lunedì 22 settembre 2008

TURBOGAS


‘Quella centrale non s’ha da fare’.


I componenti del comitato ‘Noturbogas’ hanno riconfermato nella sede della regione Emilia Romagna tutta la loro contrarietà ad accettare a Lama di Reno in comune di Marzabotto una nuova centrale per la produzione di energia elettrica Turbogas.

La nuova struttura è stata pensata per rispondere ai picchi di richiesta di energia che si dovessero evidenziare durante la giornata. Picchi previsti circa nella metà della mattinata e nella metà del pomeriggio quando è maggiore l’utilizzo dell’energia sia nel campo della produzione sia in quello civile. Molteplici le osservazione fra cui quelle che le tecnologie utilizzate dal nuovo impianto sono di vecchia generazione e quindi del tutto superate, che la tipologia della nuova struttura è in contrasto con il piano energetico regionale che impone la scelta di produzioni di energie con fonti rinnovabili e che è anche in contrasto con i limiti di produzione di ossido di carbonio imposti dal protocollo di Kyoto. La legge e gli accordi internazionali sarebbero quindi a fianco del comitato.

L’occasione di portare la protesta nella sede del consiglio regionale è stata offerta dalla risposta data dall’assessore regionale alle attività produttive, Duccio Campagnoli, a due interrogazioni sul tema ‘Turbogas’ presentate dai consiglieri Daniela Guerra, capogruppo dei Verdi e Silvia Noè, capogruppo dell’Udc. L’assessore, dopo aver riferito delle ragioni che hanno portato alla valutazione della proposta, ha concluso assicurando che verrà presa in seria considerazione “solo se risulterà ambientalmente sostenibile”. Per nulla soddisfatta la consigliera dei Verdi che nella replica ha sostenuto: “La regione ha già una produzione di energia sufficiente grazie alla nuove centrali di Ferrara e Piacenza. Ora si deve affrontare il tema di come razionalizzare i consumi per arrivare a un risparmio. Per esempio ogni fonte di energia è strutturata per fornire un solo prodotto: o elettricità o calore. Perché con lo stesso calore non realizzare i due prodotti con il recupero dei vapori?”. La consigliera Noè ha aggiunto, dopo aver sottolineato che non è per il ‘no’ preconcetto: “tutta la vicenda pecca di trasparenza. C’è qualcosa di poco chiaro come quella che ci sono state altre offerte di utilizzo dell’area che non sono state considerate. Inoltre l’impianto ha una previsione di utilizzo di 333 giorni l’anno per un ampio raggio della giornata. Tutto questo mal si concilia con il fatto che già ora stiamo pagando multe perché sforiamo nella produzione di polveri sottili”.

Pier Paolo Cardelli, componente del Comitato Noturbogas, ha detto. “Già ora si fanno guerre per il controllo dei metanodotti. Non vogliamo aumentare questi rischi. Ci sono alternative assolutamente valide ai combustibili fossili”.

Simonetta Monesi, presidente del comitato per la partecipazione popolare a Marzabotto, propone un referendum che possa dare un dato certo sugli orientamenti dei marzabottesi e uno strumenti di piena partecipazione.

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