martedì 3 novembre 2020

L'ulivo, che pianta! Sasso Marconi lo merita.

Racconto di una esperienza entusiasmante.


Ho ereditato il piccolo podere a Sasso Marconi denominato “Porziola” di ca 7 ettari e lavorativo per 5 ettari, dai miei genitori che sono entrambi deceduti prematuramente. I miei genitori avevano origine contadine in Romagna e si erano trasferiti a Sasso Marconi nel 1954, dove erano divenuti commercianti, prima macellai e dopo baristi, poi mio padre divenne più tardi mediatore di bestiame e successivamente mediatore immobiliare e poichè le origini non tradiscono, nel 1975 avevano acquistato questo podere che coltivavano per hobby. Personalmente sono tuttora agente immobiliare fin dal 1981, seguendo il solco tracciato da mio padre e da qualche anno lo è anche mia figlia Ilaria. Per diversi anni non mi sono occupato direttamente della gestione dei terreni, che sono stati affittati e condotti con colture tradizionali (cereali e fieno) fino al 2008, ma di tanto in tanto pensavo se fosse stato possibile impiantare un tipo di coltura che mi potesse coinvolgere personalmente, idonea per i terreni che possedevo. I terreni sono pianeggianti, parte di un piccolo altopiano che si affaccia sul fiume Reno, sopraelevato da esso di circa 15 metri.

 

L’idea venne nel 2008, quando lessi un articolo nel Resto del Carlino: riportava che un tecnico ARPO (Associazione Regionale Produttori di Olive), a cui abbiamo aderito, che ha sede a Rimini, era a disposizione il giovedì pomeriggio presso il Centro Sociale di Borgonuovo, per dare informazioni sulla coltivazione degli ulivi.

Ne parlai con Maurizio, un caro amico e sulla soglia dei 50 anni, gli dissi: “proviamoci e se va bene sarà il lavoro per la nostra pensione!”

Preparammo i terreni nel modo che ci era stato indicato con rippatura ed aratura e mettemmo a dimora 240 piccole piantine nella primavera dell’anno successivo, su circa 1 ettaro di terreno. Il “sesto di impianto” suggerito è un 6 x 5 metri, cioè fra le file parallele vi è una distanza di 6 mt e tra una pianta e l’altra sulla fila vi sono 5 metri, inoltre le piante sono posizionate a “quinconcio”, cioè sfalsate fra le file, la forma di allevamento è di tipo tradizionale a vaso policonico.

Ci informammo e scoprimmo che qualche secolo fa nel nostro territorio, nelle colline intorno a Bologna, vi erano diverse piantagioni di ulivo; in loco veniva prodotto e fornito l’olio a tutta Bologna, poi una tremenda gelata avvenuta qualche secolo fa, fece desistere gli agricoltori nel proseguire tale coltivazione.

Non a caso dalle nostre parti in Comune di Sasso Marconi vi è via Olivetta e vicino a Monteveglio vi è Oliveto. Nei luoghi ove erano coltivati gli ulivi, vi sono ancora alcune piante secolari che sono sopravvissute sino ad oggi alle gelate che si sono susseguite in tutti questi anni. I nemici principali dell’ulivo sono appunto l’eccessivo freddo, il ristagno di acqua e la mosca olearia. I nostri terreni pur essendo pianeggianti non sono soggetti a ristagno di acqua poiché sotto vi è un consistente strato di ghiaia che il fiume Reno ha depositato nel corso dei secoli e che assolve il compito di drenare i terreni.

Sicuramente i cambiamenti climatici in atto ed il conseguente rialzo delle temperature, sono favorevoli alla coltivazione dell’ulivo anche nelle nostre zone.

 


Negli ultimi 3 anni abbiamo piantumato tutti i terreni lavorativi e possediamo ad oggi circa 1.340 piante, di cui 1.100 entreranno in produzione tra qualche anno. Da quest’anno coltiviamo biologico, siamo nel periodo di “conversione” che dura 3 anni, prima di ottenere la certificazione. Facciamo un prodotto di qualità, poiché raccogliamo a mano, brucando i rametti e facendo cadere le olive sopra alle reti, poi siamo tempestivi nel portare le olive al frantoio entro 24 o 48 ore. Le olive per questo breve tempo che intercorre prima della molitura, vanno conservate in cassette forate su tutti i lati per consentire l’ areazione del prodotto, per evitare che si formino muffe che possono pregiudicare la qualità dell’olio.

