sabato 8 agosto 2009

AGRICOLTURA MONTANA


“Mentre i prezzi dei prodotti agricoli aumentano al consumo quelli ricavati dall’agricoltore si contraggono. Chi ne risente di più è l’agricoltura in montagna che rischia di chiudere”. La denuncia è del vicedirettore della Confederazione Italiana agricoltori, Pietro Sabbioni che comprova la sua denuncia con l’ammontare del differenziale dei prezzi sui campi. “Rispetto all’analogo mese dell’anno passato i prezzi registrano un calo del 33% per il grano e l’orzo, del 21,7% per la frutta fresca, del 10,6% per gli ortaggi, del 23,6% per i vini ” precisa . “Nel campo della zootecnia, il settore bovini mette a segno una flessione del 5,8%, il suino del 4,9%. In forte discesa il prezzo del latte alla stalla, il cui livello è ormai inferiore a quello di venti anni fa. Questa triste realtà diventa drammatica per le aziende agricole di montagna che non hanno alcuna possibilità di diversificare la propria attività”, continua Sabbioni. “La globalizzazione dei mercati ha imposto una forte specializzazione che ha comportato notevoli sforzi economici in investimenti per le stalle, ma il crollo del prezzo del latte e l’aumento notevole dei costi di produzione, ha messo in ginocchio gli allevatori della montagna. Se non si interviene subito, in modo organico e strutturale le imprese agricole in montagna sono destinate a ridursi numericamente in modo sensibile se non a sparire con le comprensibili conseguenze occupazionali, produttive e ambientali. Non può essere dimenticato che l’agricoltore assicura un presidio indispensabile all’equilibrio ambientale, alla sua cura e alla sua salute. Non deve essere taciuto il ruolo positivo che ha l’offerta di prodotti agricoli di sicura qualità a favore del turismo. C’è il rischio di accorgersi troppo tardi del valore di quanto stiamo abbandonando alla deriva ”. Quindi un messaggio al mondo politico-amministrativo. “Non è più tempo di chiacchiere, ma di fatti. Vi sono esempi concreti in altre parti d’Italia dove viene fatta una programmazione mirata per la montagna, basta prenderne esempio. Occorre quanto prima un progetto strutturale finalizzato a risollevare l’ economia della montagna . E’ indispensabile che ciò accada in tempi brevi”.

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