Sospesi fra le fonti di energia tradizionali e quelle rinnovabili si è aperto il dibattito per l’imminente riscontro referendario sul nucleare in calendario per il prossimo 12-13 giugno. Fonte di approvvigionamento energetico quest’ultima diffusa in tutta Europa e che si vorrebbe introdurre anche in Italia per riportare il costo del chilowatt a quello sostenuto nelle altre nazioni industrializzate.
I recenti fatti del Giappone, dove un terremoto ha prodotto una seconda Chernobyl, danno forza ai contrari al nucleare.
Schierata da sempre contro questa fonte energetica Legambiente, protagonista anche del primo referendum che si è tenuto in Italia nell’87 e che portò alla bocciatura del nucleare.
Abbiamo chiesto a Ubaldo Radicchi di Legambiente (nella foto) quale è la posizione della sua formazione politica ora:
“Legambiente è fedele alla sua tradizione e non approva. La contrarietà deriva principalmente dalla incertezza sulla sicurezza nello stoccaggio delle scorie. Il problema è lontano dall’essere risolto poiché non vi è un sito dove collocarle che garantisca la inattaccabilità da agenti esterni naturali e non, come infiltrazioni di acqua, terremoti ed altro. Non è questa naturalmente l’unica ragione: sui piatti della bilancia le ragioni del no sono esageratamente più pesanti di quelli del sì”.
Il petrolio è una fonte a termine, si è detto no al biogas, alla ricerca di idrocarburi nella Valle del Reno e all’eolico industriale e persino al solare perché a volte impattante. Cosa si deve fare ?
“C’è una componente non ancora considerata a dovere ed è quella del risparmio e dell’efficienza energetica. Studi significativi e qualificati hanno individuato la possibilità una buona percentuale di risparmio. L’ottimizzazione dei consumi di alcuni processi industriali con il recupero dei residui energetici oggi abbandonati, potrebbe poi dare un secondo significativo aiuto. Si aggiunge inoltre una ormai evidente necessità di cambiare i nostri stili di vita con una maggiore attenzione ai consumi e ai possibili recuperi che una attenta politica esistenziale ci consiglia in tempi ravvicinati di fare. In questo settore il futuro è già oggi”.
E le fonti rinnovabili?
“L’eolico e il solare nelle loro varie declinazioni, le bio masse e il geotermico sono tutte da valorizzare e da incentivare tenendo in dovuta attenzione l’equilibrio ambientale. Il processo dovrà avere per protagonisti il maggior numero di persone e non gruppi economici alla ricerca di speculazioni”.
E la fusione fredda ?
“Con le dovute precauzioni legate al fatto che siamo in una fase ancora di sperimentazione, guardo con molto interesse agli studi che il professor Rubbia sta conducendo con gruppi indiani e cinesi. Il dilemma è il carico che le innovazioni potrebbero creare sulle generazioni future. Approfitto quindi per invitare tutti a partecipare al referendum perchè non manchi il quorum del 51 % del corpo elettorale e a votare con sicurezza sì, perché il referendum è abrogativo e in questo modo si boccia il nucleare”.
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