Il
freddo polare che ha avvolto Sasso Marconi nella notte di San Silvestro è stato
mitigato dal suggestivo rogo della “vecchia” in piazza, un rituale che ha unito
tradizione e spirito di festa. Allo scoccare della mezzanotte, quando l’ultimo
giorno del tormentato 2024 ha lasciato il passo al promettente 2025, il sindaco
Roberto Parmeggiani ha simbolicamente segnato l’inizio del nuovo anno con il
conto alla rovescia che ha accompagnato l’accensione delle fiamme.
La “vecchiona”, avvolta da polveri e colori, è stata circondata da una cascata di botti e fuochi d’artificio, che hanno illuminato il cielo sopra la cittadina. Questo nonostante la rigida ordinanza comunale che vietava esplicitamente l’uso di materiale pirotecnico. I primi scoppi, annunciando il passaggio del testimone tra i due anni, hanno rapidamente dato il via a un crescendo di esplosioni festose. Non solo la piazza principale, ma anche le vie secondarie, i condomini e persino i borghi collinari hanno risuonato di dialoghi fragorosi tra mortaretti e bengala, espressione sonora di benvenuto al nuovo anno.
La tradizione, sembra, ha avuto la meglio su ogni regolamento. In una notte che invita alla celebrazione, l’entusiasmo dei cittadini ha prevalso, trasformando ogni angolo del paese in un teatro di luci e suoni. E forse, al di là delle polemiche sulle ordinanze infrante, c'è un elemento di riflessione da considerare: che il Capodanno, con i suoi botti e riti, è parte di un patrimonio collettivo che continua a vivere proprio grazie a chi sceglie di celebrarlo senza compromessi. Insomma, tra regole e tradizione, la notte di San Silvestro a Sasso Marconi è stata, come sempre, molto piacevole.
Molti hanno atteso l'accensione del rogo trasformando l'attesa in un momento di conviviale piacere. Tavole riccamente imbandite hanno accolto parenti e amici, in un'atmosfera di calore umano e condivisione che ha reso la serata molto piacevole. Più che lo spettacolo trasmesso dalle televisioni, è stato il momento magico dell'avvio delle fiamme a catalizzare l'attenzione e suscitare un'esplosione di esultanza festosa. Le scintille che si innalzavano verso il cielo non erano solo il simbolo del fuoco, ma anche l'eco di una tradizione che continua a unire e a scaldare i cuori di una comunità intera, soprattutto da parte di giovani.
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