Premesso che in Italia si coltivano circa 550 tipi di piante, dette “cultivar”, l’ ARPO ci consigliò di piantumare alcune qualità di ulivi più resistenti al freddo; ad esempio la Nostrana di Brisighella da cui si ricava uno degli oli più pregiati, la Ghiacciola, il Leccino, il Morcone e alcune qualità nate da brevetti come la Don Carlo e la I 79. Negli ultimi anni il CNR di Bologna ha riprodotto alcune varietà autoctone, prelevando rametti dalle piante secolari sopravvissute nel nostro territorio, le cosiddette “marze”, facendole radicare per allevare nuove piantine. Quindi abbiamo anche varietà che si chiamano Farneto, Montelocco, Montecapra, Capolga, Orfana.

Il nostro territorio è sicuramente idoneo alla coltivazione dell’olivo, si ricava olio di ottima qualità, delicato come gli oli del nord, fruttato e dotato di sapori erbacei, leggermente piccante, amarognolo; si specifica che il retrogusto piccante è una qualità positiva. In generale comunque in Italia si produce dell’ottimo olio extra vergine che ci differenzia dagli oli provenienti da altri paesi e la produzione italiana non soddisfa il fabbisogno interno.

Una delle operazioni che più ci coinvolge è la potatura annuale; nel corso degli anni abbiamo frequentato corsi di potatura teorici ed in campo, abbiamo acquisito nozioni che abbiamo fatto nostre. La soddisfazione di formare una pianta in funzione delle tecniche acquisite, anche sbagliando, ti ripaga delle tante fatiche spese e ha fatto crescere la nostra esperienza strada facendo. Le tecniche di potatura possono essere diverse, possono dipendere dalle consuetudini praticate nelle diverse Regioni anche in funzione del clima. Un esempio : al nord è più probabile che possa nevicare rispetto al sud, quindi al nord si tende a tenere più inclinate verso l’alto le branche, a circa 30°, per evitare che una nevicata possa rompere tutti i rami, mentre al sud si tende a lasciare crescere le branche più orizzontali per allargare la pianta ed avere i frutti più comodi per la raccolta.

Penso che la nostra esperienza possa essere utile ad altri agricoltori ed hobbisti per ricreare piantagioni di ulivi nelle nostre zone fino ai 300 / 400 mt di altezza.

L’ulivo inoltre non richiede una irrigazione costante, ma una irrigazione di soccorso, soprattutto per i primi anni, nei periodi di maggiore siccità ed è inoltre una pianta molto resistente che sopravvive per secoli.


Claudio Manara

6 commenti:

Unknown ha detto...

Complimenti, ammiro il vostro impegno

Unknown ha detto...

Davvero ammirevoli pensi che mio figlio si é dilpomato al ferrarini di sasso come agronomo.tutti gli anni cascasse il mondo va anche lui alla raccolta delle olive alla azienda agricola "le mingarine"che guarda caso il proprietario si chiama Maurizio. sara la stessa persona?un saluto e buon proseguo.

Unknown ha detto...

complimenti per vostro lavoro. e per vostro olive.

Unknown ha detto...

Io abito a Sasso, mi piacerebbe poter acquistare ed utilizzare dell'olio locale. È possibile avere il vostro indirizzo?
Grazie.

Claudio Ventura

Unknown ha detto...

Complimenti per questo capolavoro botanico che valorizza il nostro territorio.
Un saluto a Claudio e Maurizio, i miei olivopotatori prediletti.
Eros Tommasi.

Claudio Manara ha detto...

Per il commentatrice-tatore del 5 novembre, ore 8.24:

Sono Claudio Manara, il mio numero di telefono è 335 591 1009. Se mi chiama saprò darLe informazioni utili per acquistare l'olio di Sasso Marconi. Il mio è già stato tutto collocato. Le richieste superavano di gran lunga la mia disponibilià a riprova di quanto il prodotto sia apprezzato.

La ringrazio per il commento e l'apprezzamento