Sfida de Pascale-Ugolini per la presidenza della Regione
di Leonardo Nesti
Domani, domenica 17, e lunedì 18 novembre l'Emilia-Romagna vota per scegliere il nuovo presidente che succederà a Stefano Bonaccini: sono quattro i candidati in corsa, ma la sfida è fra il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, esponente del Pd sostenuto dal centrosinistra in versione campo larghissimo e la preside Elena Ugolini, indipendente di area Comunione e Liberazione appoggiata compattamente dal centrodestra.
L'incognita principale che pesa sul voto è quella
relativa all'affluenza alle urne, tanto che, in queste ultime ore, si sono
rinnovati gli appelli alla partecipazione. Rispetto a quello che avvenne nelle precedenti elezioni, nel gennaio
2020, l'attenzione mediatica è stata minore: allora Matteo Salvini s'impegnò a
tempo pieno a sostegno di Lucia Borgonzoni, suscitando una reazione del
centrosinistra, trainata dal movimento delle sardine, che portò l'affluenza al
67%, un dato decisamente significativo per un'elezione regionale.
Che si possa raggiungere quel traguardo non ci
scommette nessuno, con il timore di quello che successe nelle regionali del
2014, le prime vinte da Bonaccini, quando la partecipazione crollò al 37%,
sull'onda di una serie di inchieste che avevano coinvolto sia il presidente
Vasco Errani sia i rimborsi dei consiglieri regionali.
Nelle ultime ore di campagna elettorale i due
candidati principali non sono stati affiancati dai leader nazionali che hanno
preferito concentrarsi sulla campagna elettorale in Umbria.
Michele de Pascale ha scelto Bologna per
l'iniziativa conclusiva della sua campagna elettorale: una scelta dettata anche
dal fatto che il capoluogo è il bacino elettorale più importante per il
centrosinistra, che anche nel 2020 fu decisivo per la vittoria di Bonaccini.
Elena Ugolini ha invece scelto una delle
città della regione governate dal centrodestra per lanciare l'ultimo appello al
voto, ovvero Ferrara. L'obiettivo è quello di centrare un'impresa storica come
strappare alla sinistra la Regione Emilia-Romagna per la prima volta da quando
è stata istituita nel 1970. La strada è in salita: alle europee di giugno il
divario fra la somma dei partiti che compongono le due coalizioni fu di circa
15 punti.
La sfida si concentra fra i due candidati principali, ma in
corsa ce ne sono altri due: Federico Serra, sostenuto da una lista che
comprende Potere al Popolo e Rifondazione comunista e Luca Teodori, alla guida
di un movimento no-vax e no-euro.
(ANSA)
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