Venerdì prossimo, 17 maggio, alle 10, l’inaugurazione. Alle 11.15, l'illustrazione dell'intervento alla Rocchetta Mattei
L’ottocentesco ponte di Castrola era chiuso per
rischio di crollo in quanto presentava gravi lesioni nelle giunzioni
tra gli archi laterali e la volta, fessurazioni e crolli nei
muri d’ala ed erosione dei blocchi di fondazione e del piano di
calpestio.
Il restauro, promosso dai comuni di Camugnano e di Castel di Casio, dal CAI sez. Alto Reno e Bologna, dalle associazioni locali Camminatori Camugnanesi e Nuèter, è stato finanziato dal GAL dell’Appennino Bolognese e dal Consorzio della Bonifica Renana che ha curato anche la progettazione e la realizzazione dell’intervento.
Per consentire il restauro, è stato necessario
installare un ponteggio sospeso, viste le difficoltà di
accesso all’area e le precarie condizioni statiche del ponte.
L’intervento ha previsto il consolidamento della volta, con fibre in
carbonio, la ricostruzione della muratura con malta a calce
e stuccatura finale. Consolidata la volta, è stato
possibile procedere con la rimozione completa dei parapetti e dei
selciati. Sono stati preservati i componenti originari del ponte, in
arenaria locale. Una volta risolti i temi strutturali, sistemate
le murature dei timpani laterali ed i riempimenti, gli elementi
recuperati sono tornati nella posizione iniziale.
Contestualmente sono stati ripristinati anche
dieci chilometri del Sentiero Antico di Castrola, storico percorso
che connetteva le valli del Limentra, del Brasimone, del Setta e del
Bisenzio. Per secoli fu la strada di pellegrini, mercanti ed abitanti
della zona diretti verso Porretta e la Toscana.
BOX note storiche sul ponte:
Risalgono alla fine del XII secolo le prime
notizie di un ponte in questo luogo sul torrente Limentra; ponte che,
crollato successivamente, fu sostituito da manufatti in
legno. L’attuale attraversamento ‘a schiena d’asino’, evocativo delle
tipologie
medievali, fu costruito a metà dell’800 e si è ora concluso il restauro,
finanziato dal GAL dell'Appennnino Bolognese e realizzato dalla Bonifica
Renana. Il ponte fu possesso delle celebre Abbazia di S. Maria di
Montepiano, monastero benedettino vallombrosano di Prato.
Vicino all’opera vi era in origine anche un edificio, casa del
converso che si occupava dell’attraversamento controllando il
passaggio, eseguendo la manutenzione e riscuotendo un pedaggio da
parte dei viaggiatori.
L’archivio dell’Abbazia di Montepiano conserva
altri documenti medievali che riportano donazioni di terre da parte
di possidenti locali al monastero. Donazioni utili a creare
un patrimonio da cui trarre una rendita stabile per la manutenzione
della
strada e del ponte. Infatti, in epoca pre-comunale, spesso gli
enti religiosi si occupavano di queste cure.
1 commento:
Uh, che bello!
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