruppo del Movimento 5 Stelle – “ovvero che è consentita la ricerca nelle zone di tutela naturalistica, nel sistema floreale boschivo, nel sistema dei crinali, nelle zone di tutela agro naturalistica, e nelle zone ed elementi di interesse storico-archeologico a patto che non si vada fuori strada con mezzi motorizzati! (punto 4 delle conclusioni). Oltre a questo non c’è rispetto nemmeno per i siti di Rete Natura 2000 il che è scandaloso, trattandosi di una violazione della direttiva CEE ‘Habitat’. Comunque” – continua Defranceschi – “non c’è da stupirsi: sulla questione il Pd ha chiaramente fatto intendere di voler solo rassicurare a parole i cittadini, ma di puntare – coi fatti – ai soldi delle aziende che cacciano gli idrocarburi.”

Sul Piano Energetico Regionale è infatti scritto:
“Le royalties che derivano da tale attività [si riferisce all’up-stream] rappresentano un’importante voce del bilancio dello Stato e della Regione.” (pag. 66)
E ancora “Un possibile mutamento di tendenza è legato all’inserimento della valorizzazione delle
risorse endogene ed in particolare del metano tra gli obiettivi della politica energetica
nazionale.
In questo senso si esprime la legge regionale n. 26/04
Lo spazio concreto di iniziativa della Regione in questo campo può riguardare:
a) il contributo alla semplificazione ed accelerazione delle procedure autorizzative, per quanto di competenza;
b) la messa in campo di misure atte ad attrarre nuovi investitori, specie per quello che
riguarda gli incentivi alla coltivazione dei giacimenti marginali, previa valutazione dei possibili fenomeni legati alla subsidenza” (pag. 67)

“Sembra incredibile ma al punto 8 delle conclusioni si delegano i Comuni a fare eventuali approfondimenti per dimostrare che tali azioni non abbiano influenza negativa sui fenomeni di dissesto presenti: ma la valutazione del rischio idrogeologico spetta al Servizio Tecnico del Bacino del Reno!
Siamo di fronte” – conclude Defranceschi – “alla svendita del nostro territorio in cambio di pochi spiccioli: da tali concessioni la Regione intasca infatti solo 9 milioni di euro di royalties. Non valgono certo la sicurezza di tutti noi e la tutela del nostro futuro.”



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Siamo rovinati, nella valle del Reno almeno il metano c'è sicuramente ed è anche vicino a casa mia. Vista la miseria che ci darebbero (non copre nemmeno il disagio causato), speriamo sia poco e non sia quindi conveniente estrarlo. Sarebbe la definitiva mazzata per la fauna acquatica del nostro fiume.

Anonimo ha detto...

Ormai poco ci resta da salvare...
What's the matter of your stupid house!!! Stupid Italian fellow! Your are really stupid!!! Stupid!!! Stupid!!! I don't need your dirty ground! Puah! Ha! Ha! Ha!

Addio cari amici, e dite addio ai vs bellissimi siti. Addio.