La Città Metropolitana ha affidato l’incarico di redigere lo studio di fattibilità per il recupero dell’area.
Sarà il Raggruppamento Temporaneo di Impresa Area Proxima a disegnare il recupero del villaggio degli operai della Direttissima a Ca’
di Landino che potrà cosi riproporsi a un nuovo utilizzo.
Nella delibera di assegnazione si legge:
La
Città Metropolitana privilegia interventi di rigenerazione collocati
nell’ambito di una strategia territoriale metropolitana e ideati con un approccio
di natura sistematica e incrementale rispetto all’attivazione di forme di
rigenerazione materiale e immateriale del territorio.
Al
fine di perseguire processi di rigenerazione urbana, si individua nella
predisposizione di studi di fattibilità, una strategia utile a intercettare
bandi o finanziamenti predisponendo adeguatamente i territori ad accogliere
interventi di rigenerazione fattibili e coerenti con le proprie esigenze.
I
componenti del Raggruppamento incaricati della progettazione hanno mostrato una
profonda conoscenza del territorio e una propensione verso l’ascolto delle
Amministrazioni locali interessate, che formeranno oggetto del presente
affidamento.
In Bologna Online si legge:
Nel corso dello scavo della grande Galleria
dell'Appennino (Km 18, 510), sulla linea ferroviaria Direttissima tra Firenze e
Bologna, nella località Cà di Landino, vicino a Castiglione dei Pepoli, vengono
costruiti due pozzi inclinati, che permettono l'accesso degli operai impegnati
nel cantiere di scavo a metà circa della galleria.
Entrambe sono lunghi circa 570 metri e hanno un
dislivello di circa 267 metri rispetto alla superficie esterna. Partendo dai
pozzi di Cà di Landino, dal febbraio 1924 due squadre faranno avanzare il
traforo verso gli imbocchi, raggiunti nel 1929.
Per il trasporto in profondità degli uomini e dei
materiali di scavo sarà installata, tra Lagaro e Cà di Landino, una teleferica
lunga quasi 9 Km, con 75 tralicci.
Alla base dei pozzi è costruita la singolare
Stazione delle Precedenze. In un camerone lungo 150 metri trovano sede gli
uffici degli addetti al movimento, il posto di blocco e un'officina.
Accanto alla galleria principale, con la linea a
doppio binario, vi sono due gallerie secondarie in curva con i binari di
precedenza, chiamate “banane” dai ferrovieri. Lunghi circa 448 metri, i due
tronchi ricurvi confluiscono alla linea principale in due cameroni più piccoli,
anch'essi illuminati come quello maggiore.
La stazione di Precedenze funzionerà fino agli anni
Sessanta anche come fermata per Cà di Landino. Per uscire all'esterno, i
viaggiatori saranno costretti, dopo la dismissione della funicolare utilizzata
per gli scavi, a risalire i 1.863 gradini della scala ricavata in uno dei pozzi
inclinati.
Il paese di Cà di Landino, a pochi chilometri da
Baragazza e da Castiglione dei Pepoli, sorge come campo base per il cantiere
della Direttissima: negli anni Venti e Trenta è popolato da centinaia di
operai, che alloggiano in lunghe baracche di legno a un piano, più tardi
ricostruite in muratura.
Dopo la fine dei lavori, nell'area sono installate
colonie estive montane. Alcune di esse nel 1956 ospiteranno circa mille
profughi provenienti dall'Ungheria.
Nel 2000 la frazione di Cà di Landino avrà solo una ventina di abitanti e apparirà come un paese fantasma.
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