Le feste natalizie si sono appena concluse e il ricordo dei bei presepi che hanno caratterizzato i centri dell’Appennino non si è ancora sopito: d'altronde i presepi bolognesi, fra i più caratteristici assieme a quelli genovesi e a quelli insuperabili del napoletano, testimoniano nel modo più semplice e ricercato la fede popolare e la vicinanza all’evento principe della tradizione cattolica.
Riportiamo il racconto di Roberto Brusori al rientro da una visita ai presepi della valle del Setta:
La nostra valle ha
ospitato anche quest’anno una infinità di presepi allestiti nelle chiese o
lungo i caseggiati, realizzati da veri artisti del genere che hanno messo in
mostra il loro estro poetico o da
semplici cittadini guidati dalla semplicità rappresentativa di un evento
straordinario che, nato nella povertà di una capanna riscaldata dal calore
animale, annunciava la nascita di Gesù Bambino.
Caratterizzati con scenografie coinvolgenti, arricchiti con luci o accompagnati con melodie intonate all’avvenimento ne ho visitati tre: quello dei SASSI realizzato quest’anno nella nota bottega dell’indimenticato calzolaio GINO, fra gli ultimi testimoni di un antico e apprezzato mestiere, scomparso alcuni anni fa. Prima il presepe dei Sassi veniva collocato nella ex scuola elementare di Rioveggio.
L’autore della bella rappresentazione con i Sassi o è stato Duilio Camarlinghi, pensionato di Rioveggio e grande amante della natura appenninica che ha potuto realizzarlo nella nuova sede, al centro del caseggiato, grazie alla disponibilità degli eredi di Gino. Nella visita si sentiva ancora l’odore del cuoio, delle colle e della pece usate dal caro calzolaio di Rioveggio.
I Sassi raffigurano 9
chiese e i personaggi rappresentativi della Valle del Setta: l’attuale sindaco
di Monzuno Bruno Pasquini, don Lorenzo, il calzolaio Gino, semplici cittadini e
tanti animali, dai domestici a esemplari di fauna selvatica. Inoltre sono stati
riproposti episodi di vita rurale, il
castello di Elle, i fiumi Setta e Sambro . Essendo piccolo lo spazio il presepe occupava anche le scansie dove
venivano esposte le scarpe.
Ho visitato inoltre
il presepe che da anni viene allestito nella chiesa stile gotico
francese di Gabbiano, piccola frazione di Monzuno .
La natività è
rappresentata in più presepi, dal classico realizzato e
collocato in cassette della frutta al presepe di città con auto e pedoni, dislocati in vari punti dell’edificio religioso: ai
piedi dell'altare maggiore e negli altari laterali. Per la prima volta è stato allestito anche un mercatino di oggetti
antichi e di modernariato donati dai residenti . Il ricavato è stato
destinato alla chiesa stessa. La guida e lo spirito organizzativo della
piccola-grande impresa di dedizione alla propria frazione e di testimonianza
religiosa sono di Gianfranco Collina e la realizzazione è il frutto della
partecipazione dell’intera comunità di Gabbiano.
Ho visitato inoltre il
grande presepe della chiesa di San Lorenzo nel cuore dell’abitato di
Castiglione dei Pepoli. Lo definirei ‘Il Presepe della vita del territorio’
poiché raffigurava varie scene paesane: con statuette caratterizzate in movimento, la vita del bar, il falegname,
il fabbro, le massaie, la ferrovia direttissima, il coro e l’immagine
riprodotta in miniatura di parti di Castiglione dei Pepoli come la Torretta, le
abitazioni storiche e moderne accompagnate da suoni e da personaggi in
movimento continuo. La fedeltà della rappresentazione all’esistente stupiva i
visitatori. Il presepe sarà visitabile fino al 31 gennaio.
I miei complimenti agli
organizzatori e ai costruttori.
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