La cerimonia domani, sabato 13 settembre, a Montorio, ai piedi della Torre di famiglia
l
Comune di Monzuno, medaglia d’oro al merito civile, renderà omaggio a Francesco “Checco” Berti Arnoaldi Veli
intitolandogli una strada a Montorio, nei pressi della Torre appartenuta alla
sua famiglia, dove riposa anche nel cimitero locale. La cerimonia è in
programma domani, sabato 13 settembre, alle ore 13.
Nato
a Bologna il 19 maggio 1926 e residente a Gaggio Montano dal 1943, Berti
Arnoaldi scelse di non rispondere alla chiamata alle armi della RSI nel giugno
1944, entrando tra gli organizzatori dei primi gruppi partigiani confluiti
nella brigata “GL Montagna”. Dopo la liberazione di Gaggio Montano nell’ottobre
dello stesso anno, assunse la carica di segretario
dell’amministrazione comunale di guerra e fece parte del CLN locale
fino alla definitiva liberazione del territorio nel marzo 1945.
Riconosciuto partigiano con il grado
di sottotenente, dal dopoguerra si impegnò a lungo nella memoria e nella
divulgazione della Resistenza: fu presidente dell’Istituto della Resistenza di Bologna fino al 1981, poi
dell’Istituto Parri fino al
1995, membro del consiglio direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del
movimento di liberazione in Italia e presidente della Fiap (Federazione italiana associazioni partigiane).
Figura di spicco della cultura civile
e democratica, incontrava spesso gli studenti nelle scuole, presentandosi con
parole rimaste celebri: “Ragazzi, sono un
vostro coetaneo. Ho ancora l’età di quando feci la scelta: anche a voi tocca
oggi fare una scelta”. Nel 1961 invitò a Bologna Primo Levi, che tenne una
lezione al Teatro Comunale. In una lettera successiva, Berti Arnoaldi gli
scrisse: “È difficile e pericoloso in questi
casi dire che siamo contenti che Lei sia venuto. Ma nulla vale più della parola
di colui che ha sofferto ma non odia”.
“Abbiamo bisogno di persone come
Checco – ha dichiarato il sindaco di Monzuno, Bruno Pasquini –. In tempi
difficili come quelli in cui visse la sua giovinezza, scelse di impegnarsi
nella lotta che ci ha restituito la libertà. E anche dopo la guerra continuò a
dedicarsi alla società civile. Un esempio che dovrebbe essere seguito da molti,
perché mai come oggi serve l’impegno di chi vuole costruire un’Italia
migliore”.

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