I consiglieri del CDA della Scuola di Pace di Monte Sole Claudio Pettinotti e Sergio Spina hanno annunciato la loro
autosospensione dall'organismo con questa lettera:
Scuola di Pace, non Scuola del Silenzio! I tragici eventi che si stavano svolgendo a Gaza, e che
da subito si erano rivelati non una guerra di difesa ma
lo sterminio di una popolazione inerme, un vero e
proprio genocidio, come avevano denunciato già da i
primi giorni del conflitto, organizzazioni umanitarie
presenti a Gaza come Pax Cristi e anche l'ONU ;
Il fatto che a condurre questi massacri fosse uno Stato
democratico che vuole esere un avamposto della civiltà
occidentale nel medioriente;
Il silenzio colpevole e connivente di un occidente che
dopo aver bandito la guerra nelle proprie costituzioni,
dopo la dichiarazione dei diritti dell'uomo si è
riasoggettato alla cultura dominante di guerra e che la
usa per difendere i propri interessi;
avevano spinto la nostra coscienza a sollecitare la Scuola di
Pace di Monte Sole affinché si esprimesse convocando un
cda per riflettere sulle possibili azioni che la Scuola stessa
avrebbe potuto mettere in campo. Ciò in virtù del ruolo
acquisito in questi ultimi anni con le esperienze di
mediazione culturale nell'ambito del conflitto israelopalestinese.
Il “Campo di Pace a Quattro Voci” dove si
gestisce l'incontro tra giovani palestinesi ed israeliani, fa
della Scuola di Pace il soggetto depositario di un percorso di
dialogo di cui esistono atti, documenti e soprattutto una rete
preziosa di relazioni faticosamente ma efficacemente
costruite negli anni. Un vero e proprio tesoro ancora più
avvalorato dalla presenza di una persona, che da quasi un
anno la Scuola ha assunto con contratto a progetto e
finanziato dalla regione Emilia Romagna, per lavorare a
Gerusalemme presso un'associazione di cooperazione
internazionale. Tesoro che non può restare chiuso dentro
quattro mura soprattutto in un momento così grave come
quello attuale.
La sottrazione ad un confronto aperto manifestata con un
silenzio pesante da parte di quasi tutto il cda a seguito della
nostra richiesta, datata 09/ 01/2009, e la successiva
dichiarazione del Presidente Avv. Giuseppe Giampaolo,
(arrivata solo a pochi consiglieri - ci auguriamo si sia trattato
solo di disguidi di carattere tecnico - ), con cui egli esprime
una sostanziale negazione alla richiesta di confronto
stavolgendone il significato ed assegnandole un rinvio a
tempo indefinito, compongono per noi consiglieri di
amministrazione scriventi una situazione incomprensibile ed
inaccettabile.
Inoltre, al di la dei toni duri ed inopportunamente supponenti
utilizzati dal nuovo Presidente nella sua dichiarazione, non
siamo in grado di capire le ragioni per cui egli abbia
ritenuto, Compiendo una evidente scorrettezza, di attribuire
a noi la paternita di concetti relativi al ruolo della scuola di
pace che in realtà da noi stessi non sono mai mai espressi
in alcun ambito (vedi: Task-force, movimento, organo
politico, ecc).
Questi fatti , soprattutto in un frangente come questo,
insinuano molte ombre sulla agibilità relazionale,
comunicativa e conseguentemente politica di questo cda.
Occorre urgentemente un chiarimento!!!
Siamo del parere, col sostegno di altri consiglieri, che la
Scuola di Pace come ente culturale-formativo abbia il
compito e il dovere di individuare modi e contenuti nella
comunicazione e nell'azione politico-pedagogica calibrati
sulla propria specifica identità. E' chiaro che ci si muoverà
su canoni che tengano conto di un insieme complesso di
valutazioni ed analisi, in coerenza con un ruolo di
mediazione dei conflitti agito nella consapevolezza delle
delicate relazioni diplomatiche di respiro internazionale. Non
si capisce perciò da dove nascano le
E' e sarà perciò compito della Scuola quello di trovare una
strategia attiva ad ogni costo.
Sottolineiamo quindi, in base anche a segnali provenienti
dalle comunità in cui viviamo, come appaia del tutto fuori
luogo e lontano dalle esigenze concrete delle persone, la
scelta del silenzio passivo, ben diverso da quello attivo
eventualmente deciso collettivamente.
La Scuola di Pace non può non costituirsi soggetto attivo di
fronte a crimini contro l'umanità come quello avvenuto a
Gaza.
Nel sottoporre alla pubblica conoscenza queste nostre
considerazioni, auspicando possano contribuire all’apertura
di una seria riflessione su quanto accaduto e sul ruolo
generale di questa Istituzione, Dichiariamo di
autosospenderci dal Consiglio di Amministrazione della
Scuola di Pace – che peraltro non si riunisce dal luglio
scorso - fino a quando non saranno garantite le condizioni di
agibilità che consentano allo stesso di assumere decisioni
collegiali in frangenti così drammatici e fuori da posizioni
assunte dalla presidenza senza un adeguato confronto.