Giordano Emeri |
“41 gradi e mezzo all’ombra, i bagni hanno finestre
piccole che non permettono il ricambio. Sopportabile in inverno ma non in
estate. Anche se fai la doccia, un attimo dopo sei in un bagno di
sudore”.
E’ la sintesi con cui il casalecchiese Giordano Emeri, capogruppo
degli alpini Casalecchio di Reno-Sasso Marconi, fa della sua esperienza di gestione al campo n°1, Robinson, dei terremotati di Finale Emilia. Non c’è polemica nella sua
sintesi. Solo la descrizione di uno
stato di fatto logico per il tipo di ricovero utilizzato per l’emergenza.
La cucina. |
“ Il campo ospita 320 persone,”dice Emeri. “Ora il
numero è diminuito perché alcuni sono tornati nelle loro abitazioni giudicate
agibili. A breve resteranno solo coloro che hanno perso completamente la casa.
Il Robinson sarà l’ultimo a chiudere. Uno dei
cinque campi di Finale ha già
cessato l’attività, uno smobilita oggi e un terzo entro il 30 agosto. Le tende
ora sono coperte dai teli ombreggianti che tolgono ai ricoveri 20 gradi di
temperatura . Inoltre ogni tenda è dotata di condizionatore. Per affrontare
l’inverno si pensa ai container”.
Come giudica l’esperienza ?
Finale il 21 maggio |
“Molto positiva. Abbiamo toccato con mano la
concreta solidarietà italiana ed emiliana. Abbiamo avuto aiuti non in denaro ma
in generi di consumo. Due ragazze di Treviso si sono presentate al campo con la
loro auto e diversi sacchi di generi alimentari. I ragazzi del Bar Brio di
Cerotolo hanno organizzato una colletta e in diverse circostanze ci hanno
consegnato ciò che avevamo richiesto. Con gli ultimi 300 euro della loro
raccolta siamo andati alla Carrefour per acquisti. Da ricordare anche che la
stessa Carrefour ci ha consegnato 40 quintali di pasta e tre bancali di acqua
minerale”.
In quanti siete?
“Siamo intervenuti in 47. Ogni giorno la cucina del campo
richiedeva la presenza di 11 – 12 persone. Abbiamo gestito per tre settimane:
una per ogni mese dal triste 20 maggio scorso, giorno della prima scossa.
Preparavamo 280 pasti ad appuntamento e la gestione del campo partiva alle 6
del mattino per la colazione di chi andava al lavoro”.
Può paragonare questa esperienza con altre simili da
lei vissute ?
“L’intervento di Finale è più sentito e partecipato
perché vicino a casa. Il campo uno è gestito interamente dagli alpini emiliano
romagnoli. . ll gruppo alpini Casalecchio-Sasso ha visto addirittura un
incremento di iscritti . Le nuove adesioni erano motivate dalla sola voglia di
partecipare nella gestione dell’emergenza terremoto. In altre circostanze
abbiamo partecipato solo all’installazione delle strutture di ricovero e
abbiamo fatto la manutenzione ordinaria di mantenimento. Il campo diventa una
‘piccola cittadina’ e il volontario deve soddisfare le esigenze dell’ospite per
l’intera giornata”.
La gente come vi ha trattato ?
“Delle oltre trecento persone ospiti del campo un
terzo era musulmano. Abbiamo passato persino il ramadan che impone ai
fedeli di nutrirsi di notte e di fare
colazione alle 4 del mattino. Abbiamo fatto l’impossibile per attutire il distacco della gente dalla
normalità. Abbiamo persino installato 3 postazioni per cani e un parco giochi
per bambini. E questo ci è stato
riconosciuto. Un ragazzino ‘sfollato’ è rimasto tanto favorevolmente
impressionato da aver chiesto di iscriversi alla nostra associazione e di
lavorare con noi”.
I volontari. |
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