Ha le spolette di testa e di coda in pessime condizioni di conservazione. E’ stata questa constatazione a dare la maggiore preoccupazione ai militari del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore che, coordinati dal Maggiore Luigi Ferrieri, sono stati incaricati di mettere in sicurezza Lama di Reno con l’asportazione della bomba d’aereo di fabbricazione statunitense, residuato bellico della seconda guerra mondiale, rinvenuta nei pressi del ponte romano sul Reno a Panico durante i lavori di scavo per la posa delle condutture del gas effettuate per conto di Hera. Il dispolettamento e il brillamento della bomba, del peso di 1000 libbre (500 Kg), della lunghezza di un metro e trentadue centimetri (più la sporgenza delle spolette) e con un corredo di 253 chilogrammi di tritolo, avverrà sotto la guida del sergente Antonio Giannone. La delicata operazione di bonifica sarà effettuata questa mattina a partire dalle 9.45 e si prevede termini entro le 12.30. Per consentire di agire in sicurezza, l’area, per un raggio di circa 500 metri dal punto dove si trova la bomba, sarà inibita al traffico veicolare e ferroviario. Sono quindi interrotte, per il tempo necessario all’operazione, la statale Porrettana dal chilometro 69 al chilometro 71, la linea ferroviaria e le comunali che portano a Lama di Reno. E’ stato inoltre inibito il passaggio degli aerei a una quota inferiore ai 2000 piedi ed evacuati i circa 150 residenti che si trovano entro un raggio dei 500 metri. L’erogazione del gas sarà interrotta a partire della 9.15. Una volta dispolettato, l’ordigno sarà trasferito in una buca-fornello ricavata in una cava abbandonata, ricoperta e fatta esplodere. Tutte le operazioni per isolare l’area sono coordinate da un’Unità di crisi che ha sede operativa nel Comune di Marzabotto. A fare il conto alla rovescia per il termine dell’operazione vi è Dante Chiari che risiede un una abitazione quasi a contatto con la bomba. Al momento del rinvenimento era nell’orto e ha quindi potuto seguire ‘in diretta’ il ritrovamento. “Ho abbandonato frettolosamente zappa e badile e ho lasciato i pomodori al loro destino”, racconta fra il serio e il faceto, mentre da buona distanza guardava gli artificieri che con i badili liberavano la bomba dalla ghiaia. “Mi sono portato a una distanza di sicurezza con il cuore in gola per la paura di uno scoppio. La prudenza non è mai troppa”.
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