lunedì 13 febbraio 2012

Articolo 18: chi è pro e chi è contro ?



Si stanno facendo sempre più serrate le discussioni sulla eventuale modifica o soppressione dell’art. 18 della legge 300 che regola la licenziabilità dei lavoratori.

Abbiamo ricevuto una comunicazione, che vuole essere provocatoria, sull’argomento da parte di Dante Franchi di Marzabotto.

Lo pubblichiamo nell’intento di stimolare una discussione su questo importante tema di fortissima attualità.

Daremo spazio a chi vorrà inviare contributi e pareri.

Dante Franchi scrive:

Ma qualcuno ricorda il referendum sull’abolizione della scala mobile?


Dai! La scala mobile, quella che consentiva ai lavoratori di non farsi mangiare il salario dall’inflazione!

Beh, ricordiamo come è andata a finire, no?

Si consentì allora (per amore o per forza) che su un istituto che salvaguardava il potere d’acquisto dei salari decidessero anche quelli che intanto evadevano le tasse, partite iva varie, gente che i soldi che avrebbe dovuto versare come tasse allo Stato li ha dati in prestito, comprando bot e cct sui quali ci guadagnava, gente che con quei soldi ci comprava case e immobili che poi ci dava in affitto a prezzi che ci han convinto che tanto valeva indebitarsi con le banche e fare quel maledetto mutuo da trent’anni… ,

Attenzione che la storia dell’art. 18 è una roba tipo scala mobile.

Anche allora quella sciagurata scelta fu motivata dai suoi sostenitori con gli stessi argomenti con cui oggi si vuole superare l’art. 18: PER DARE FUTURO E LAVORO AI GIOVANI.

Non è possibile che da quella lezione chi è in buona fede non abbia imparato nulla.

In realtà è fin troppo evidente che qualcuno gioca sulla memoria corta e sul fatto che sono passati oltre 35 anni e quanti affrontarono (e persero) quella battaglia di certo non lavorano più e spesso non consumano più neppure la pensione perché passati a miglior vita.

La storia si ripete e anche oggi sull’articolo18 ci vogliono mettere il becco tutti, basta che non ne parlino i lavoratori, gli unici coinvolti.

E’ appena il caso di ricordare che diversi Sindacati allora fecero il salto della quaglia e molti fra i loro vertici finirono dall’altra parte del tavolo, magari a fare i Manager o i Ministri, tipo quello delle FS e tanti altri.

I lavoratori interessati non si facciano fregare di nuovo delegando ad altri i loro interessi vitali.

Nessuno può sapere meglio di loro che il futuro dei propri figli ha bisogno di cose in più e non di cose in meno!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

....d'accordo eliminare o modificare articolo 18 anche nel pubblico come nel privato, poi vediamo come andare avanti......

Anonimo ha detto...

L'art.18 è l'ultimo baluardo della dignità dei lavoratori, se salta quello si ritornerà allo schiavismo(che in parte c'è già).
Lilli

giulio ha detto...

è sempre la stessa storia.dobbiamo renderci conto che il popolo ha la vera forza dalla sua parte.I politici, come tuuti gli altri che hanno intrallazzato con loro negli ultimi anni dobbiamo avere la convinzione che se ne devono andare.Giulio

Anonimo ha detto...

Nel pubblico l'art.18 NON ESISTE!
Il suggerimento del signore è però illuminante di come si parli a sproposito di una legge.
Mha!

pietro ha detto...

Di certo so una cosa, che i comunisti con la falce ed il martello non ne hanno mai azzeccata una. Ditemi per quale motivo l'art.18 esiste nel privato e non nel pubblico, sono lavoratori diversi? Mi si dica anche quanti sono i lavoratori protetti sul totale dei lavoratori, una modesta parte, protezione che si è rilevata quasi sempre fittizia ed inefficiente. Pietro

Anonimo ha detto...

Premetto che in questo momento non capisco l'utilità di eliminare l'articolo 18.Il problema vero non è l'articolo 18, il problema è il lavoro che manca, così come la voglia di lavorare. Il nostro è un paese stanco, senza umiltà e senza idee, senza spirito imprenditoriale. In tanti (anche addetti ai lavori )non riescono a capire la differenza fra Monti e Berlusconi. Questa è la riprova che non conosciamo l'Italia, così come non conosciamo casa nostra...

Anonimo ha detto...

Ma il Signor Franchi esponga fino in fondo la storia dei dirigenti FS e di tutti i prepensionamenti nelle FS e della demolizione nel tempo delle squadre di manutenzione che con cambio di casacca sono transitati negli uffici o nelle file della controlleria dei biglietti.
Parli anche dei pensionati fs che con una mancia all'anno girano sui treni regionali mentre "gli altri" pagano il prezzo pieno e poi e poi.
Qui non si tratta piu' di art. 18 in quanto tale ma di poter piu' agevolemnte licenziare la' dove non c'e' produttività.
Ma a tutto cio' si è giunti anche a causa di quanto sopra esposto creando buchi di bilancio perchè si sono dovuti esternalizzare i servizi di manutenzione a ditte private ecc..ecc...ecc.. vedere le trasmissioni come report e simili

Anonimo ha detto...

Anonimo del 13 febb ore 17 ti chiedo di leggerti lo statuto dei lavoratori all'articolo 37 rappresentandoti che oramai e da tempo (salvo il comparto sicurezza) tutto il pubblico impiego è gestito da contratti aventi natura provatistica.
Quindi soggetti a mobilità e quant'altro.
Qui di seguito puoi incollarti il collegamento

http://www.cgil.it/DBLEGISLATIVO/Parte%20I/StatutoDeiLavoratori.pdf

Anonimo ha detto...

Caro anonimo delle 22,40, tu pari uno che ne sa parecchie e potresti cercare di far capire anche chi non ha tutte le tue informazioni sul malaffare che denunci in tema di smantellamento di attività utili e di prepensionamenti soprattutto.
Con l'occasione potresti cosi avere modo di far capire meglio anche per quale ragione secondo te, abusi commessi da dirigenti ed intrallazzati nelle ferrovie o da qualsiasi altra parte, dovrebbero giustificare la eliminazione di una norma di civiltà a tutela di gente onesta, e che si attiva solo per contrastare licenziamenti senza giustificato motivo. Discriminanti perciò.
Se non spieghi in modo comprensibile ai più queste cose il tuo commento resta confinato fra le tante ed approssimative chiacchiere da bar.

Anonimo ha detto...

Carissimo non è questione di malaffare. E' tutto gestito legalmente e deciso ai tavoli do trattativa tra sindacati e governi di turno.

Vedrai che tra gli artigiani a partiti iva (soprattutto elettricisti) troverai DEGNE persone che hanno fatto il loro dovere quando erano nelle Ferrovie e che adesso con la pensione erosa sono costretti ancora a lavorare (anche perchè ancora troppo giovani per pensare di sentirsi inutili).