sabato 6 gennaio 2024

Il villaggio degli operai della Direttissima di Ca’ di Landino sorgerà a nuova vita.

 La Città Metropolitana ha affidato l’incarico di redigere lo studio di fattibilità per il recupero dell’area.

Foto di Bologna Online

Sarà il Raggruppamento Temporaneo di Impresa Area Proxima a disegnare il recupero del  villaggio degli operai della Direttissima a Ca’ di Landino che potrà cosi riproporsi a un nuovo utilizzo.

Nella delibera di assegnazione si legge:

La Città Metropolitana privilegia interventi di rigenerazione collocati nell’ambito di una strategia territoriale metropolitana e ideati con un approccio di natura sistematica e incrementale rispetto all’attivazione di forme di rigenerazione materiale e immateriale del territorio.

Al fine di perseguire processi di rigenerazione urbana, si individua nella predisposizione di studi di fattibilità, una strategia utile a intercettare bandi o finanziamenti predisponendo adeguatamente i territori ad accogliere interventi di rigenerazione fattibili e coerenti con le proprie esigenze.

I componenti del Raggruppamento incaricati della progettazione hanno mostrato una profonda conoscenza del territorio e una propensione verso l’ascolto delle Amministrazioni locali interessate, che formeranno oggetto del presente affidamento.

 

In  Bologna Online si legge:   

Nel corso dello scavo della grande Galleria dell'Appennino (Km 18, 510), sulla linea ferroviaria Direttissima tra Firenze e Bologna, nella località Cà di Landino, vicino a Castiglione dei Pepoli, vengono costruiti due pozzi inclinati, che permettono l'accesso degli operai impegnati nel cantiere di scavo a metà circa della galleria.

Entrambe sono lunghi circa 570 metri e hanno un dislivello di circa 267 metri rispetto alla superficie esterna. Partendo dai pozzi di Cà di Landino, dal febbraio 1924 due squadre faranno avanzare il traforo verso gli imbocchi, raggiunti nel 1929.

Per il trasporto in profondità degli uomini e dei materiali di scavo sarà installata, tra Lagaro e Cà di Landino, una teleferica lunga quasi 9 Km, con 75 tralicci.

Alla base dei pozzi è costruita la singolare Stazione delle Precedenze. In un camerone lungo 150 metri trovano sede gli uffici degli addetti al movimento, il posto di blocco e un'officina.

Accanto alla galleria principale, con la linea a doppio binario, vi sono due gallerie secondarie in curva con i binari di precedenza, chiamate “banane” dai ferrovieri. Lunghi circa 448 metri, i due tronchi ricurvi confluiscono alla linea principale in due cameroni più piccoli, anch'essi illuminati come quello maggiore.

La stazione di Precedenze funzionerà fino agli anni Sessanta anche come fermata per Cà di Landino. Per uscire all'esterno, i viaggiatori saranno costretti, dopo la dismissione della funicolare utilizzata per gli scavi, a risalire i 1.863 gradini della scala ricavata in uno dei pozzi inclinati.

Il paese di Cà di Landino, a pochi chilometri da Baragazza e da Castiglione dei Pepoli, sorge come campo base per il cantiere della Direttissima: negli anni Venti e Trenta è popolato da centinaia di operai, che alloggiano in lunghe baracche di legno a un piano, più tardi ricostruite in muratura.

Dopo la fine dei lavori, nell'area sono installate colonie estive montane. Alcune di esse nel 1956 ospiteranno circa mille profughi provenienti dall'Ungheria.

Nel 2000 la frazione di Cà di Landino avrà solo una ventina di abitanti e apparirà come un paese fantasma.

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