“ Vi faccio gli auguri di arrivare alla mia età e con la mia salute”, recitato in un perfetto dialetto bolognese: è la frase con cui sono stati accolti gli invitati alla festa del centesimo compleanno di Amelia Bonetti, di Marzabotto.
Nella frase non vi era l’arroganza di chi ha raggiunto un raro traguardo, ma la semplice consapevolezza di essere stata favorita dalla sorte e il sincero augurio che questo favore del buon Dio venga replicato a beneficio dei presenti, fra i quali il neo sindaco di Marzabotto Romano Franchi che ha portato gli auguri della comunità marzabottese.
La centenaria ha poi raccontato un po’ la sua storia di lavoratrice in fabbrica prima, parrucchiera poi e di aspirante ‘centenaria’. Ha vissuto sola fino a 99 anni sbrigando senza alcun aiuto tutti i lavori di casa. Poi alcuni mesi fa, per raggiungere in fretta il fornello con il cibo in cottura, ha tentato una corsa. E’ scivolata sul pavimento, appena lucidato con la cera, è caduta rompendosi la mandibola in due punti.
Ha comunque avuto la forza di raggiungere il telefono e di chiamare i soccorsi.
Ricoverata all’ospedale di Vergato ha riacquistato l’uso perfetto della mandibola e lo spirito che la contraddistingue. Raccontando il fatto conclude, alludendo alla possibilità che nella caduta avrebbe potuto trovare la morte, “As vad che a’gn’era brisa sit. I l’avevan finé (si vede che non c’era posto (in Cielo), l’avevano finito)”.
Sottolinea poi che l’unica mancanza è quella dell’udito cui rimedia con un apparecchio che però ha un breve raggio d’azione. Amelia non si scoraggia sopperisce con una dialettica fiume che zittisce tutti quanti. Insomma se attacca non finisce più e la sua sordità non consente a nessuno di interromperla.
Sei grande Amelia!
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