Nella centrale si lavora per cercare di limitare ingresso acqua
" I pazienti ci parlavano, questo è stato uno
degli aspetti più difficili da affrontare dal punto di vista emotivo.
Abbiamo parlato con loro, abbiamo vissuto con loro le
telefonate ai parenti.
Alcuni ci hanno chiesto di parlare con i familiari,
prima di essere addormentati.
Raccontavano quello che avevano vissuto, dicevano che
dovevano essere intubati perché avevano ustioni gravi. E i familiari chiedevano
dove sarebbero stati portati, ma non non sapevamo ancora cosa rispondere".
È il racconto di Lorenzo Gamberini, medico rianimatore dell'elisoccorso
Pavullo, che ha fatto parte del secondo gruppo di soccorritori arrivati alla
centrale idroelettrica di Bargi, sul bacino di Suviana nel Bolognese.
Dopo la richiesta di intervento al 118, pochi istanti dopo
l'incidente costato la vita a sette operai, team di medici e infermieri hanno
raggiunto il sito di Enel Green Power. Alcuni di loro questa mattina hanno
preso parte al congresso "Trauma: update and organization" a Bologna
e hanno ripercorso quanto accaduto una settimana fa.
Mentre nell'impianto si cercano soluzioni per limitare
l'ingresso dell'acqua, proveniente da perdite dalle condutture forzate, per
procedere con le perizie investigative, il personale sanitario ha fornito i
dettagli dello scenario di emergenza in cui ha operato.
"Quando siamo arrivati - ha aggiunto Diana Demaria,
assistente di volo sanitaria dell'elisoccorso di Bologna - abbiamo lavorato in
equipe. Abbiamo gestito in breve tempo tutti i pazienti che, una volta
intubati, sono stati portati nei vari ospedali della provincia e fuori regione.
Il fumo c'era, i pazienti presentavano ustioni chimiche e ci siamo protetti con
mascherine. Alcuni avevano ustioni in volto altri problematiche
respiratorie". (ANSA)
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