martedì 30 marzo 2010

I pronipoti degli artisti artigiani voluti dal Ghisilieri










Se il senatore bolognese Filippo Carlo Ghisilieri resuscitasse e con la sua carrozza riapparisse all’ingresso di Colle Ameno avrebbe certamente il dispiacere di vedere villa Davia e le scuderie crollate e villa Ghisilieri mozzata, ma avrebbe anche la soddisfazione di ritrovare il borgo abitato e le botteghe degli artigiani frequentate da bravi operatori. Nel borgo settecentesco voluto dal senatore per dare una sede alla sua idea organizzativa di centro illuministico di valenza europea, sta affacciandosi a una nuova primavera grazie al recupero della chiesa barocco roccocò restaurata, assieme alla sagrestia, dalla Ciba di Pontecchio Marconi, del complesso residenziale dove sono state realizzate circa 30 unità immobiliari, dell’area artigianale dove hanno trovato sede tre botteghe d’arte e un’osteria, e dell’ala di villa Ghisilieri non crollata dove è stata sistemata la vecchia’ sala del cinema’ divenuta una magnifica sala convegni e una serie di aule museali dove sono esposti reperti e documenti relativi all’occupazione tedesca dell’ultima guerra quando il borgo divenne la sede di smistamento dei rastrellati dai militari germanici. Nel dopoguerra il centro, anche per i danni subiti dal passaggio degli eserciti in conflitto, finì per essere abbandonato al suo distino e quindi al crollo di tutte le parti monumentali. Si pensa al pieno recupero dell’antico centro illuministico con la ricostruzione delle scuderie e della seicentesca villa Davia dove si ipotizza di collocare centri di studi collegati alla Fondazione Marconi e con il completamento di villa Ghisilieri. In una descrizione dello stesso Ghisilieri, datata 1758, si elencano tutte le attività che vi si svolgevano: “Vi sono due fabbrerie, una di legno e l’altra di ferro, una speciaria di droghe e di medicinali, una fabbrica di perfettissime maioliche dipinte, una merceria, una stamperia, un ospedale provveduto di fisico chirurgo, e un forno per il pane”. Vi era pure un centro di studio e di sperimentazione scientifica dotato di una scelta biblioteca, di un gabinetto di fisica e un altro di scienze naturali, nonché di un piccolo museo archeologico. Ora il ‘testimone’ degli artigiani di due secoli fa è stato colto da Alessandra Pellacani che nel suo laboratorio di Colle Ameno riproduce le ‘perfettissime maioliche dipinte’ volute dal senatore. Dea Bacchetti restaura, sempre dal centro, antichi dipinti e mobili. Barbara Fanti realizza gioielli con la ceramica. Nel borgo ha trovato sede anche l’osteria di Colle Ameno gestita da Alan dall’Aglio e da Valentina Cesari che offre piatti della tradizione bolognese e che ospita importanti iniziative culturali e musicali. Eredi degli artigiani di Colle Ameno anche la Bottega per la carne Chiù di Armando Girolami che fornisce gli insaccati tradizionali di carne di maiale, l’officina del fabbro delle Ganzole Angelo Donini e l’operatore nel settore del movimento terra Romolo Padroni. Un tentacolo a Colle Ameno l’ha posto anche dalla bottega di tappeti di Behzad Jamali di Sasso Marconi.

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