martedì 6 aprile 2010

Cosa vogliamo dalle 'Poste'.









Marzabotto ha la necessità di un ampliamento dell’ufficio postale e dell’apertura del terzo sportello di servizio al pubblico. La richiesta è dell’associazione ‘Romano Franchi’ di Marzabotto, presieduta da Fulvio Frasca, ed è riportata in un comunicato depositato in questi giorni presso i luoghi pubblici del paese. Il comunicato spiega che a un aumento accresciuto delle competenze degli uffici, che avrebbero reso marginale quello classico delle poste, non corrisponde una adeguata presenza di personale. Fra chi sostiene la petizione Paola Franchi che alla domanda di cosa c’è che non va nel servizio postale risponde: “Si fa prima a dire ciò che funziona. Tutta l’organizzazione qui a Marzabotto è deficitaria, non c’è accoglienza, non c’è servizio, non c’è privacy”. Filippo Vetti, a proposito della necessità di uno spazio maggiore degli uffici precisa: “Già in passato era stata avviata una trattativa per acquisire all’ufficio postale uno spazio adiacente, ma poi non se ne è fatto nulla. Non c’visione del futuro. E’ l’unico ufficio postale del comune e Marzabotto ha oltre 7000 abitanti di cui 4000 nel capoluogo”. Marina Frasca descrive i limiti del servizio: “C’è un solo sportello per tutti i servizi classici della posta e per quelli aggiuntivi divenuti tanti e un secondo per le raccomandate e i pacchi postali. E’ veramente insufficiente”. Roberto Rubini aggiunge: “A volte è necessario perdere anche 40–45 minuti primi di arrivare all’operatore. Quando è la giornata delle pensioni si è costretti a fare più puntate nella stessa mattinata nella speranza di cogliere l’attimo giusto. Anche la dotazione informatica è spesso carente e mal funzionante”. C’è insoddisfazione anche a Sasso Marconi, benché l’ufficio corrisponda ai criteri organizzativi, per numero di sportelli e spazi ricettivi. “Troppi sportelli chiusi”, denuncia lo studente di ingegneria gestionale Tommaso Rinaldi, all’uscita dell’ufficio postale di Sasso Marconi. “Non c’è mai la piena funzionalità”. Carlo Amabile spiega il suo disappunto mostrando il cartellino della prenotazione: “Sono il numero 110. Vado a prendere il giornale”. Sergio Rabbi, ex ispettore di banca mostra il tagliandino 108: “Molto spesso il numero degli sportelli attivi non è adeguato al numero delle presenze. Mi precedono 20 persone”. Una nota di approvazione viene da Katerina Wasecka: “A Bologna è molto peggio. Le impiegate qui sono gentili e rispondono in modo molto preciso e completo ad ogni esigenza”.

1 commento:

Dante Franchi ha detto...

L'ufficio Postale di Marzabotto è effettivamente da troppi anni inadeguato a rispondere al ruolo che dovrebbe essere proprio di un servizio molto delicato e non consente alternative in quanto è l'unico presente su un Comune di montagna molto esteso.

Il fatto che sia costretta ad assumere direttamente l'iniziativa di avviare questa denuncia/rivendicazione la gente in prima persona o attraverso proprie autonome Associazioni mi pare però segnali il venir meno di un ruolo di rappresentanza in passato esercitato dai Partiti locali, che sentivano il dovere di dare voce ai bisogni della Comunità.

La marginalizzazione perdurante di un ruolo costruttivo delle rappresentanze politiche locali, può aver a che fare con la dilagante disaffezione dall'esercizio del voto manifestata anche nella recente tornata elettorale?
Tornata elettorale che ha visto anche a Marzabotto crollare di oltre 10 punti il dato sull'affluenza ed aumentare in modo rilevante il numero di schede bianche e nulle, combinando questo fenomeno alla fuga dai partiti tradizionali che in certi casi sono ridotti oramai ad un ruolo quasi irrilevante?

Mi auguro che i Partiti locali sappiano affiancare la Comunità in questa vertenza, sia per perseguire un positivo risultato che per avviare un recupero del ruolo costruttivo che la gente si aspetta, fuori da beghe che nulla hanno a che fare con il futuro e la vita della Comunità locale.