venerdì 11 luglio 2025

Appennino sempre più marginalizzato: scuole, servizi e ospedali nel mirino. Il silenzio dei Sindaci è assordante

Preoccupa il futuro della scuola elementare di Fontana a Sasso Marconi 



di Erika Seta (Coord. Reg. Azzurro Donna)
e Mariela Fuentes (Resp. Appennino Azzurro Donna)

Il modus operandi del Partito Democratico nei nostri territori è ormai consolidato: quando una notizia inizia a circolare, la decisione è già stata presa. A seguire arrivano le assemblee pubbliche, presentate come momenti di confronto, ma che in realtà servono solo a legittimare scelte già definite.

Nel caso della possibile chiusura della scuola primaria di Fontana, emergono elementi di forte preoccupazione. La chiusura di un presidio culturale e sociale come una scuola costringerebbe bambini molto piccoli a spostarsi verso plessi più lontani, con evidenti disagi per le famiglie e un aggravio sul traffico locale. Si tratta di una scelta che mostra scarsa attenzione alle politiche familiari e, soprattutto, comunica ai bambini che la loro comunità non si prende cura di loro.

Ma il problema è ben più ampio. La chiusura della scuola è solo l’ultimo segnale di una più generale strategia di impoverimento dell’Appennino. Si susseguono infatti la soppressione di sportelli bancari, la già avvenuta chiusura del Pronto Soccorso del primo Appennino, e ora si rincorrono voci sulla possibile chiusura dell’Ospedale di Vergato, che verrebbe trasformato in un centro per malati cronici, con conseguente trasferimento del personale medico.

Di fronte a questo scenario desolante, ciò che sorprende – e amareggia – è il silenzio totale dei Sindaci del territorio. Hanno taciuto, e poi finito per appoggiare, scelte già compromesse sin dal momento in cui venivano promesse. Hanno accettato la chiusura del Pronto Soccorso di Vergato, e oggi proseguono in un silenzio che legittima l’inesorabile declino dell’Appennino.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Al governo abbiamo la lega e fratelli d'italia, i quali si vantavano che avrebbero tutelato le piccole comunità,invece i soldi li spendono per il ponte sullo stretto e per comprare delle armi.

Anonimo ha detto...

Esattamente

Anonimo ha detto...

Dimenticate che a Bologna abbiamo Lepore e molte decisioni vengono prese dalla città metropolitana anche x l'Appennino. Dovremmo divulgare tutte le battaglie che sta combattendo Marta Evangelisti x i nostri territori così forse qualcosa cambia... È indipendente chi c'è al governo se siamo ancora troppo rossi quassù

Anonimo ha detto...

Se quassù ci fossero veramente i rossi, quelli che governano bologna serebbero già al muro.

Anonimo ha detto...

al muro no, con badile e carriola li vedo più utili

Anonimo ha detto...

l'Appennino fa parte della città metropolitana, quindi se c'è qualcuno che si sente di voler cambiare qualcosa deve fare in modo da conquistare alle prossime elezioni la poltrona del sindaco di Bologna.
E quei voti si prendono, appunto, a Bologna.
Probabile che Lepore verrà spianato, dopo tutti i casini che sta procurando alla città con i cantieri del Tram.
L'occasione tra poco la avrete, poche chiacchiere e giocatevela!